Elli Zerboni
Fondata nel 1912, si specializza nella produzione in serie di utensili, calibri e strumenti di controllo per lavorazioni meccaniche. Dal dopoguerra concentra la propria attività quasi esclusivamente nel settore dell’utensileria da taglio.
01. Elli, Zerboni & C.
Fondata nel 1912, con sede legale a Roma, ha a Torino il proprio stabilimento in corso Venezia 11, un complesso di “due piani fuori terra” (1), che occupa una superficie di 26.000 metri quadrati. Specializzata nella produzione di “utensili, calibri e strumenti di controllo per industria meccanica” (2), occupa nel 1928 circa 400 operai. I suoi prodotti sono utilizzati non solo in Italia, ma anche in Francia, Inghilterra, Germania, Belgio e Svizzera, paesi dove “l’industria meccanica è maggiormente sviluppata” (3). Nel 1942 impiega, 5 dirigenti, 170 impiegati e 1.100 operai, in gran parte specializzati, supportati da manovali e da una discreta percentuale di manodopera femminile, quasi esclusivamente concentrata nei reparti di fabbricazione punte elicoidali. Dopo averlo dichiarato “stabilimento di preminente interesse bellico” (4), le autorità militari tedesche decidono, in seguito all’aumento delle incursioni alleate, di decentrare, insieme ai macchinari più costosi, buona parte della produzione a Varallo Sesia e a Cureggio, piccolo centro della provincia di Novara, lasciando a Torino alcune lavorazioni eseguite sotto il controllo dell’esercito tedesco, per il quale l’azienda produce parti meccaniche ed utensili. Una produzione spesso sabotata dalle maestranze dello stabilimento, molto attive nel movimento partigiano cittadino. Nel dopoguerra, con alterne vicende, continua la propria attività, sviluppando produzioni tecnologicamente innovative.
02. Un'ancora, due mondi. Elli-Zerboni & Co. una storia di quattro generazioni di utensilieri
Il percorso storico biografico condotto da Claudio Speranza Zerboni e Franco A. Fava, attraverso il carteggio delle memorie del bisnonno Romolo, del nonno Renato, del padre Franco e della zia Maria Grazia di Claudio Speranza Zerboni, accompagna il lettore lungo il cammino della straordinaria ed avvincente storia dell’azienda Elli Zerboni & Co., in un arco temporale di oltre cento anni di evoluzione dell’industria, inserita nella realtà torinese ed approdata successivamente negli anni cinquanta in Argentina. Il tema trattato è molto affascinante, ove nel racconto si alternano alle vicende storiche numerosi aneddoti personali, rendendo così il racconto di piacevole lettura. Dall’altro canto la storia aziendale si intreccia con i grandi avvenimenti politici del XX secolo, per un verso drammatici e per l’altro straordinari, seguendo altresì le turbolente vicende dell’economia europea del XX secolo. Il testo dimostra quanto gli accadimenti della “grande” storia siano stati legati allo sviluppo aziendale, evidenziando altresì anche quanto siano stati intimamente correlati alle vicende politiche europee e a quelle della realtà industriale torinese, in un periodo di travagliati e drammatici avvenimenti segnati da due guerre mondiali e dai profondi cambiamenti socio economici del ‘900. Nel libro l’epopea della famiglia Zerboni-Speranza è scandita dai ritmi dell’incalzante sviluppo scientifico, motore di grandi trasformazioni della società durante il secolo scorso, altresì segnate da straordinarie invenzioni, innovazioni tecnologiche e cambiamenti sociali di enorme portata. L’Azienda Elli Zerboni & Co. è stata, suo malgrado, il contesto di riferimento di questo mutamento, sopravvivendo alle avverse condizioni economiche e politiche, grazie allo straordinario impegno dei suoi fondatori, illuminati imprenditori che hanno creduto nella loro opera professionale, orientandola verso l’impegno civile prima ancora di quello imprenditoriale. Sono queste le figure di imprenditori che hanno fatto grande l’Italia, ove molti di loro hanno saputo creare ricchezza e posti di lavoro, contribuendo così allo sviluppo economico e sociale di un Paese che solo alla fine dell’Ottocento si presentava nel contesto europeo ancora arretrato e caratterizzato da un’economia prevalentemente agricola e commerciarle, nonché come terra di emigrazione, collocandosi alla fine del Novecento tra le cinque - sei nazioni più industrializzate al mondo. Leggere la storia della Ditta Elli Zerboni & Co. attraverso le sue vicende, comprese quelle familiari, è possibile immaginare le condizioni di vita di Torino, dall’inizio del XX secolo fino alla seconda metà, ritrovando moltissimi spunti di riflessione sulle opportunità e sugli errori, che in termini retrospettivi, ora ci appaiono più evidenti. Le vicende industriali della Ditta Zerboni in Argentina, dal ramo discendente da quello originario italiano, sono state rappresentate nel libro dall’inizio degli anni ’50 fino ad oggi, in un percorso parallelo rispetto agli avvenimenti sociali e