Luci d’Artista Jeppe Hein “Illuminated Benches”
L’opera Illuminated Benches di Jeppe Hein, realizzata nel 2005, fa parte delle Luci d’Artista dal 2006. L’artista ha individuato una modalità di interazione tra pubblico, opera e luogo: le panche si illuminano quando ci si siede sopra e diventano parte integrante di un sistema modulare scultoreo e architettonico.
01 Illuminated Benches
“L’opera è stata ideata in occasione della T1 (Torino Triennale Tremusei, 11/11/2005-19/3/2006), poi acquistata dalla Città e inserita nel circuito di Luci d’Artista. L’installazione luminosa gioca con ironia e leggerezza sul tema della comunicazione e dello spazio urbano: i due set di panchine, organizzati a ferro di cavallo, materializzano infatti la possibilità di relazionarsi e di farlo, oltretutto, tranquillamente accomodati, dunque in un momento di tranquillità. L’artista innalza un oggetto comune, sul quale lo sguardo raramente di posa, al rango di centro relazionale, dove si può generare l`incontro tra le persone, ma anche tra persone e oggetto. Innanzi tutto le panchine, illuminandosi, rendono plateale la scelta di relazione tra i diversi soggetti seduti, marcandone la distribuzione e la vicinanza, quindi la volontà di comunicare o meno. In secondo luogo, il passante, attivando il meccanismo di accensione semplicemente sedendocisi sopra, interviene sull’opera, la modifica e produce anche una metamorfosi (di luce) nell’ambiente circostante. Può così configurarsi uno spazio raccolto, caldo e quasi appartato come un salottino estemporaneo, ma allora una sola panchina accesa può sottolineare una solitudine, un’esclusione. L`approccio ludico trasforma invece l`installazione in un dispositivo che stimola compulsioni di frenesia, come sembrerebbe indicare l’uso non ortodosso delle panchine da parte di molti fruitori, che le usano come pedana di salti, compromettendone il delicato funzionamento. D’altra parte è nell’opera stessa, concettualmente implicito, il concetto di sfida, che è una declinazione possibile dell’idea di relazione, e così è stato interpretato anche il giorno dell’inaugurazione, quando un gruppo di ballerini ha danzato intorno e sopra le panchine. Per lo stesso motivo, però, in occasione delle Universiadi, febbraio 2007, le "Illuminated Benches" sono state smontate per fare spazio all’area concerti: pur non confliggendo con il palco, sarebbero infatti state sommerse dalla folla degli spettatori e danneggiate. D`altro canto, è l’autore stesso a sostenere che non esiste un uso illegittimo delle sue "Illuminated Benches", essendo contrario a porre veti all’interazione tra le sue opere e il pubblico. In ogni suo lavoro Jeppe Hein mette lo spettatore nella condizione di partecipare all’opera stessa, completandone o attivandone il significato: le sue opere sono fatte per essere manipolate o comunque attraversate fisicamente dalle persone. C’è anche una componente di studio sociale, alla maniera degli scatti fotografici in successione realizzati da Mario Merz in locali pubblici: lavorare cioè sullo spazio e la sua continua trasformazione, operato dalle persone che lo vivono. Lavorando sullo stesso tema di design, Jeppe Hein ne ha prodotto numerose varianti interattive - panchine che si muovono, che fumano - stimolato dalla loro natura di oggetti comuni e allo stesso tempo simbolici” (1).
02 Luci d’Artista
Luci d’Artista è una manifestazione nata nel 1998 da un progetto di illuminazione pubblica realizzata in occasione delle festività natalizie. In seguito al successo ottenuto nel 1997 con il Presepe di Emanuele Luzzati in piazza Carlo Felice, la Città di Torino ha esteso l’iniziativa a diverse piazze e vie del capoluogo subalpino. Sono stati invitati artisti italiani e stranieri per interpretare le illuminazioni non come semplici decorazioni ma come opere d'arte, dando vita a un grande evento culturale, a un percorso espositivo d’arte contemporanea che, con l’impiego della luce, coniuga arte a paesaggio urbano e favorisce l’incontro tra il grande pubblico e la creazione artistica. La rassegna è in continua evoluzione: aumenta il numero degli artisti coinvolti, cambiano le vie e le piazze che ospitano le opere per creare uno spettacolo sempre nuovo e diverso di illuminazione scenografica della città.
03 Jeppe Hein (Copenhagen, Danimarca, 1974)
“Nato a Copenhagen in Danimarca nel 1974, vive e lavora a Berlino. Le sue installazioni indagano il rapporto tra pubblico e opera d'arte, sospendendo le leggi di causa ed effetto, creando situazioni in cui gli oggetti sembrano prendere vita e reagire alla presenza dei visitatori. Le opere esistono e si attivano solo in relazione allo spettatore, suscitando contemporaneamente un rapporto di gioco e di disturbo, di dialogo e di fastidio. In Shaking Cube del 2004, ad esempio, il lavoro si attiva azionato dai movimenti non coscienti dello spettatore captati da un campo invisibile di sensori. Hein chiama in causa le percezioni e le funzioni tradizionali dell’arte, creando un lavoro che può essere vissuto solo attraverso la partecipazione”(2).
Note
(1) Elisabetta Palaia in http://www.comune.torino.it/papum/user.php?context=opere&submitAction=dettaglio&ID_opera=M160
(2) da https://www.casaportale.com/public/uploads/bio.pdf ; si veda : http://www.jeppehein.net/pages/cv.php e per bibliografia (aggiornata al 2007) http://www.comune.torino.it/papum/pdf/Hein.pdf
Sitografia
- http://www.comune.torino.it/papum/user.php?context=opere&submitAction=dettaglio&ID_opera=M160
- https://www.casaportale.com/public/uploads/bio.pdf
- http://www.contemporarytorinopiemonte.it/LuciArtistaEventoRicorrente.aspx
- http://www.jeppehein.net/index.php
- http://www.lucidartistatorino.com/
- http://www.contemporarytorinopiemonte.it/LuciArtista2019.aspx
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