Il PAV inaugura nel 2008 in via Giordano Bruno nell’area di trasformazione nel sito industriale dismesso della FRAMTEK, società dell’indotto FIAT che produceva componenti per auto. La superficie destinata a parco è di circa 23.500 mq di cui 750 mq destinati a servizi, aule e laboratori didattici e al percorso espositivo che accoglie l'installazione BIOMA dell’artista Piero Gilardi.

L'area su cui sorge è adiacente alla nuova sede dell’Azienda Multiservizi di Igiene Ambientale di Torino (AMIAT), a recenti insediamenti di edilizia residenziale, alla linea ferroviaria, e confina con via Zino Zini, la nuova Strada Olimpica, che collega il centro della città al Torino Olimpic Park realizzato nel 2006 in occasione della XX Olimpiade Invernale sull'area degli ex Mercati Generali.

Il PAV è stato realizzato in uno spazio in tensione verso un’inedita trasformazione che è diventata oggetto, per la pluralità di attori coinvolti, di trattative finalizzate alla sua realizzazione in sostituzione di un parco urbano attrezzato. L’idea progettuale si è precisata in questa fase del processo: un parco che non risultasse totalmente strutturato a priori con un linguaggio formale, ma con una struttura in definizione, in continua evoluzione, in relazione con la “processualità” del vivente, attraverso le interconnessioni che si formano tra piante, animali, persone che generano trasformazioni inaspettate e non determinate a priori dello spazio in cui vivono.

Il progetto del parco accoglie e include le sollecitazioni degli artisti, le relazioni di questi con l’ambiente, con i suoi vincoli e le sue potenzialità, e con il pubblico e le committenze sociali, in un sistema di interazioni in cui il territorio è il luogo di produzione e di esposizione delle opere, dove le opere, entrando in rapporto fra loro, concorrono al processo di costruzione di questo frammento di paesaggio urbano.

Il Parco si presenta come un cantiere ininterrotto, come un luogo di negoziazione tra uomini e cose, un territorio artistico in evoluzione, un modello di sviluppo sostenibile tra le pratiche artistiche e lo spazio d'esposizione che le produce e le mostra. L’innovazione sta nel prefigurare un parco d’arte che produce e muta la sua forma man mano che si evolve alternando la programmazione di manifestazioni temporanee e installazioni permanenti. Un centro d’arte inteso come ambito di elaborazione, luogo di sperimentazione di prassi artistiche intorno all’“arte del vivente” da esportare in altri ambiti sociali e in altri territori.

Per saperne di più: http://www.parcoartevivente.it/pav/index.php?lingua_sito=1