politici del grande Paese dell’America Latina. Da un lato la storia dell’emigrazione italiana, dalla seconda metà del XIX ad oggi, e dall’altro il processo d’industrializzazione dell’Argentina, iniziato dalla metà degli anni ’60 del novecento, sono stati i presupposti ove l’azienda Ezeta s.a., gemmata dalla torinese Elli Zerboni & C., ha ritrovato l’ideale humus per il suo stanziamento industriale, grazie all’apporto delle conoscenze tecniche messe a disposizione dalle prime maestranze di tecnici giunti dalla casa madre di Torino e dalle sinergie avviate con altre attività industriali italiane approdate in Argentina in quel tempo, come ad esempio il caso della Fiat nel suo primo stabilimento a Caseros (Buenos Aires), poi a El Palomar e a Cordoba (1969). In questo quadro d’insieme oggi la Ezeta s.a. è parte integrante dell’economia della nuova Argentina, ossia testimone di un’importante storia d’impresa, iniziata a Torino ed oggi ancora attiva a Buenos Aires. Nella parte finale dell’introduzione del testo in spagnolo si cita anche brevemente l’Istituto Professionale per l’Industria e l’artigianato Romolo Zerboni, fondato a Torino nel 1962, mentre nell'edizione in italiano Franco A. Fava svilupperà in modo ampio la storia dell'istituto professionale omonimo. Mai come oggi l’utilità della formazione professionale riveste un rilievo importante, al fine di garantire ad un Paese a preminente vocazione manifatturiera come l’Italia, la formazione di maestranze e di quadri tecnici. L’errore, culturale prima che organizzativo, è stato quello di non aver valorizzato negli ultimi decenni questi Istituti. Ora questa mancanza appare evidente, in un’epoca di grande disagio occupazionale giovanile, mentre dall’altro contesto il settore industriale sovente fatica a ritrovare nuove leve da inserire nei processi industriali ed artigianali, ove ancora oggi, nonostante l’evoluzione tecnologica, si sente la carenza di tale formazione tecnico-professionale. Nel lungo dibattito tra istruzione classica e scientifica da un alto e quella professionale dall’altro possiamo affermare che nella vita non esistono occasioni perse per un’emancipazione culturale delle giovani generazioni, bensì in ogni situazione, anche in quelle apparentemente meno appropriate, è possibile trovare il cammino verso la realizzazione professionale, coltivando giorno dopo giorno il desiderio di conoscenza, cercando caparbiamente tutte le migliori occasioni per giungere alla meta, senza necessariamente sentirsi meno adeguati e formati culturalmente, soltanto per il fatto di aver frequentato una scuola professionale rispetto ai corsi liceali. Questo libro potrà essere un’occasione per il lettore per trarre molti spunti di riflessione utili anche ai giovani di oggi, così disorientanti in un mondo in rapida evoluzione. Compito della società, ma soprattutto della classe dirigente e delle forze politiche, sarebbe quello di riprendere con dovuta attenzione questo tema per un’approfondita riflessione, al fine di offrire un nuovo futuro ai giovani nel proporre loro l’arte del fare, valorizzando contestualmente l’arte del lavoro, attività che per motivi culturali sono state purtroppo da molto tempo relegate nella scala dei valori ai margini della nostra società.
“C’era una catena di tre muratori occupati a passare i mattoni. Interrogati, il primo risponde: io passo dei mattoni. Il secondo: io costruisco il muro. Ma il terzo: io innalzo una cattedrale”. (Adriano Olivetti) (5).
Note
1. Archivio di Stato di Torino, Intendenza di Finanza, Reparto VI, Danni di guerra, Domande di risarcimento danni di guerra Elli Zerboni, Cartella n. 3177
2. Ibidem
3. Gastaldi, Gino, Società Anonima Elli Zerboni & C. Torino. Fabbrica italiana utensili per le industrie meccaniche e navali, in «Torino. Rivista mensile municipale», A. VIII, n. 10, ottobre, 1928, Torino, p. 731
4. Archivio di Stato di Torino, Intendenza di Finanza, Reparto VI, Danni di guerra, Domande di risarcimento danni di guerra Elli Zerboni, Cartella n. 3177
5. Speranza Zerboni, Claudio - Fava, Franco A. , Un'ancora, due mondi. Elli-Zerboni & Co. una storia di quattro generazioni di utensilieri, Ezeta Lises, Buenos Aires - Torino, 2016
Bibliografia
- Gastaldi, Gino, Società Anonima Elli Zerboni & C. Torino. Fabbrica italiana utensili per le industrie meccaniche e navali, in «Torino. Rivista mensile municipale», A. VIII, n. 10, ottobre, 1928, Torino, p. 731 Vai al testo digitalizzato
- Speranza Zerboni, Claudio - Fava, Franco A., Un'ancora, due mondi: Elli-Zerboni & Co. Una storia di quattro generazioni di utensilieri, Ezeta Lises, Buenos Aires - Torino 2016
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Archivio di Stato di Torino, Intendenza di Finanza, Reparto VI, Danni di guerra, Domande di risarcimento danni di guerra Elli Zerboni, Cartella n. 3177.
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