Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Cascina Borello, Cascina Santa Chiara

Della cascina Borello, a corte chiusa di origine settecentesca, rimane solo una parte che costituiva la manica ovest del complesso. Attualmente l’edificio costituisce uno spazio dedicato a iniziative promosse dalla Circoscrizione 4.


VIA SALBERTRAND 57 int. 25

Notizie dal: 1706

Ampliamento: 1805

Trasformazione: XX Sec. (1900-1999)
Seconda metà, demolizione parziale/trasformazione

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  • cascina

Nella mappa dell’Assedio della Città di Torino del 1706, è riportato l’edificio originario del “Borello” con la denominazione “Santa Chiara”. Proprio a testimonianza dell’assedio, sulle pareti esterne sono state murate dai proprietari, i Daviso di Charvensod, due palle di cannone provenienti dalla Cittadella.

Nella Carta topografica della caccia del 1762 la cascina delle “M.M. S. Chiara” è costituita da due corpi di fabbrica isolati e disposti frontalmente.

Il Grossi nel 1790 censisce e rileva la “Santa Chiara cascina delle Reverende Monache di Santa Chiara di Torino situata alla destra della strada di Pinerolo vicino alla Madonna del Giarino distante un miglio e tre quarti da Torino”.

A causa della mutata situazione sociale e politica le monache lasciano l’edificio, che viene acquistata da un certo Borello, che si era arricchito con la fabbricazione di forniture militari. Il suo nome è rimasto alla cascina. Il complesso risulta a corte chiusa con le fabbriche disposte ad “L” ed è localizzato lungo una strada rurale e il braccio della bealera Colleasca, inserito in un paesaggio  costituito da cascine, prati e campi e particolarmente ricco di bealere. Nei pressi dell’edificio scorrono infatti i bracci delle bealere Cossola, Porte e Meana (la Colleasca e la Cossola vengono tracciate in epoca medievale e migliorate nel corso e nelle derivazioni per l’irrigazione ai terreni durante i secoli XVI e XVII).

Inoltre, nella seconda metà del XVIII secolo, nei pressi della cascina vi è una zona che viene utilizzata dalla Regia Università torinese nell’insegnamento pratico dell’idraulica, nota come il “sito degli idraulici esperimenti” presso la quale spicca la “torre idraulica “ o “castello delle acque”.

Nel Catasto napoleonico del 1805, si rileva un ampliamento della cascina mediante la costruzione di una nuova manica verso nord che trasforma la planimetria in una “C”.

Nel Catasto particellare Gatti del 1820 non si registrano ampliamenti planimetrici ed il Borsello risulta composto da casa civile, casa rustica, casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli), forno, vivaio, giardino, prati e campi. In quel periodo la proprietà è ascritta a Vincenzo e Luigi Bolmida.

Il Catasto Rabbini del 1866 non registra variazioni planimetriche, ma segnala un passaggio di proprietà a favore del signor Riberi.

La Variante al Piano Regolatore del 1926 rileva la cascina con pianta a “L” e giardino nei pressi dell’edificio.

Sino agli anni settanta l’edificio ha conservato le sue funzioni agricole. La planimetria a “L” è suddivisa in civile, stalle, casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli) e fienili. Di notevole interesse è il porticato ad archi, edificato in epoca ottocentesca, addossato ai locali utilizzati come stalle. La fabbrica a tre piani fuori terra, con veranda al piano terra edificata dopo la seconda metà del XIX secolo, può essere considerata una “villa” di piccole dimensioni.

Attualmente l’edificio, di cui rimane solo la manica est,  è una delle sedi della Circoscrizione 4 dove vengono organizzate diverse iniziative ed incontri.

 

Fonti Archivistiche

  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Amedeo Grossi, Carta Corografica dimostrativa del territorio della Città di Torino, 1791, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1800
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 27
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez.27, art. 1118
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1911, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D135
  • Servizio Tecnico Municipale del Comune di Torino, Pianta di Torino, 1935, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.8
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11

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