Villa Novarese di Moransengo, già Vigna l'Anselmetti
Elisa Gribaudi Rossi descrive l'Anselmetti come «una delle vigne consolatrici per la loro semplicità, per l'osservanza assoluta delle regole architettoniche delle costruzioni collinari settecentesche, per il buon stato di mantenimento, per l'amore di cui è circondata».
Sul lato di ponente della villa si trova uno slargo ghiaioso chiuso a nord da un muro che, sostenendo il pendio collinare, presenta una nicchia di mattoni con fregi e volute in pietra che ricorda quella presente alla Villa Capriglio.
Nel fianco dell'edificio è inglobata la cappella, fra le più grandi e vistose della collina: alta come i due piani della casa, spicca per la decorazione e l'intonaco rosso. La porta è sormontata da un lunotto sagomato; l'interno è anch'esso affrescato. L'altare è del 1759, ma su una lastra di marmo è scritto: “Altare privilegiatum perpetuum pro consanguineis et affinibus familiae Anselmetti concessum a Clemente XIV summo Pontefice”, che fu papa dal 1769 al 1774. Nella sua visita pastorale del 1777 Monsignor di Rorà trovò ancora la famiglia Anselmetti quale proprietaria, ma nel 1791 il Grossi assegna la proprietà al teologo Giani.
Intorno al 1796 venne acquisita dalla famiglia Rossi che la mantenne per una quarantina d'anni, seguirono i Richetta, poi i Depanis, dai quali nel 1934 l'acquistarono i conti Novarese di Morasengo.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA NOVARESE DI MORANSENGO, GIÀ VIGNA L'ANSELMETTI
Strada al Traforo di Pino 119
Vigna (con cappella e palazzina).
Edificio di valore documentario ed ambientale. Conserva un rapporto qualificato tra costruito e «artefatto piano» disposto sia a Sud che ad Ovest dove era situato un viale che si collegava con la Strada Vicinale delle Traverse. Fondamentale è la presenza della cappella con facciata dipinta inserita nell'edificio.
II Grossi assegna la proprietà della vigna al teologo Giuseppe Giani. La cappella, ora completamente incorporata nell'edificio, porta sull'altare la data 1759. Nella visita (1777) di monsignore Rorà la cappella è detta annessa alla casa rurale. Da quello che oggi appare, possiamo leggere una fase del XVIII nella fronte sud con corpo di fabbrica a manica doppia e la cappella, una fase ottocentesca nella decorazione dipinta della cappella ed un ultimo intervento recente di ampliamento in «stile» del civile. Il viale che collegava l'edificio con Strada Vicinale delle Traverse fu costruito probabilmente nel tardo Ottocento.
A. GROSSI, 1791. p. 10; PLAN GEOMÉTRIQUE […]. 1805; [Catasto RABBINI]. 1866, fol. XIX; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 71-73.
Tavola: 44