Villa Fubini, già del Vescovo
Tra il '600 e il '700 la zona di Sassi pullulava di prebende rette da abati, canonici e teologi; su tutte dominava “La vigna del Vescovo” in strada consortile del Bellardo int. 18.V/45.
La villa è già ricordata nel Settecento; fu danneggiata dai bombardamenti e successivamente ripristinata. Su una parete della villa è segnalato un quadrante solare.
Bombardamenti
La villa, con due appartamenti con un totale di 14 stanze, fu colpita dal bombardamento del 13 luglio 1943; il soffio di una bomba dirompente causò il distacco della copertura del tetto, lesioni e crollo di muri e volte e lo schiantamento degli infissi. Nel settembre 1945 era già stato avviato un parziale ripristino dei locali.
All'estremità del pendio verso Sassi la morfologia collinare presentava un lungo sperone, debitamente spianato, che il Grossi definisce “pianura artefatta”.
Questi lavori grandiosi consentirono di costruire un lungo giardino proteso verso il Po e nella parte a monte dello spiazzo venne costruito l'edificio. L'abate Pietro Gioacchino Caissotti di Chiusano acquistò la tenuta dall'abate Meynardi per sole 14.000 lire nel 1763. E quando nel 1772 l'arcivescovo di Torino monsignor Luserna di Rorà, «desiderando acquistare a nome della sua Mensa ed Arcivescovado una qualche casa di campagna, di cui il medesimo si trova presentemente sprovvisto», come si legge nel documento di acquisto, chiese di acquistare la dimora diSassi, l'abate Caissotti richieste la cifra di ben 25.000 lire.
Ma l'arcivescovo si era innamorato della vignae l'acquistò per quella cifra; divenne così un appassionato della villeggiatura in collina e provvide a migliorare le strade d'accesso, ampliò la casa, acquistò un altro rustico e si interessò di agricoltura.
Nel1777 intraprese, vigna per vigna, l'ispezione di tutte le cappelle annesse alle vigne e ville collinari. Morì nel 1778.
Dopo il sequestro francese la villa tornò all' Arcivescovado di Torino. Nel 1842 monsignor Franzoni, attento al bilancio della diocesi, osservò e valutò l'andamento economico della vigna, decidendo infine che il complesso di Sassi formava un insormontabile passivo. Messa in vendita, venne acquistata nel 1843 da Felice Borbonese, commissario di guerra.
Nel 1894 subentrò nella vigna del Vescovo Samuele Fubini che la conservò per lunghissimo tempo.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA FUBINI, GIÀ DEL VESCOVO
Strada Consortile del Bellardo, int. 18.V/45
Villa e vigna con cappella.
Edificio di valore ambientale conserva volume, impianto della villa settecentesca, «artefatto piano» e vialoni che adducono ad un belvedere di carpini dominante l'ansa del Po.
La villa è già ricordata a metà del Settecento, nel 1763 l'acquista l'abate Caisotti di Chiurano che nel 1772 la vende a monsignor di Rorà. Un inventano in tale data ne descrive l'arredo. Il Grossi la riporta come «villa e vigna con cappella […] tenuta da il Cardinale Vittorio Maria Costa di Arignano […] il palazzo è moderno e situato in una pianura artefatta […] a due parti della medesima vi sono parterra […] e due spaziosi stradoni tendenti per un pinacolo». A metà dell'Ottocento l'edificio fu in parte ristrutturato e furono aggiunti i rustici a levante.
AST. Insinuazione di Torino, 1772, c. 1669. 1°, 4°; A. GROSSI, 1791. p. 105; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XIX; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 148-150.
Tavola: 43/44
Bibliografia
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 2487, cart. 50, fasc. 1
Fototeca
Temi correlati
Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà