Ex Cartiera di San Cesario, oggi Centro Giovanile e Scuola dell’Infanzia
L’edificio, di proprietà comunale, è stato profondamente ristrutturato tra il 2000 e il 2010, nell’ambito di un progetto di riqualificazione che ne ha ricavato una scuola per l’infanzia e un centro per bambini e giovani.
1. Dalla «cartiera» alla riqualificazione
La denominazione di «cartiera», con cui l’edificio è ancora oggi conosciuto in quartiere, proviene dagli anni Sessanta, quando lo stabile, in stato di abbandono dopo la chiusura della preesistente fabbrica di lime, è rilevato dalla «Cartiera di San Cesario» di Sesto San Giovanni ed utilizzato come deposito. Nel 1976 vi subentra la «Cartimbal», impresa specializzata nella trasformazione e commercializzazione di articoli cartacei per l’imballaggio.
Negli anni Novanta, lo stabile, situato in un’area popolosa e degradata, è acquisito dal Comune di Torino, che con un intervento decennale riqualifica il sito. Il progetto di riqualificazione prende avvio con il “Concorso INU WWF di progettazione partecipata e comunicativa”, la cui prima fase inizia nel maggio del 2000. L’intervento vede dapprima la realizzazione di una scuola per l’infanzia, aperta nell’autunno 2007, di alcuni locali da destinare a centro giovanile e di un’area verde, e successivamente il completamento di una palestra, di una sala danza e di una di psicomotricità, di una arena all’aperto e l’ampliamento dell’area verde.
Le attività del centro giovanile vengono avviate il 20 marzo 2010, l’inaugurazione ufficiale del Centro avviene il 29 settembre 2010.
2. I precedenti industriali del sito
Già dalla fine del Settecento vi sono tracce di un insediamento protoindustriale, con la presenza di una fabbrica di maiolica in località Valdocco, lungo il canale del Martinetto.
Anche la cartografia dell’epoca evidenzia lungo il canale del Martinetto, derivato dalla «bealera» della Pellerina, numerosi impianti produttivi (mulini per la macina del grano, per la lavorazione della seta, concerie, fabbriche di tessuti), che sfruttano l’acqua come forza idraulica e materia prima per le lavorazioni.
La fabbrica di maiolica utilizza la forza motrice dell’acqua per la fabbricazione delle vernici1, come risulta, nel 1812, dalla presenza di «masinini per le vernici di maiolica», piccole macine per la frantumazione e la mescola, attivate da una ruota azionata dalla corrente del canale2.
A metà Ottocento, l’area è in pieno sviluppo residenziale e industriale3 e nell’edificio si insedia il laboratorio di Carlo Laurenti, trasformatosi poco dopo in «Fabbrica di lime e raspe».
Numerosi interventi edilizi, soprattutto verso la fine dell’Ottocento, attribuiscono all’edificio l’aspetto attuale, pur conservandone la struttura originaria.
L’impresa, che è tra le prime a realizzare una lavorazione “a catena di montaggio”, rimane attiva per quasi un secolo (1858-1956), quando l’edificio viene abbandonato e cade in profondo degrado, pur conservando tracce caratteristiche del suo passato, testimoniato anche dalla sopravvivenza della vecchia denominazione della via Arezzo, che compare all’ingresso.
Proprio le caratteristiche dell’edificio ne fanno il set ideale per una scena del film Torino Nera, interpretato da Bud Spencer (1972).
Note
1 Per l’uso delle ruote mosse dall’acqua nella produzione di vernici si veda tra gli altri Archivio Storico della Città di Torino, Ordinati, 1736, Vol. 266, pag. 36 r..
2 Vittorio Marchis, Acque, mulini e lavoro a Torino, in Giuseppe Bracco (a cura di), Acque, ruote e mulini a Torino, Città di Torino, 1988, II, pag. 69
3 Giuseppe Filippo Baruffi, Passeggiate nei dintorni di Torino, Giorgio Franz in Monaco, 1853, pagg. 22 e seg. e Pietro Baricco, Torino descritta, Paravia, Torino, 1869, pagg. 36 e segg..
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
EX CARTIERA S. CESARIO
Via Fossano 4, 6
Edificio ad uso industriale.
Edificio di valore documentario e ambientale, tipico esempio di edilizia ottocentesca per l'industria.
Edificato per singole giunzioni a partire dai primi anni dell'Ottocento (fabbrica
Tavola: 32
Bibliografia
- Guardamagna D’Angelo, Laura, Gli opifici lungo il "Canale di Torino". Archeologia industriale in borgo San Donato in Torino, Celid, Torino 1984
- Calderini, Elisabetta, Indagini su San Donato, in Circoscrizione San Donato-Campidoglio (a cura di), Terra uomini e istituzioni in una città che si industrializza: indagine su San Donato I850-1900, Città di Torino. Assessorato alla Cultura, Torino 1985
- AA. VV., Indagine su San Donato 1850 - 1950. Storia raccontata di un territorio, Città di Torino, Assessorato alla Cultura, Torino 1987
- Peyrot, Ada, Acque, canali e mulini nel paesaggio, in Bracco, Giuseppe (a cura di), Acque, ruote e mulini a Torino, Vol. 1, Città di Torino, Torino 1988, pp. 331-348
- Marchis, Vittorio, Acque, mulini e lavoro a Torino, in Bracco, Giuseppe (a cura di), Acque, ruote e mulini a Torino, Vol. 2, Archivio storico della Città di Torino, Torino 1988, pp. 9-69
- Ainardi, Mauro Silvio - Depaoli, Alessandro, ll territorio storico: San Donato Campidoglio Parella, un racconto per immagini e testimonianze. Catalogo della mostra (Torino, 2008), EUT4, Torino 2008 Vai al testo digitalizzato
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Archivio storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, 17.1.29
- Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, 12.1.3
- Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Finanze, Catasto Napoleonico
- Archivio Storico della Città di Torino, Collezioni, V, n. 403
- Archivio della Camera di Commercio di Torino, Fascicolo Laurenti
- Archivio Storico della Città di Torino, Guide Marzorati-Paravia, 1869 e segg.
- Archivio di Stato della Città di Torino, Progetti edilizi, 1881/6, 1889/199/1, 1889/199/2, 1896/59
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Ente Responsabile
- Comitato Parco Dora