Piazza Crispi, la ex barriera daziaria, il mercato
La piazza Crispi, formatasi alla fine dell’Ottocento, era il piazzale sul quale sorgevano gli uffici del dazio. Divenne il centro del quartiere che andava sorgendo attorno e che, essendo prossimo alla barriera daziaria sulla strada per Milano, assunse il toponimo di Barriera di Milano. La piazza assume nel quartiere grande rilievo per la storia sociale e del movimento operaio.
1. La cinta daziaria
Nel 1849 il sindaco Demargherita indirizzava al ministro dell’interno un memoriale con il quale chiedeva che la città venisse reintegrata nel diritto di riscossione diretta del dazio sui generi di consumo. La proposta fu accettata e il 20 dicembre 1850 fu stipulata, fra Governo e Municipio la convenzione che regolava e trasferiva alla città l’onere della riscossione. Nel 1852 il Municipio decise di definire il percorso della cinta daziaria della città da cingersi “con muro ed altri provvedimenti” in funzione del controllo totale delle merci in entrata istituendo così il dazio che, sarà per molto tempo, il primo capitolo di entrata del bilancio comunale. I lavori di costruzione iniziarono nel 1853 e si conclusero nell’arco di circa cinque anni. Il muro che segnava la cinta daziaria seguiva il percorso degli odierni corsi Bramante, Lepanto, De Nicola, Mediterraneo, Ferrucci, Tassoni, Svizzera, Mortara, Vigevano, Novara e Tortona. Costellato di garitte di guardia, il muro, pur comprendendo anche una fascia di terreni agricoli, separava fisicamente la campagna dalla città. Il transito di persone e merci avveniva attraverso vere e proprie porte dette barriere che a intervalli interrompevano il percorso della cinta. Vi era inoltre una strada che correva parallela alla cinta daziaria denominata via Circonvallazione. Nel tratto prossimo alla Barriera di Milano possiamo oggi identificarla con i percorsi di corso Vigevano e Novara. La Barriera di Milano era posta nell’attuale piazza Crispi, attraversata dalla Strada Reale d’Italia (l’attuale corso Vercelli), l’importante arteria che collegava Torino con Vercelli, il Piemonte orientale, per poi dirigersi verso Milano e la Lombardia. Il casello daziario di primo ordine della Barriera di Milano per volumi di traffico e dazi riscossi sarà uno dei più importanti dell’intero perimetro della cinta. Al centro della piazza all’altezza dell’attuale controviale degli attuali corsi Vigevano (numeri pari) e Novara (numeri dispari) sorgevano due edifici contrapposti che ospitavano gli uffici del dazio ed il corpo di guardia. Quando nel 1912 la cinta daziaria fu spostata in piazza Rebaudengo cambiarono la destinazione d’uso: uno divenne sede della sezione dei vigili urbani e l’altro ospitò i bagni pubblici. Furono demoliti negli anni Cinquanta.
Le altre barriere che interessavano il quartiere erano quelle denominate Barriera di Lanzo (barriera di secondo ordine), in piazza Baldissera, Barriera dell’Abbadia, all’angolo fra corso Novara e corso Palermo; Barriera del Parco, circa all’angolo fra corso Novara e via Bologna; Barriera del Camposanto, all’angolo fra corso Novara e corso Regio Parco, questi ultimi considerati caselli di importanza minore chiamati “baracconi”.
2. Il primo sviluppo del quartiere Barriera di Milano attorno a piazza Crispi
Il fatto che i costi di costruzione e il costo della vita fuori cinta fossero più bassi che nel centro città, fu trainante per lo sviluppo di insediamenti industriali e residenziali nei quartieri a ridosso delle barriere daziarie.
Nel caso della Barriera di Milano il piazzale della barriera sarà il baricentro dell’espansione edilizia. Il lasso temporale compreso fra il 1880 e il 1910 rappresenta, per questa area, uno dei periodi di massima espansione edilizia identificabili in tre direttrici: verso nord lungo corso Vercelli e le sue prime vie laterali quali le vie Malone, Sesia, Baltea; ad est lungo via Monte Rosa, assumendo secondo la toponomastica comunale il nome di borgata Monte Rosa; ad ovest, caratterizzata dalla marcata presenza di industrie, lungo le vie Monte Bianco (l’attuale via Banfo) e Fossata assumerà il nome di borgata Monte Bianco.
Sull’attuale piazza, sono ascrivibili a questa fase urbanistica gli edifici del civico 52 angolo corso Novara 1 (anno 1893), piazza Crispi angolo corso Vigevano 2 (1882-1887, 1894-1903), il civico 53 (1883-1907), i civici 55 e 57 (1906), il civico 59 (1876, ampliamento 1928) e, e gli edifici di via Soana e via Chiusella la quale, a fronte di una circostante maglia viaria, sostanzialmente ortogonale, ha conservato una parziale irregolarità di tracciato, probabilmente riconducibile alle sue caratteristiche campestri. I primi nuclei abitativi, vicini, ma separatisi rapidamente, senza regole, si salderanno in un unico agglomerato urbano. Un esempio di questo processo è visibile entrando al civico 60 di Piazza Crispi, dove la corte non è altro che un antico asse viario che sbocca su via Chiusella 13, ostruito dalle successive edificazioni. Altri esempi erano leggibili ma gli interventi edilizi degli anni Sessanta e Settanta del XX secolo hanno, alquanto, regolarizzato l’impianto urbano.
