Gli esami di licenza nelle scuole elementari nell’Ottocento
Aboliti solo recentemente, gli esami segnavano i ritmi della scuola elementare ottocentesca, con prova anche al termine del secondo anno.
In Italia l’obbligo scolastico è imposto per la prima volta con la legge Casati n. 3725 del 13 novembre 1859, che articola l’istruzione elementare, gratuita, in due gradi, inferiore e superiore, ciascuno della durata di due anni. La gestione delle scuole è delegata ai comuni. L’obbligo scolastico, tuttavia, riguarda soltanto il primo grado, quello in cui s’insegna a leggere, scrivere, far di conto e religione. Nel 1877 la legge Coppino impone l’obbligo di frequenza scolastica fino ai 9 anni, senza però specificare limiti sulla classe. Coloro che frequentano tutto il corso di studi elementari, al termine della quarta classe devono affrontare un esame finale, che non ha però valore di licenza, ovvero non è titolo sufficiente per l’ammissione alle scuole secondarie. Gli alunni desiderosi di proseguire la carriera scolastica fino ai più alti gradi devono sostenere un altro esame di ammissione, diverso a seconda dell’indirizzo scelto.
È solo con il regolamento del 24 giugno 1883 che viene inserito un esame di licenza che garantisce l’acceso alle scuole ginnasiali, tecniche e di avviamento al lavoro, ma questo tipo di esame si svolge solo presso quei comuni che ne fanno richiesta, pagando una Commissione d’esame composta dal Regio provveditore agli studi, il preside e due maestri della scuola elementare, un maestro di ginnasio e uno della scuola tecnica. Il grosso inconveniente di questo sistema consiste nel fatto che il provveditore e i maestri ginnasiali non possono partecipare agli esami di tutti i comuni che ne fanno richiesta, e la loro presenza si restringe solo ai capoluoghi di provincia. Negli altri comuni la licenza elementare viene quindi conferita a cura dei maestri elementari, causando una disparità di trattamento e di garanzie tra gli alunni.
Nel 1888 un nuovo regolamento apporta ulteriori modifiche: si stabilisce che a tutti gli alunni che portano a termine con merito il percorso di studi elementari, nelle scuole pubbliche o private, di piccoli o grandi comuni, sia rilasciata una licenza con valore legalmente riconosciuto e uguale per tutti. Tutti coloro che invece avessero frequentato solo fino al quarto anno, sarebbero stati ammessi alle scuole mezzane solo previo esame di ammissione.
Nel corso dei decenni a venire, sebbene l’obbligo scolastico e la ripartizione dei corsi subiscano continue mutazioni, la situazione degli esami rimane pressoché invariata.
L’abolizione definitiva di qualsiasi genere di esame elementare è datata soltanto 2003, con la riforma Moratti.
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- Fondazione Tancredi di Barolo