Città e Cittadella di Torino attaccata da Gallispani lì 9 giugno 1706, liberata lì 7 settembre. Archivio di Stato di Torino, Corte, Carte topografiche per A e B, Torino 31. © Archivio di Stato di Torino
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Cascine torinesi durante l'assedio del 1706
Molte cascine del territorio torinese furono coinvolte, in vario modo, nelle vicende storiche e militari connesse all'assedio del 1706.
Nel 1706 parecchi edifici della campagna circostante Torino furono occupati e fortificati dall’esercito francese assediante e trasformati in depositi, officine, panifici, fortini campali con i muri di cinta perforati da moschettiere o utilizzati per importanti punti di appoggio logistico e strategico.
Diverse costruzioni rurali divennero quartieri per i militari e per gli ufficiali , i quali si sistemarono nelle ville e nelle cascine intorno alla città, senza rinunciare alle comodità a cui erano abituati. La sera del 7 settembre 1706, dopo la ritirata, in alcuni edifici rurali furono infatti rinvenuti preziosi servizi d’argento con le vivande pronte per il pasto, vasi dorati e ritratti del Re di Francia .
I mesi dell’assedio coinvolsero le cascine che circondavano Torino e le ville periferiche. Giuseppe Solaro della Margarita scrisse nel suo Journal historique du Siège che nei giorni tra il 16 e il 18 maggio 1706: “Dal nostro lato si abbatterono tutte le case di campagna che potevano mettere i nemici al coperto e facilitar loro gli approcci: e gli assedianti demolirono pure le cascine che erano dalla loro parte, per eliminare tutti gli ostacoli che potevano opporsi alla realizzazione delle loro linee e delle loro trincee alle quali lavorarono senza posa per metterle a punto al più presto”.
All’avvicinarsi dell’assedio, le gallerie sotterranee della Cittadella dovevano essere ampliate e rinforzate. Questi lavori richiedevano un ingente quantitativo di materiale da costruzione, in particolare mattoni, e poiché le fornaci non riuscivano a produrne in quantità adeguata, essi furono spesso recuperati dalla demolizione degli edifici e delle cascine.
Alla fine dell’assedio, vennero immediatamente iniziati i lavori per riparare e ricostruire le cascine che in breve risorsero nella campagna attorno a Torino. Attorno a molte di esse, il Duca Vittorio Amedeo II volle collocare i pilastrini in pietra grezza, con l’immagine della Vergine Consolata e la data 1706, in segno di ringraziamento.
Nell’individuare la posizione delle cascine è di grande aiuto il dipinto che il Principe Eugenio commissiona a Jacques Ignace Parrocel, La battaglia di Torino.
Per individuare tutte le cascine inserite in MuseoTorino selezionare dal menu la voce "Esplora" e ricercare "cascina" all'interno del campo "Categorie".
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Assedio del 1706
Da giugno a settembre 1706 Torino fu cinta nell’assedio delle truppe francesi; furono mesi di bombardamenti, «guerra nel sottosuolo», fame, culminati nella liberazione ad opera di Vittorio Amedeo II e del principe Eugenio.
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Cascina Morozzo
La cascina Morozzo, purtroppo oggi non più esistente, era una delle poche cascine di origine medievale meritevole di una particolare attenzione a causa delle vicende che l’hanno coinvolta. Localizzata lungo la strada per Collegno, era un complesso di notevoli dimensioni composto da diversi fabbricati rurali, l’abitazione civile e una cappella. Si ipotizza che venne scelta come abitazione da Nostradamus durante il suo soggiorno in Torino nel 1556.
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Cascina Zappata, già Marchisio
Il Zappata, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu anche conosciuto come cascina Marchisio, probabilmente dal cognome del proprietario originario. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, la cascina fu demolita nel secondo decennio del '900 per dar spazio al nuovo asse ferroviario del Lingotto.
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Casa di abitazione corso Giulio Cesare 129-131-133-135
Casa da reddito degli anni Trenta del Novecento di gusto razionalista, di significativo interesse documentario.
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Il Tempia
Il Tempia, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, è stato demolito sul finire del XX secolo per dar spazio ad alcuni capannoni industriali. La cascina fu coinvolta nell’assedio di Torino del 1706.
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Cascina Scaravella
La cascina, ora non più esistente, era situata all’incrocio ideale degli odierni corso Brin e via Assisi sull’area occupata poi dallo stabilimento Vitali delle Ferriere-Teksid.
