2 aprile 1944, l’eccidio di Pian del Lot
Il 30 marzo 1944, in un attentato dei Gruppi di Azione Patriottica, era morto un caporale tedesco. Come rappresaglia, i nazisti prelevarono 27 persone dalle carceri Nuove e la mattina del 2 aprile li fucilarono al Pian del Lot (Parco della Maddalena), dove c’era una postazione antiaerea tedesca.
«Eravamo verso il Colle della Maddalena; si udivano raffiche di armi automatiche; girato lo sguardo verso quel punto una scena orrenda si apre al mio sguardo: partigiani legati con le mani dietro la schiena vengono fatti avanzare verso una grande fossa, entro cui già giacciono dei compagni, falciati dalle armi automatiche, corpi solo straziati e gementi, a cui questi mostri in veste umana hanno negato anche il colpo di grazia. Assistiamo così all’eccidio dei restanti. Vengono fatti avanzare quattro alla volta verso la fossa e, colpiti a raffiche di mitra, cadono dentro la loro tomba; vediamo questi eroi avanzare a fronte alta verso il martirio. Finito l’eccidio noi fummo costretti a coprire la fossa nella quale molti erano soltanto feriti; gemiti e lamenti provenivano dalla fossa, fra le invocazioni con grande strazio riconobbi la voce del mio buon amico “Benvenuto” che invocava e implorava: “Mamma, mamma” ma niente poteva scuotere l’animo di quelle belve.»
Pierandrea Servetti, Torino tra guerra e resistenza: 1940-1945 con riferimenti alla zona di San Salvario, Cavoretto e Borgo Po, Città di Torino - Circoscrizione 8, 1997
«Alle prime luci dell’alba entra un tedesco in compagnia di un milite e prende dieci di noi. Ci fanno salire su un camion coperto. Veniamo portati così a Pino Torinese, vicino alle batterie contraeree nel versante di Chieri. Qui si trovano tedeschi e fascisti e numerose persone legate con le mani a quattro a quattro. Fra questi vi sono pure i nostri compagni di carcere. E così ha inizio l’assassinio dei nostri valorosi combattenti. Quattro alla volta vengono fatti avanzare sull’orlo delle fosse e mitragliati con un Breda. I condannati sono una ventina; ma due sole voci si elevano su tutti; quelle di Visconti e Benvenuto: “Viva l’Italia! Morte al fascismo!”. Questo grido si eleva al di sopra delle raffiche, penetra in noi che assistiamo inorriditi a così barbaro eccidio, e scuote tutte le nostre fibre. […] Finito l’eccidio noi fummo obbligati a ricoprire la fossa. Ed essi ancora non erano morti; gemevano e fra tutte si sentiva la voce di Rossi Walter che chiamava “Mamma! Mamma!”».
Testimonianza di Giovanni Borca “Oscar”, in Nicola Adduci, Pian del Lot. 2 aprile 1944, Istoreto e Consiglio regionale del Piemonte, Torino 2008
Bibliografia
- Servetti, Pierandrea, Torino tra guerra e Resistenza: 1940-1945. Con riferimenti alla Circoscrizione di San Salvario, Cavoretto e Borgo Po, Città di Torino. Circoscrizione VIII, Torino 1997
- Adduci, Nicola, Pian del Lot, 2 aprile 1944. Storia e memoria di una strage, Consiglio regionale del Piemonte - Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Torino, Torino 2004
- La Torino della Liberazione. Dagli scioperi del marzo 1944 alla festa del 6 maggio 1945, Priuli & Verlucca, Scarmagno 2011
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