Confetteria Roma, già Talmone, bar-pasticceria
L’ampio locale d’angolo con affaccio sotto i portici di piazza Carlo Felice e su piazza Paleocapa, noto caffè-pasticceria legato al celebre marchio di cioccolato, conserva arredi originali affiancati a moderni mobili di design.
1. Cenni storici
Michele Talmone fonda nel 1850 un piccolo laboratorio di lavorazione del cioccolato in Borgo san Donato che diviene rapidamente un’impresa di ampio respiro. La caffetteria per la degustazione dei prodotti Talmone viene inaugurata nel 1883 in via Lagrange, poi trasferita in via Roma angolo via Cavour nel 1912; cambiò nuovamente intorno al 1936 per stabilirsi nella sede attuale mentre si svolgevano imponenti lavori di trasformazione dell’ultimo tratto di via Roma, ribattezzato Caffè Roma già Talmone.
Nel 1983 a causa di aspre controversie tra proprietari dei muri e gestori è costretto a chiudere i battenti fino all’autunno del 2000 quando riprende l’attività di bar e di pasticceria, confezionata nei laboratori al piano ammezzato. Dopo un ampio intervento di ristrutturazione, il locale oggi si presenta come un insieme internamente piuttosto rimaneggiato, in cui si conservano buona parte di arredi d’epoca oggetto di restauro, affiancati da aeree seggiole firmate da Paolo Dominioni e lineari lampade sospese in cristallo, disegnate da Philip Stark.
2. Arredi esterni e interni
All’essenziale gusto razionalistico degli anni Trenta appartiene la devanture completamente in marmo, un’alta fascia grigia in cui si aprono ampie vetrine, racchiusa da zoccolo e cornice scuri su cui sono applicate corpose lettere oro delle insegne esterne.
L’interno è composto da un unico grande ambiente, ripartito in sala bar e zona pasticceria, che conserva alcuni arredi originali: il pavimento a tesserine di maiolica disposte a mosaico a formare riquadri grigi bordati bianco e nero, come i tavolini tondi in noce e piano di marmo che arredano la sala bar e i copritermosifoni in legno e rame.
Al 1912 risalgono invece i banchi in mogano del bar, pasticceria e il banco-cassa dall’elegante intarsio in madreperla e ottone, trasferiti dalla vecchia sede, accuratamente restaurati nel 2000, con la verosimile sostituzione in quest’intervento delle lastre di vetro opalino nel corpo a specchiature rettangolari e ovali (1).
Note
(1) Il bancone bar con ripiano in stagno risulta marchiato dall’officina di Giovanni Strola, di via Vanchiglia 22, fonderia in stagno, negli anni Venti specializzata nella manifattura di banchi e accessori in stagno per caffè, bar, alberghi.
Bibliografia
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2001 , pp. 65, 94, n. 11 p. 254
- Ronchetta, Chiara, Guida alle botteghe storiche di Torino, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, Torino 2005 , n. 51 p. 92
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2008 , pp. 65, 94
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe in Piemonte: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2008 , n. 226 p. 106
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Legge Regionale 4 marzo 1995/n. 34 “Tutela e valorizzazione dei locali storici” catalogo Guarini Piemonte, presso CSI Piemonte, Ruffino M.P.scheda n. R0330175 e Allegati
Fototeca
Ente Responsabile
- MuseoTorino, 2016