Bombardamento 8 agosto 1943
L’8 agosto 1943 Torino fu bombardata dall’aviazione inglese (RAF). Il bombardamento durò 20 minuti, a seguito del bombardamento si registrarono 20 vittime e 79 feriti.
Il bombardamento dell’8 agosto 1943 fa parte della seconda fase di incursioni che colpì Torino: queste incursioni furono definite «terroristiche». Le azioni notturne erano compiute da grandi formazioni di quadrimotori della RAF che si susseguivano a più ondate, avendo come obiettivo una zona predefinita della città, che colpivano indiscriminatamente. Le bombe dirompenti usate furono di calibro grosso (1.000 libbre) e grossissimo (2.000 e 4.000 libbre) e furono lanciati anche spezzoni incendiari alla termite, le nuove bombe al fosforo e bottiglie e bidoni di benzina al fosforo. Ogni ondata sganciava prima le bombe dirompenti e poi gli ordigni incendiari. Questa tecnica rendeva impossibile l’impiego dei mezzi antincendio durante l’incursione e favoriva lo svilupparsi di incendi di vaste proporzioni.
Ai danni degli incendi si sommavano quelli delle esplosioni delle bombe dirompenti, che distruggevano gli edifici e bloccavano i servizi e le comunicazioni (interrotte le strade, i cavi elettrici e telefonici, le tubature del gas e dell’acqua). In questa seconda fase si assistette al primo vero sfollamento dei torinesi. L’impressione generale è che il bombardamento di obiettivi militari o industruiali rientrasse certamente nell’eventualità di ciascuna missione ma, al tempo stesso, che questa eventualità non costituisse lo scopo principale dell’azione. A provarlo è l’enorme quantità di mezzi incendiari fatti cadere a pioggia durante ogni azione, che potevano essere giustificati solo se l’intenzione era quella di terrorizzare, ma che risultavano di scarsa efficacia nei confronti di installazioni considerate in qualche modo strategiche.
L’incursione aerea degli inglesi dell’8 agosto con circa cento aerei di tipo Lancaster, Wellington, Stirling e Halifax si protrasse dalle 00.55 all’ 01.15. Durante l’azione su Torino furono sganciate 169 bombe dirompenti. Nonostante la brevità dell’incursione e il numero limitato di ordigni lanciati dai bombardieri, i danni furono amplificati dalla cronaca dei giornali, probabilmente colti di sospresa dalla nuova ondata di bombardamenti, che andavano a infrangere la convinzione che con la caduta del regime ci si dovesse attendere una battuta d’arresto. Le cronache dei giorni successivi insistettero con particolare enfasi sui danni al centro cittadino (che si aggiungevano a quelli dei precedenti bombardamenti). Sulla stessa zona si concentra la cronaca del bombardamento di Carlo Chevallard.
Bibliografia
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- Bassignana, Pier Luigi, Torino sotto le bombe nei rapporti inediti dell'aviazione alleata, Edizioni del Capricorno, Torino 2013
Sitografia
Fonti Archivistiche
- ASCT, fondo Prinotti, cartella 31, fascicolo 11, Diario n° 10, p. 24
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Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà