Pastiss della Cittadella
Completata la costruzione del corpo di piazza della Cittadella, nel 1572 è dato avvio al progetto, poi non completato, di dotare i bastioni rivolti verso alla campagna di difese esterne nella forma di complesse casamatte.
Il contratto per l’esecuzione della casamatta, progettata da Ferrante Vitelli ([1550]-1584) dentro il fossato di fronte al vertice del bastione San Lazzaro, risale al 25 gennaio 1572. L’opera, conclusa nel 1574, presenta il fronte esterno a profilo trilobato, formato da una spessa muraglia, di 2,80 metri di spessore, nella cui fondazione è ricavata una galleria di contromina con funzione di dispersione dell’onda d’urto di una mina lungo i suoi 140 metri di sviluppo ed espulsione dei prodotti gassosi dell’esplosione attraverso 15 pozzi aperti nella volta a botte. L’interno della sezione in elevato della costruzione è suddiviso in due livelli, due lunghi ambienti coperti con volta a botte che riprendono il profilo del fronte principale dell’opera, a loro volta suddivisi in compartimenti corrispondenti ad ognuno dei tre lobi, separati da muraglie dotate di feritoie per la difesa interna. Dal piano superiore, per mezzo di apposite caditoie, è possibile difendere quello inferiore nel caso di infiltrazione di elementi nemici. Entrambe le pareti esterne dei due livelli sono forate da feritoie incrociate, per la difesa del fondo e del ciglio del fosso. Il fronte di gola è invece dotato di cannoniere per il tiro rovescio con lo scopo di nettare il fossato ai piedi delle muraglie del bastione San Lazzaro. Alcuni pozzi, praticati nel cortile interno, garantiscono il ricambio rapido dell’aria e un minimo di illuminazione. Le comunicazioni interne fra i vari livelli e la batteria a tiro rovescio sono garantite da scale in muratura.
La fase settecentesca
L’opera comunica con la Cittadella per mezzo di un’ampia galleria che dal vertice ovest della casamatta, dopo aver attraversato il fossato (che difende per mezzo di feritoie aperte nel piedritto ovest) e il terrapieno del baluardo, sbocca all’interno nel corpo di piazza. L’opera, mai coinvolta in azioni belliche, è la sola fra quelle previste nel piano originario di Emanuele Filiberto a essere realizzata. Nel 1705 è incorporata nella nuova controguardia di Antonio Bertola (1647-1719); la fondazione del fronte principale e la contromina sono perforate in corrispondenza della bisettrice del lobo centrale per la costruzione della galleria capitale bassa del bastione San Lazzaro. Dopo la demolizione della Cittadella nel secondo Ottocento, i suoi spazi interni sono utilizzati, dopo l’apertura di apposite brecce nei voltoni, come discarica per i materiali di risulta dei cantieri edili dell’epoca.
Il secondo Novecento
La contromina cinquecentesca è in parte riattivata come rifugio di P.A.A. (Protezione Anti Aerea) durante la seconda guerra mondiale e nuovamente abbandonata. Riscoperta nel 1958 da Guido Amoretti (1920-2008) e Cesarino Volante, dal 1976 è oggetto di un cantiere permanente di scavo e recupero gestito dal Gruppo Scavi e Ricerche dell’Associazione Amici del Museo Pietro Micca, coordinato dalla Direzione del museo e sotto la direzione scientifica degli enti preposti alla tutela del patrimoni storico-archeologico. L’opera, di cui si conserva gran parte delle strutture, è ubicata al di sotto dei due isolati lungo il lato nord di corso Matteotti compresi fra corso Galileo Ferraris e via Amedeo Avogadro.
Bibliografia
- Busca, Gabriele, Della architettura militare di Gabriello Busca milanese. Primo libro, appresso Girolamo Bordone & Pietro Martire Locarni, Milano 1601
- Guido Amoretti, Breve storia di una grande fortezza in Col ferro col fuoco. Robe di Artiglieria nella Cittadella di Torino, catalogo della mostra (Torino, Museo Nazionale di Artiglieria, 15 marzo-15 ottobre 1995), Elemond-Electa, Milano 1995, pp. 28-36
- Scotti Tosini, Aurora, La cittadella, in Ricuperati, Giuseppe (a cura di), Storia di Torino. Dalla dominazione francese alla ricomposizione dello Stato, 1536-1630, Vol. 3, G. Einaudi, Torino 1998, pp. 414-447 Vai al testo digitalizzato
- Silvia Bertelli, Il cantiere della Cittadella di Torino, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 2000, relatore Vera Comoli
- Amoretti, Guido - Menietti, Piergiuseppe, Riscoperta e valorizzazione del forte torinese detto "Pastiss", in Amoretti, Guido - Petitti, Patrizia (a cura di), Atti del Congresso internazionale di archeologia, storia e architettura militare: a 40 anni dalla scoperta della scala di Pietro Micca, 1958-1998, Omega, Torino 2000, pp. 31-56
- Piergiuseppe Menietti, Nuove indagini sulla casamatta filibertiana detta “Pastiss”, in «Pietra e Acciaio - Quaderni dell’Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare», gennaio, 2003, pp. 2-8
- Amoretti, Guido - Menietti, Piergiuseppe, Torino 1706. Cronache e memorie della città assediata, Il Punto, Torino 2005
- Paolo Bevilacqua, Fabrizio Zannoni, Le “gallerie di Emanuele Filiberto”. Breve storia di un luogo comune, in Gustavo Mola di Nomaglio, Roberto Sandri Giachino, Giancarlo Melano, Piergiuseppe Menietti (a cura di), Torino 1706. Memorie e Attualità dell’Assedio di Torino del 1706 tra spirito europeo e identità regionale, Atti del Convegno, Torino 29 e 30 settembre 2006, Centro Studi Piemontesi, Torino 2007, pp. 291-336
- Gianluca Soccal, Strutture ipogee storiche, lettura e linee guida per un progetto di recupero: il caso del “Pastiss” della Cittadella di Torino, Politecnico di Torino, Facoltà di Ingegneria, 2008, relatore Pier Giovanni Bardelli
- Viglino Davico, Micaela (a cura di), Architetti e ingegneri militari in Piemonte tra '500 e '700. Un repertorio biografico, Omega, Torino 2008 , pp. 189-192
Fonti Archivistiche
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- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Materie Militari, Intendenza Generale delle Fabbriche e Fortificazioni, 1500-1820, Mazzo I da inventariare, «Discorso sopra le casematte ritrovate del ser.mo sig.r duca di Savoia», 1575.
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Materie Militari, Intendenza Generale delle Fabbriche e Fortificazioni, 1500-1820, Mazzo I da inventariare, «Sopra la casa matta fabricata nella contra scarpa inanzi la punta del beloardo per maggior fortezza della Cittadella», 1575.
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Materie Militari, Intendenza Generale delle Fabbriche e Fortificazioni, Mazzo III, «Relation de l’etat present de la Cittadelle de Turin, et Reflection sur les fortification qu’on y pouroit adioutter dedite à S.A.R.», 1702.
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Art. 193, Mazzo III, «Contratti seguiti avanti il Consiglio delle Fabbriche e Fortificazioni».
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Art. 205, n. 14, 1697-1698.
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino 1, «[Pianta della Cittadella di Torino]», seconda metà XVII secolo.
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