Che razza di storia
L’installazione multimediale è un evento espositivo realizzato nell’ambito del progetto “1938-2018. A 80 anni dalle Leggi razziali” in Palazzo San Daniele, Quartieri militari - Polo del ’900. Aperta al pubblico da novembre 2018 a febbraio 2019 mira a dare un quadro d’insieme sulle leggi razziali del 1938.
01. Il progetto
L’installazione multimediale è un evento espositivo realizzato nell’ambito del progetto “1938-2018. A 80 anni dalle leggi razziali”, sviluppato a Torino nell’arco del 2018 in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’emanazione delle Leggi razziali.
Nell’autunno del 1938 furono emanate le “leggi razziali”, un corpus di provvedimenti legislativi che sancirono, per i cittadini italiani “di razza ebraica”, la progressiva privazione dei diritti civili. Colpisce oggi la sproporzione fra l’ampiezza del periodo trascorso dalla svolta antiebraica di Mussolini e la dimensione limitata della consapevolezza formatasi nel nostro Paese riguardo alla corresponsabilità delle istituzioni e di una parte della società italiana nella politica persecutoria di quegli anni.
In occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi contro gli ebrei emanate dal regime fascista, il progetto 1938-2018 dedica un anno a un momento cruciale della storia del nostro Paese. L’obiettivo è quello di mantenere vivo il ricordo attraverso una riflessione profonda che porti a una più ampia consapevolezza su quel capitolo di storia e, nello stesso tempo, affronti il tema quanto mai attuale del razzismo e della xenofobia.
In particolare nell’autunno 2018 si concentrano le iniziative al Polo del ‘900 e all’Università degli studi di Torino: workshop, dibattiti, rassegne cinematografiche, performance teatrali, incontri, esposizioni, attività educative, laboratori didattici, percorsi tematici in città. Due i momenti espositivi: Scienza e vergogna, al Rettorato dell’Università di Torino, che racconta responsabilità e ambiguità nel rapporto dell’università con le politiche razziali della dittatura, e Che razza di storia, al Polo del ‘900. Molte anche le iniziative in altre istituzioni cittadine che hanno aderito all’appello a partecipare al progetto con iniziative diffuse sul territorio (https://museodiffusotorino.it/Files/Eventi/0000-il-programma-degli-eventi.pdf).
02. L'installazione
Attraverso una forma facilmente accessibile e interattiva, il percorso multimediale interattivo intende offrire un quadro di riferimento utile a collocare nel tempo e nello spazio la leggi razziste, richiamando la concreta realtà dei fatti accaduti e proponendo alcuni interrogativi. Documenti, immagini, filmati, testimonianze audio accompagnano il visitatore in un’esperienza emozionale condotta da luci, suoni e immagini. Le domande lungo il corridoio d’accesso pongono al visitatore alcune questioni universali e attualizzanti legate al razzismo e all’intolleranza.
Il percorso di visita si articola in tre sezioni: Le leggi del 1938: una rottura nella storia d’Italia; 1943: Il salto verso il nulla; Dopo il 1945: il silenzio, la memoria, la storia.
Le leggi antiebraiche del 1938 sono uno sviluppo conseguente della politica condotta da Benito Mussolini sin dalla presa del potere nel 1922: una politica intesa a cancellare le libertà fondamentali con misure eccezionali contro qualsiasi forma di dissenso ed esaltare il predominio della “razza italiana”, fino alla guerra coloniale contro l’Etiopia (1935). Quelle leggi, accolte con indifferenza dalla maggioranza della popolazione, sono però anche espressione della svolta totalitaria e dell’autonoma volontà persecutoria del regime fascista.
La persecuzione si protrae fino alla caduta del regime e alla destituzione di Mussolini, il 25 luglio 1943. Ma l’8 settembre la situazione si aggrava drammaticamente. Il 30 novembre, con la circolare “Buffarini Guidi”, il nuovo potere fascista sancisce l’arresto sistematico degli ebrei. Da quel momento, fino alla Liberazione del 25 aprile 1945, i nazisti e le forze di polizia italiane, coadiuvate dalle milizie repubblicane e da forze irregolari, organizzano i rastrellamenti e la deportazione. Il Paese è diviso: una minoranza di collaborazionisti denuncia gli ebrei e contribuisce al loro arresto, mentre una parte crescente della popolazione si rende disponibile a nascondere e aiutare i perseguitati.
Dopo il 1945, per quasi cinquant’anni, in Europa e in Italia prevale un generale silenzio sulle persecuzioni e sullo sterminio degli ebrei, rotto soltanto da alcune voci di sopravvissuti e dai primi processi contro i criminali nazisti. Con il crollo del sistema sovietico nel 1989 e la fine della guerra fredda, la nuova Europa ripensa alle proprie radici, cercando, negli orrori del Novecento, le ragioni di un futuro diverso. La riflessione sull’annientamento degli ebrei e di altri gruppi sociali, compiuto dai nazisti e dai loro alleati, produce una nuova consapevolezza sull’importanza di affermare e difendere i diritti fondamentali di ogni essere umano. Insieme, lo studio sistematico di quelle vicende consolida un patrimonio di conoscenze storiche divenute oramai un punto di riferimento ineludibile.
La curatela scientifica dell’installazione è di Fabio Levi, Barbara Berruti, Guido Vaglio e Paola Boccalatte, l’allestimento è di Aurora Meccanica.
Bibliografia
Sitografia
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Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà
- MuseoTorino