Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Pozzo Grande della Cittadella (resti archeologici)

Più noto come Cisternone, il Pozzo Grande, realizzato fra il 1565 e il 1607 per dotare la Cittadella di una fonte d’acqua perenne, deve la sua celebrità alla struttura a doppia rampa elicoidale affine a quella del Pozzo della rocca di Orvieto, detto di San Patrizio.


Lat: 45.07048 Long: 7.67102

Costruzione: 1565 - 1607

Variazione: 1689 - 1698

Dismissione: 1799

Restauro: 1890 - 1900

Trasformazione: 1899

Restauro: 1995 - 2006

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  • cisterna | edificio militare

1. La storia.

La fabricha del Pozzo Grande, progettato da Francesco Paciotto (1521-1591), parte del grande cantiere della Cittadella, è impostata nell’ottobre del 1565. Al termine dei lavori di scavo, condotti fino al livello delle acque di falda, segue, negli anni 1566-67, l’edificazione delle strutture sotterranee, due rampe elicoidali sovrapposte e indipendenti, costruite entro due canne concentriche in muratura, coperte con volta a botte, pavimentate in mattoni e illuminate per mezzo di grandi finestre aperte nel cilindro interno a cielo aperto. Al centro del Pozzo è ricavata la grande vasca circolare per la raccolta delle acque, delimitata da un basso parapetto in muratura. Nel 1607, con la costruzione del loggiato a colonne, al di sopra del portico al piano terreno, e del tetto a doppia falda, viene infine completato anche il fabbricato fuori terra, simile «ad un grande anfiteatro antico».
L’ingegnere militare Gabrio Busca (1540 ca-1605) lo descrive «di bellissima inventione» ove vanno i «ragazzi a cavallo a dargli bere, & quegli che sagliono non s’incontrano volendo con quegli che scendono» (Busca, pp. 246-247).
Dopo quasi un secolo di piena operatività, nel 1689, per ragioni belliche, sono smontati il tetto e tutto il loggiato a colonne. Il portico a pilastri scompare invece nel 1698, distrutto dall’esplosione della polveriera maggiore della Cittadella. Le rampe elicoidali, restaurate dopo l’assedio del 1706 ed ancora utilizzate per alcuni anni, risultano in parziale rovina alla fine degli anni Trenta del Settecento. Ulteriori guasti provocati nel corso dell’assedio del 1799 determinano il definitivo abbandono dell’opera, la demolizione di gran parte del sistema delle rampe ed il successivo completo interramento.

2. La riscoperta del Pozzo (1890-2006).

Le prime ricerche volte al recupero del Cisternone sono intraprese da Riccardo Brayda (1849-1911), ispettore degli Scavi e Monumenti del Circondario di Torino, negli anni Novanta dell’Ottocento, ma, contrariamente al suo progetto di conservarne i resti il Ministero della Pubblica Istruzione dispone, per ragioni economiche, l’interruzione dei lavori. La costruzione della scuola Ricardi di Netro, iniziata nel 1899, determina un ulteriore intervento di parziale demolizione per formare una parte dei sotterranei del nuovo edificio.
L’indagine archeologica moderna, impostata nel 1994 su progetto di Guido Amoretti (1920-2008), dopo una campagna di prospezioni preliminari, è proseguita con l’apertura di un cantiere di scavo, finanziato dalla Città di Torino, realizzato in due fasi fra il 1995 e il 2006 e condotto a cura del Museo Pietro Micca e dell’omonima Associazione, su concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte.
I lavori hanno permesso il recupero (in via Valfrè 8, nel cortile della scuola “Ricardi di Netro”) del tratto terminale inferiore di una delle due rampe elicoidali, di una delle grandi finestre d’illuminazione e del grande arco di accesso alla vasca per l’abbeverata.
Il pozzo di discesa utilizzato nel corso degli scavi consente oggi l’accesso alle strutture poste a circa 15 metri di profondità, occasionalmente visitabili contattando la direzione del Museo Pietro Micca.

Fonti Archivistiche

  • Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio di Roma (ISCAG), BB.ICO.951/D.8858, MORELLO Michel Angelo [Raccolta di disegni “militari” di Michel Angelo Morello].
  • Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Collezione Simeom, D1, CARRACHA Giovanni, Augusta Taurinorum, 1572.
  • Fondazione Torino Musei (FTM), Perspective de Turin vers le couchant, 1740.
  • Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Collezione Simeom, D 561, BRAYDA Riccardo, CISTERNONE DELLA CITTADELLA DI TORINO. SCAVO AUTORIZZATO DAL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, 1890.
  • Fondazione Torino Musei (FTM), Fondo Gabinio, 29AQ_061.
  • Fondazione Torino Musei (FTM), Fondo Gabinio 29AQ_062.
  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Conti, Fabbriche e fortificazioni, Art. 203, Mazzo 2, N. 15 «Registro de’ diversi mandati fatti per la fabrica della Cittadella di Turino. Incominciato il XV di Maggio 1565».
  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Conti, Fabbriche e fortificazioni, Cittadella di Torino, Art. 178, Mazzo 2 «Contorollo de’ mandati fatti per la fabrica della Cittadella di Torino dal 1565 sino al 1569».
  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Contratti, Art. 696, Paragrafo I «Contratti del Seg’ro Gromis 1565 in 1574».

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