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Cascina Serena, già San Tommaso
La Serena, cascina di pianura a corte chiusa di probabile origine seicentesca, appartenne nel XVIII secolo ai Carron di San Tommaso insieme alla vicina cascina successivamente denominata Tron e poi Marchesa. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu demolita nella prima metà del XX secolo.
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Cascina Riviera, già villa Casana
La Riviera, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu anche conosciuta come villa Casana dopo che ne furono demoliti i rustici sul finire del XIX secolo. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu demolita intorno agli anni '30 del Novecento. Oggi al suo posto sorge il Parco d'Arte Vivente.
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Cascina Verna nel quartiere Aurora
La Verna, cascina a corte chiusa di origine seicentesca, deve probabilmente la sua denominazione a una specie arborea molto diffusa nelle zone circostanti. E’ stata demolita tra il 1909 e il 1911 quando la zona è divenuta un’espansione urbana.
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Cascina Ferrera, cascina Rivagagliarda
La Ferrera, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, deve la sua denominazione al marchese Ferrero della Marmora che la possedette per circa due secoli. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, nella prima metà del XVIII secolo divenne un’unica proprietà con la vicina cascina Rivagagliarda. Fu demolita nella prima metà del XX secolo per dar spazio all’attuale via Cigna.
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Cascina Rivagagliarda, poi borgata delle Merle
La Rivagagliarda, cascina di pianura a corte chiusa di origine quattrocentesca, fu più volte demolita e ricostruita nell’arco di tre secoli. Posta su un terrazzamento nelle vicinanze del fiume Dora e in posizione strategica per la difesa militare della città, fu coinvolta prima nell’assedio di Torino del 1640 e poi in quello del 1706. Fu demolita nei primi anni del XX secolo per dar spazio alle attuali case popolari di via Cuneo.
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Cascina Ranotta
Cascina a corte chiusa di origine quattrocentesca, localizzata nei pressi di un ramo della bealera Vecchia di Lucento. La sua denominazione è legata ai primi proprietari: i Ranotti. L'edificio odierno si trova in mediocre stato di conservazione ed è utilizzato come residenza e officina.
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Cascina Porporata
La Porporata, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu una delle prime fabbriche rurali con villa annessa dell’agro torinese. Ebbe un ruolo fondamentale durante l’assedio di Torino del 1706 per via della sua posizione strategica sul cammino di Francia. La cascina è stata demolita nella seconda metà del XX secolo per dare spazio a un’area verde con installazioni sportive.
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Cascina Piscina, già Marchesa
La Piscina, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu denominata dal XVIII secolo "cascina Marchesa". Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu demolita nella prima metà del '900.
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Cascina Pellerina
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Si trova nei pressi del fiume Dora, vicino al Parco Carrara, meglio conosciuto come Parco della Pellerina.
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Cascina Panatera
La Panatera, cascina di pianura a corte chiusa di origine cinquecentesca, deve la sua denominazione al primo proprietario, il signor Panatero. Vicino alla cascina vi era un tempo un grosso albero, probabilmente un pioppo, dove si tenne il consiglio di guerra dei generali supremi dell’esercito francese il 7 settembre 1706.
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Cascina Pan e Vin
Cascina a corte chiusa di origine seicentesca. E’ una delle pochissime cascine ad avere un nome di pura fantasia e non desunto dal cognome del proprietario né dal suo titolo nobiliare né dalla sua carica presso la Corte sabauda. All’inizio del Novecento parte dei fabbricati furono trasformati e utilizzati come residenze private.
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Cascina Il Palassot
Il Palazzotto, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu una delle prime proprietà dei Carron di San Tommaso nell’area di Madonna di Campagna. La cascina, coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu demolita intorno agli anni ’70 del XX secolo. Al suo posto sorge ora la scuola media Antonio Vivaldi.
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Cascina Olivero
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Durante l’Assedio alla città di Torino del 1706, viene scelta come dimora e quartier generale del Duca De La Feuillade, da essa vengono decise le strategie d’attacco alla città di Torino.
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Cascina Mineur
Cascina di pianura a corte chiusa di origine cinque-seicentesca. Nelle carte dell’assedio di Torino del 1706 viene indicata come proprietaria la famiglia Mineur. In buono stato di conservazione, mantiene ancora la sua vocazione agricola.
