L'Università fu uno dei segnali di rinnovamento urbano; con la bolla del 1404 papa Benedetto XIII autorizzava il principe Ludovico d'Acaia ad aprire uno Studio Generale. La concessione pontificia fu confermata nel 1412 dall'imperatore Sigismondo. Il primo insegnamento fu il Diritto: era evidente la volontà di formare esperti giuristi da impiegare come funzionari al Comune e a corte.

Il primo problema che la nuova Università dovette affrontare fu il reperimento dei locali, sia per lo svolgimento delle lezioni sia per l'alloggio di studenti e professori.

Le prime sedi, come dimostra la contabilità comunale, furono abitazioni private, ubicate quasi tutte nel quartiere di Porta Pusterla (cioè nei pressi di piazza delle Erbe, odierna piazza Palazzo di Città).

All'insegnamento del Diritto, si aggiunse dal 1420, quello di Teologia, insegnata dai Francescani. Non è quindi un caso che la più antica sede universitaria cittadina si trovasse proprio a pochi metri dalla chiesa di San Francesco (attuale via San Francesco d’Assisi).

Fino al 1436 - anno in cui con patenti ducali fu stabilito che Torino era sede dello Studium - l'Università funzionò in modo discontinuo, sia a causa dell'attrito tra il Comune e il duca Amedeo VIII di Savoia, che chiedeva alla città un contributo maggiore per le spese, sia a causa dello spostamento di alcuni professori a Chieri e Savigliano.

Il trasferimento definitivo a Torino richiese una conferma, formalizzata dalle bolle di papa Eugenio IV (21 giugno 1438) e Felice V -cioè il duca Amedeo VIII divenuto papa con questo nome- (16 marzo 1441).