Locali storici: Caffè e Ristoranti
Locali pubblici per eccellenza, i caffè cittadini hanno avuto la loro grande diffusione nell'Ottocento trasformandosi in luoghi di incontro e dibattito politico e culturale; sono caratterizzati da uno specifico decoro che riprende il gusto e l'atmosfera del salotto borghese, mentre, sull'esempio dei bar inglesi, bevande in genere si consumano rapidamente in piedi in spazi più ridotti che trovano sfogo nei dehors antistanti. Ancor oggi, pur nella commistione dei due generi, i locali più integri mantengono viva la memoria di questa distinzione ottocentesca.
Nota alla tipologia storica *
I primi locali adibiti alla mescita sono documentati già nel Cinquecento, ma risale all'Ottocento la loro grande diffusione e trasformazione. Ben presto essi si specializzano e si differenziano per arredi e dimensioni: bar e vermouthieri hanno di solito spazi più ridotti e arredi più sobri rispetto ai caffè. I caffè, segnalati all'esterno da una devanture in legno, sono spesso costituiti da numerosi locali il cui arredo ripropone l'atmosfera del salotto elegante. Le diverse sale, ognuna con una specifica funzione (sala lettura, sala gioco, fumoír, ritrovo per le signore), rivestite da alte boiseries, accolgono poltrone e sofà imbottiti da velluti e broccati, lampadari di cristallo, dipinti e decorazioni a soffitto. Il bancone è sovente in legno pregiato con inserti in ottone e piano in marmo, mentre le scaffalature retrostanti sono sorrette da colonnine tortili con una superficie specchiante che moltiplica bottiglie e contenitori. Tra Otto e Novecento l'arredo dei caffè muta con l'evoluzione del gusto e sparisce la distinzione dei locali. La progettazione e l'esecuzione dell'interno e dell'esterno della bottega sono affidate ai più valenti artigiani e professionisti. Per i banconi, dalla sagoma più articolata, si usano marmi screziati e inserti in rame e ottone, con piani spesso in alluminio e stagno. Compaiono le prime macchine per il caffè espresso. Le realizzazioni successive ripropongono invece lo stile aristocratico del salotto piemontese, con ambienti di ispirazione settecentesca. I ristoranti si differenziano secondo la loro ubicazione: le locande poste sulle vie d'accesso alla città garantivano, oltre al cambio dei cavalli, un ristoro economico per i viaggiatori e nel tempo si sono trasformate in trattorie. Dall'evoluzione dell'attività di confettieri, distillatori e acquacedrari nascono invece in città nuovi ed eleganti locali per la ristorazione, di cui il Cambio rappresenta un caso esemplare.
Note
* Testo per l'edizione dell'Archivio Storico della Città di Torino, 2006, Negozi e locali, cit. in Biblografia, p. 68.
Bibliografia
- Gambarotta, Bruno, Caffè e ritrovi borghesi, in Castronovo, Valerio (a cura di), Storia illustrata di Torino. Torino nell'Italia Unita, Vol. 5, Sellino, Milano 1993, pp. 1481-1500
- Festa, Stefania - Ruffino, Maria Paola, Caffè, in Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2001, pp. 72-73
- Ruffino, Maria Paola, Le attrezzature, in Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2001, pp. 61-69
- Traversi, Paola, Gli arredi interni, in Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2001, pp. 55-60
- Negozi e locali storici di Torino, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2006 , pp. 68-101
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- MuseoTorino, 2017