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Cascina Martiniana
La Martiniana, cascina a corte chiusa della pianura torinese, fu costruita probabilmente nella seconda metà del XVII secolo. Utilizzata per il rifornimento delle truppe durante l’assedio di Torino del 1706, fu demolita intorno alla metà del XX secolo. La cascina fu colpita da una bomba incendiaria il 13 agosto 1943. Riportò danni consistenti con crollo dei muri divisori e laterali, di volte e capriate. Oggi, al suo posto trova sede la Centrale del Latte di Torino impiantata nel 1952.
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Cascina Marchesa
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Si trova nei pressi del fiume Dora, all’interno del Parco Carrara, meglio conosciuto come Parco della Pellerina. Di proprietà comunale, è stata assegnata in concessione dal Comune di Torino nel 2010 alla società sportiva Turin Marathon che ne ha fatto un luogo per attività sportive e ricreative.
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Cascina La Marchesa, già La Florita
Cascina di origine seicentesca denominata prima “La Florita” e in seguito “La Marchesa”. La parte meglio conservata è stata ristrutturata negli Anni Settanta del Novecento per essere adibita a sede di biblioteca e a centro culturale.
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Cascina Venisio, già Machiola
La Venisio, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita tra la prima e la seconda metà del XX secolo. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu al tempo denominata “Machiola”.
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Cascina La Grangia, Grange
Cascina di pianura a corte chiusa di origine quattro-cinquecentesca; esempio significativo di casaforte medievale che durante il XVII secolo viene trasformata in cascina. Durante l’assedio di Torino del 1706, assume rilevanza dal punto di vista militare perché è uno dei capisaldi della difesa della zona. Viene demolita nel 2001.
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Cascina Giusiana
La Giusiana, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita intorno alla metà del XX secolo. La cascina ebbe un ruolo importante durante l’assedio di Torino del 1706 in quanto era posta sulla linea di circonvallazione di ponente che partiva dal Castello di Lucento.
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Cascina Gioia
La cascina Gioia trae le sue origini da un piccolo fabbricato del XVI secolo successivamente elevato a grangia. Coinvolta nell'assedio di Torino del 1706, fu demolita nella seconda metà del XX secolo per dare spazio all'attuale corso Grosseto.
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Villa "Il Gibellino"
Tipica cascina extraurbana di impianto settecentesco, che conserva ancora in parte l’aspetto rustico originario con villa padronale, cappella e giardino. Riuscì a sottrarsi alla distruzione prevista dal piano regolatore del 1906.
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Cascina Giajone, il Giaione
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Neglià degli anni Ottanta del Novecento è stata sottoposta a interventi di restauro conservativo e di ristrutturazione, per ospitare gli uffici della Circoscrizione e, dal 1992, la Biblioteca Civica.
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Cascina Galliziana, Cascina della Città
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, è posta nella zona dove nel passato esisteva il porto di attracco sul torrente Stura, denominato del Bramafame o della Città. Il complesso ha subito numerosi interventi di restauro nella seconda metà dell’Ottocento, tra i quali spicca la trasformazione della torre colombaria, che diventa una torretta neo-medievale, con la sovrapposizione di una merlatura alla sommità.
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Cascina Fossata
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, ha grande rilevanza storica e architettonica. La denominazione deriva con tutta probabilità dal cognome dei Fossata, proprietari della struttura tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, prima della cessione ai Bernero
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Cascina Crema, già Cavour
La Crema, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita nella prima metà del XX secolo per dar spazio ai nuovi villini di corso Svizzera. Fu coinvolta nell’assedio di Torino del 1706.
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Cascina Comotto
Il Comotto, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, prende il nome dal primo proprietario, il senatore Maurizio Comotto. Nel complesso l’edificio, pur trasformato e privato di alcune parti, è in buono stato di conservazione.
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Cascina Continassa, Cascina Contina
Cascina di pianura a corte chiusa di origine tardo seicentesca. Sembra che il nomignolo spregiativo con cui è rimasta celebre, fosse riferito alla dama, ricca ma non nobile, moglie del Conte, non avvenente e sfortunata.
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Castello di Lucento
Raro esempio di residenza sabauda ancora esistente ubicata nella parte piana dell’area urbana torinese. Prima castello, poi edificio produttivo e residenza nobiliare, infine inserito nel tessuto industriale circostante.
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Casa Gilardoni Sondrio, Cascina Seraffino
Cascina a corte chiusa di origine seicentesca localizzata di fronte al viale che conduce al Convento Madonna di Campagna. Tra i secoli XVIII e XIX ha assunto un ruolo di primaria importanza grazie alla sua collocazione ospitando, tra l’altro, diverse attività di servizio legate ai trasporti. Recentemente l’edificio è stato oggetto di recupero e destinato a uso residenziale e a servizi.