La piazza non riveste comunque rilevanza solamente per la storia urbanistica, essa era il cuore del quartiere che andava sorgendo. La Barriera, accogliendo l’ondata migratoria della popolazione proveniente dalle campagne piemontesi prima, dal Veneto dalla Toscana e dal Meridione poi, divenne sinonimo di quartiere operaio, quasi città nella città, con orari , comportamenti, valori che sono perdurati fino a qualche decennio orsono e che, nel corso del tempo determinarono specifiche forme di socialità. Spesso il vicino di casa era compagno di lavoro, si condivideva il turno e si frequentavano gli stessi circoli, la stessa “piola”, magari la stessa sezione di partito. La piazza è tuttora sede di un mercato rionale che recentemente (2000) è stato dotato di una moderna tettoia, ed è stata per molti anni la sede della “Festa della Barriera dl’Emme”.
Nell’edificio al civico 61 (costruito nel 1900 circa) aveva sede la “Casa del popolo”, incendiata dai fascisti il 15 aprile 1921. Qui nel 1922 fu trasferita la Camera del Lavoro di Torino, quando nel 1922 i fascisti occuparono la sede di corso Siccardi 12. Nel secondo dopo guerra è stato per un certo tempo sede di zona del Partito Comunista Italiano. Demolito nel 1968 e ricostruito l’edificio nel 1969-1970, è oggi sede di un’agenzia bancaria e di un condominio residenziale.
Anche l’edificio dirimpetto ai civici 58-60 è frutto di una sostituzione di un fabbricato preesistente (1888) con un altro costruito tra gli anni 1930-1935. In quello stabile aveva sede uno spaccio dell’Alleanza Cooperativa Torinese.
3. Mercato Crispi
Il mercato di piazza Crispi ha sede nella piazza che era stata una piazza daziaria ottocentesca, luogo dunque di passaggio e commercio. Si hanno notizie dell'istituzione ufficiale dal 1937 e, insieme alla piazza, ha rivestito un ruolo importante in un quartiere, la Barriera, che si è prograssivamente trasformato accogliendo le varie ondate migratorie. Nel 2000 è stato ristrutturato con la costruzione della copertura con materiali e configurazioni specifiche; rappresenta una sperimentazione di mercato rionale bisettimanale pomeridiano.
per informazioni si veda: http://www.comune.torino.it/sfogliato/mercati/guida/#76/z
Bibliografia
- Adriano Ballone, Claudio Dellavalle, Mario Grandinetti, Il tempo della lotta e dell’organizzazione. Linee di storia della Camera del Lavoro di Torino, Feltrinelli, Milano 1992 , p. 84
- Gambino, Leonardo, L’espansione urbana e i sobborghi operai in Il sogno della città industriale. Torino tra Ottocento e Novecento, Fabbri, Milano 1994, p. 38
- Castrovilli, Angelo - Seminara, Carmelo, Storia della Barriera di Milano: 1852-1945, Associazione culturale Officina della memoria, Torino 2004 , pp. 34-35, pp. 130-132 Vai al testo digitalizzato
- Lupo, Giovanni Maria - Paschetto, Paola, 1853-1912, 1912-1930. Le due cinte daziarie di Torino, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2005
- Beraudo, Giuseppe - Castrovilli, Angelo - Seminara, Carmelo, Storia della Barriera di Milano dal 1946, Officina della memoria, Torino 2006 , p. 39 Vai al testo digitalizzato
- I mercati della Città Metropolitana di Torino. La guida, Città di Torino, Torino 2016 Vai al testo digitalizzato
Sitografia
- http://it.wikipedia.org/wiki/Barriera_di_Milano
- http://www.quartieri.torino.it/BarrieraMilano/index.asp
- http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=151&ID_articolo=162&ID_sezione=315&sezione=
- http://www.videocommunity.net/?tag=barriera-di-milano
- http://www.wikideep.it/cat/quartieri-di-torino/barriera-di-milano/
- http://mercati.comune.torino.it/item/crispi/
- www.immaginidelcambiamento.it
- https://areeweb.polito.it/imgdc/schede/BM01.html
Fonti Archivistiche
- Archivio Edilizio della Città di Torino.
- Archivio Storico della Città di Torino: Delibera Consiglio Comunale 30/06/1852; Delibera Consiglio Comunale 18/01/1853; Delibera Consiglio Comunale 19/01/1959 (demolizione caselli).
- Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e disegni, 82.1.
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- Officina della Memoria