Scheda: Tema - Tipo: Cultura e istruzione

L'università e la cultura letteraria nel XVI secolo

La trasformazione di Torino in capitale anche culturale fu segnata dalla riapertura dell’Università, lo «Studio», e dall’arrivo a corte di svariati intellettuali. Gli stessi duchi ebbero interessi culturali, scientifici o letterari.


Periodo di riferimento: XVI secolo

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  • sala 1580

Nel 1566 Emanuele Filiberto consentì la riapertura l’Università a Torino e la chiusura di quella prima autorizzata a Mondovì (1560), con cui la capitale ebbe una lunga controversia. Nel 1571 il duca affidò la riorganizzazione dell’Ateneo a eminenti funzionari e uomini di cultura; conferì allo Stato il controllo dello «Studio» addebitandogliene la maggioranza dei costi, parte dei quali toccava alla città, che provvedeva anche agli alloggi di professori e studenti. L’anno accademico iniziava a fine ottobre, s’insegnavano, per 6-7 ore al giorno, materie letterarie, teologia, diritto, medicina, botanica e altre discipline scientifiche. I docenti,  provenienti anche da fuori Piemonte, erano nominati dal duca e restavano in carica per parecchi anni.

I duchi s’adoperarono allo sviluppo dell’editoria, concedendo esclusive agli stampatori. Molti dei volumi pubblicati erano legati agli insegnamenti universitari.

Nella Torino capitale del ducato, insieme agli artisti, giunsero anche letterati, poeti e prosatori. Emanuele Filiberto fu particolarmente attento alla cultura scientifica, di cui s’occupò anche direttamente, mentre Carlo Emanuele I scriveva e poetava.

Fra le personalità del periodo si ricordano Pingone e Giovanni Battista Giraldi Cinzio.  

 

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