Cascina Montù
L’edificio è probabilmente il più antico del Basso San Donato e l’unico esempio di cascina sopravvissuto in quest’area.
Oppresso dai condomini incombenti, in cui è ormai incastonato, l’edificio mantiene la parziale struttura originaria di cascina, con il ballatoio che dava sull’aia e che ora è sedime stradale: un nespolo e una vite sono testimoni viventi del tempo, evocativi e preziosi ornamenti ormai fuori
moda.
Sopravvissuto quasi miracolosamente all’espansione edilizia rimane una testimonianza tenera e stupefacente di un passato lontano, che lascia intravedere l’assetto del territorio, quello che si legge nelle mappe storiche.
Alcune modificazioni intervenute tra gli anni ’50 e ’80 del Novecento non hanno sostanzialmente alterato l’impianto originario1.
La sua presenza è attestata sin dall’Ottocento, con un progetto di «ricostruzione ed alzamento che il Sig. G.pe Casalegno domanda di conservare alla già Cascina Montù ora di sua proprietà», a cui fanno seguito negli anni successivi progetti di nuove costruzioni residenziali e rurali sull’adiacente terreno del medesimo proprietario2.
La rilevanza del sito è anche documentata dalle coeve carte topografiche, che descrivono la cascina Montù immersa in un territorio ancora profondamente rurale3, e da altre anteriori, che consentono di datarla al 18604.
Defilata rispetto alle principali traiettorie di comunicazione dell’epoca, la cascina sfugge alle trasformazioni edilizie che si vanno affermando.
L’individuazione del sito e del relativo edificio, pur non più denominato, è ancora possibile in carte anteriori fino al «Catasto Gatti» (1820-30) e a quello Napoleonico, i primi della Città5.
E della cascina Montù si trova traccia anche nella documentazione dell’epoca napoleonica, di proprietà di Montù Jean Antoine6.
Ancora in una carta risalente al 17497 è possibile individuare il sito in cui si trovava la cascina, che sarebbe stata conosciuta come «cascina Montù», testimone silenzioso di un passato remoto.
Note
1 Archivio edilizio della Città di Torino, Condominio Cannella Arcangelo, Via Don Bosco n. 18.
2 Archivio Storico della Città di Torino, Progetti edilizi, 1875/112, 1885/181, 1889/1.
3 Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, Serie 1K 13 tavv. 289 e 306, rispettivamente del 1888 e 1890.
4 Come viene evidenziato dalla «Pianta geometrica della Città di Torino», la cui datazione è tuttavia incerta, anche se si può ritenere attendibile la nota a matita che vi è stata apposta (Archivio Storico della Città di Torino, Simeom, D 106).
5 Si vedano il «Piano generale della Città di Torino» (1852), la «Carta geometrica del Territorio di Torino» (1833), il «Catasto Gatti» (1820-30) e il «Catasto Napoleonico» (1805).
6 Archivio Storico della Città di Torino, Catasto Napoleonico, Classamento, 1807/49-71, sezione 61, n. 34.
7 Archivio Storico della Città di Torino, Carte Sciolte, n. 2055.
Fonti Archivistiche
- Archivio edilizio della Città di Torino, Condominio Cannella Arcangelo, Via Don Bosco n. 18.
- Archivio Storico della Città di Torino, Progetti edilizi, 1875/112, 1885/181, 1889/1.
- Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, Serie 1K 13 tavv. 289 e 306.
- Archivio Storico della Città di Torino, Simeom, D 106.
- Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, 54.5.2.
- Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, rotolo 3 D.
- Archivio Storico della Città di Torino, Catasto Gatti, sezione 61.
- Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Finanze, Catasto Napoleonico.
- Archivio Storico della Città di Torino, Catasto Napoleonico, sezione 61.
- Archivio Storico della Città di Torino, Catasto Napoleonico, Classamento, 1807/49-71.
- Archivio Storico della Città di Torino, Carte Sciolte, n. 2055.
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