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Cascina Calcaterra
Il Calcaterra, cascina a corte chiusa di origine seicentesca, fu coinvolto nell’assedio di Torino del 1706. Fu demolito nella prima metà del XX secolo per dar spazio a una serie di villini dal gusto neo-eclettico.
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Cascina Brusà
Cascina a corte chiusa con pianta ad “L”. L’edificio risulta essere stato tagliato in due dal prolungamento di via Viterbo; attualmente è di proprietà privata, in cattive condizioni di conservazione e, in parte, adibito a residenza.
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Cascina Bruné
Cascina di probabile origine seicentesca, denominata Brunero o Bruné, trasformata in edificio residenziale a inizio Novecento; conserva ancora in parte l’aspetto rustico originario anche dopo l’ultima ristrutturazione.
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Cascina Borello, Cascina Santa Chiara
Della cascina Borello, a corte chiusa di origine settecentesca, rimane solo una parte che costituiva la manica ovest del complesso. Attualmente l’edificio costituisce uno spazio dedicato a iniziative promosse dalla Circoscrizione 4.
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Cascina Bianco nel quartiere Vallette
La cascina Bianco, edificata probabilmente nel 1724, sorge su una grangia cinquecentesca distrutta durante l’assedio di Torino nel 1706.
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Cascina Bianchina
A partire dal secolo XIII si hanno notizie della Cascina Bianchina che la collocano nel proseguimento ideale degli attuali Corso Toscana e Via Assisi all’altezza di una curva del fiume Dora, attualmente deviato.
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Cascina Barolo, Casino Barolo
Cascina di pianura a corte chiusa di origine settecentesca che il marchese Ottavio Provana di Druent fece costruire, a partire dal 1717, su una preesistente cascina.
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Cascina Balbiano
La Balbiano, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita intorno alla metà del XX secolo. Fu coinvolta nell’assedio di Torino del 1706.
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Cascina Anselmetti, già Salvetti
L’Anselmetti, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita nella prima metà del XX secolo quando fu tracciato l’attuale corso Lecce. Fu coinvolta, insieme alle vicine cascine Calcaterra e Gibellino, nell’assedio di Torino del 1706.
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Cascina Amoretti
La cascina, appartenuta dalla prima metà del ‘600 all’abate Amoretti, fu più volte ampliata e rimaneggiata fino ad essere demolita, nel 1912, per dar spazio agli edifici di pertinenza della villa adiacente che fu edificata a partire dal 1760.
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Cascina Airale
La cascina Airale nasce come granaio della Real Casa all’interno del Regio Parco. Oggi è di proprietà comunale, in completo stato di abbandono e ridotta a rudere.
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Cippi commemorativi del 1706
Alcuni cippi votivi esistenti in diversi punti della città, in particolare nelle circoscrizioni 1, 5 e 6, sono le testimonianze superstiti di una serie di pilastrini collocati per volere di Vittorio Amedeo II sui luoghi della battaglia del 7 settembre 1706.
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Complesso del Drosso
Il Drosso è un insediamento rurale fortificato di origine tardomedievale e un’antica grangia cistercense. Si trova nell’attuale quartiere di Mirafiori Sud. Il complesso è costituito da un castello e da due cascine: la Torta, già Gromis e la Perino, già Robilant.
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Cascine a Torino
Carta Corografica dimostrativa del territorio della città di Torino, luoghi e parti confinanti.. Archivio Storico della Città, Simeom, D 1800. © Archivio Storico della Città di Torino
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Suggerimenti di lettura
- Solaro, Giuseppe Maria [conte della Margherita], Journal historique du siége de la ville et de la cittadelle de Turin en 1706, chez Pierre Mortier, A Amsterdam 1708
- Solaro, Giuseppe Maria [conte della Margherita], Journal historique du siége de la ville et de la citadelle de Turin en 1706. Avec le rapport officiel des opérations de l'artillerie, Imprimerie royale, Turin 1838
- Amoretti, Guido - Menietti, Piergiuseppe, Torino 1706. Cronache e memorie della città assediata, Il Punto, Torino 2005, pp. 204-205
- Massara, Gian Giorgio, Le cascine sono occupate: bruciano a centinaia i casini e le ville, in Mola di Nomaglio, Gustavo (a cura di), Torino 1706: memorie e attualità dell'assedio Torino del 1706 tra spirito europeo e identità regionale, Vol. I, Centro studi piemontesi, Torino 2007, pp. 349-358