Chiesa e convento di San Michele
Progetto eseguito tra il 1784 e il 1789 da Pietro Bonvicini, per conto dei Padri Trinitari di S. Michele. Soppresso l'ordine nel 1801 vi fu alloggiato l'Ospizio delle Puerpere, poi trasferito. L'ex chiesa della Maternità con convento adiacente fu bombardata il 28 novembre 1942, e il 13 luglio e 8 agosto 1943. Nel 1944 alcuni alloggi risultano già ripristinati ma solo nel 1967 si ultima il restauro delle parti sinistrate. La chiesa è attualmente concessa in uso ai cattolici di rito bizantino.
01. Chiesa di San Michele Arcangelo
La Chiesa di San Michele Arcangelo si trova all’angolo tra Via Giolitti e Piazza Cavour, e fronteggia la Via delle Rosine. L’accesso è dal numero civico 44 di Via Giolitti.
La duchessa Giovanna Battista di Savoia Nemours aveva chiamato a Torino, nel 1675, i Trinitari Scalzi della Redenzione degli Schiavi, concedendo loro l’uso della chiesa di San Michele presso Porta Palazzo, dipendente dall’Abbazia di San Michele della Chiusa. La missione dei frati era, mediante la raccolta delle elemosine, riscattare i cristiani ridotti in schiavitù da turchi e berberi. I padri furono costretti ad abbandonare la chiesa, nel 1729, per permettere la risistemazione edilizia e urbanistica della zona, secondo il progetto juvariano.
Da quella data fino al 1781-1784 la sede fu in casa Ropolo, tra le vie San Francesco da Paola e Santa Croce. I padri ottennero da Vittorio Amedeo III, nel 1784, parte del piccolo e irregolare isolato di San Pasquale, presso i rampari. Qui l’architetto Pietro Bonvicino stava costruendo case e laboratori per i Maestri Vellutari della Corporazione dei Mastri Fabbricatori di stoffe in oro, argento e seta che avevano acquistato una porzione dello stesso isolato il 4 aprile 1781. I Padri acquistarono l’intero lotto. La posa della prima pietra della chiesa avvenne il 21 Agosto 1784. La chiesa fu costruita, in stile barocco, tra il 1784 e il 1788 su progetto di Pietro Bonvicino, che negli anni successivi realizzò anche l’intero isolato di cui l’edificio religioso fa parte (1788-1795). La chiesa è a pianta centrale con un luminoso ambiente esagonale sormontato da cupola e lanternino e decorato da stucchi. La facciata, con il portale incorniciato da colonne binate, costituisce il fondale scenografico al quale fanno da quinte gli edifici lungo via delle Rosine.
Nel 1801, in conseguenza della soppressione degli ordini monastici durante l’occupazione francese, i Padri Trinitari dovettero abbandonare l’edificio di culto e l’attiguo Convento che fu destinato all’Ospizio delle Puerpere e, per un certo periodo, l’ex Chiesa dei Padri Trinitari fu denominata Chiesa della Maternità.
In seguito divenne parrocchia fino ai primi Anni Quaranta del Novecento. L’edificio, di proprietà comunale, seriamente danneggiato dai bombardamenti durante il Secondo Conflitto Mondiale, fu sottoposto ai primi restauri già nel 1944 che vennero ultimati solo nel 1967. Dal 1965 l’edificio, non più utilizzato, venne concesso in uso ai cattolici di rito bizantino, alla Comunità Albanese d’Italia (Arbëreshe).
02. Bombardamenti
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
CHIESA E CONVENTO DI S. MICHELE, ORA CHIESA DI RITO BIZANTINO
Via Giolitti 42-44, Piazza Cavour 12
Chiesa e convento.
Edificio di valore storico-artistico e ambientale, tipico e significativo esempio di attrezzatura conventuale di tardo Settecento.
Progetto eseguito tra il 1784 e il 1789 da Pietro Bonvicini, per conto dei Padri Trinitari di S. Michele. Soppresso l'ordine nel 1801 vi fu alloggiato l'Ospizio delle Puerpere, poi trasferito. L'edificio venne gravemente danneggiato nel 1942; ripristinata nel 1967, la chiesa venne concessa in uso ai cattolici di rito bizantino.
ISTITUTO DI ARCHITETTURA TECNICA, 1968; L. TAMBURINI, s.d., pp. 416-420; U. BERTAGNA, in AA.VV., Cultura figurativa […], I980, pp. 1032-1034.
Tavola: 49
Bibliografia
- Craveri, Giovanni Gaspare, Guida de' forestieri per la real città di Torino, in cui si dà notizia delle cose piu notabili di questa città, e suoi contorni; cioè di chiese, conventi, monasteri, e luoghi pii..., Gian Domenico Rameletti, Torino 1753 , p. 63 Vai al testo digitalizzato
- Bartoli, Francesco, Notizia delle pitture, sculture ed architetture che ornano le chiese e gli altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d'Italia, Antonio Savioli, Venezia 1776-1777 , p. 33
- Guidi, Guido, Le chiese di Torino danneggiate dalla guerra, in «Torino. Rivista mensile municipale», A. XXV, n. 8, agosto, 1949, Torino, pp. 9-15 Vai al testo digitalizzato
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 322 Vai alla pagina digitalizzata
- Tamburini, Luciano, Le chiese di Torino: dal Rinascimento al Barocco, Edizioni Angolo Manzoni, Torino 2002 , pp. 460-464
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 106, cart. 2, fasc. 35, n. ord. 2
Fototeca
Temi correlati
Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà
- MuseoTorino