Abarth
Casa automobilistica italiana fondata nel 1949 da Karl Abarth. Tra i prodotti, veicoli rinomati per le alte performance a fronte di compattezza e kit destinati al tuning, ovvero alla modifica dell’autovettura rispetto agli standard di produzione per adeguarla ai bisogni della clientela.
1. L'Azienda
La Abarth è una casa automobilistica italiana, fondata a Bologna il 31 marzo 1949 (1) dal pilota e imprenditore ingegnere italo-austriaco Carlo Abarth (1908-1979) e dal pilota Guido Scagliarini.
Nata come scuderia sportiva, incentrata sulla produzione di autovetture di piccola cilindrata, deve il suo successo alla creazione delle inconfondibili marmitte Abarth e ai kit preparatori, destinati alle principali case d'auto sportive italiane. Dopo un breve periodo come pilota professionista, Abarth entrò a far parte della scuderia Motor Thun grazie al pilota Josef Opawsky lavorando alle revisioni dei veicoli e al collaudo di nuove soluzioni grazie a questa attività poté creare il suo primo telaio motociclistico in collaborazione con la Degan.
Dopo il fallimento della Cisitalia nel 1949 (2), Carlo Abarth ottenne come liquidazione alcune vetture, creando la società che ancora oggi porta il suo nome. Scelse come simbolo lo scorpione occupandosi inizialmente solo di elaborazioni. L’azienda rimase indipendente fino al 1971, anno in cui venne acquistata dalla Fiat. L’azienda collaborò a livello progettuale con la Lancia affiancandosi al designer brand Pininfarina.
2. I kit Abarth
Dalle casse di materiali del Reparto Corse Cisitalia venne alla luce un prototipo del sistema di alimentazione e scarico basato sulle idee di Giovanni Savonuzzi per la Cisitalia 360. Fu deciso di commercializzare accessori studiati per le vetture di produzione in serie e destinati ad aumentarne le prestazioni o risolverne alcune carenze prestazionali. Al Salone di Torino del 1950 la Abarth presentò al pubblico e alla Stampa i suoi kit per migliorare il sistema di alimentazione, di scarico e di raffreddamento della "FIAT Topolino" a un prezzo di 5.950 Lire, seguiti dalle versioni per altre vetture di grande produzione come la FIAT 1100, FIAT 1400 e FIAT 1500, la Lancia Aprilia, Lancia Ardea e Lancia Aurelia e la Renault 4CV.
Grazie al grande ingegno del suo fondatore, l'Abarth diventò così una vera e propria officina dove era possibile acquistare autovetture o, in caso di possesso di un’automobile compatibile, installare i kit di componenti avanzati. Quest’ultimi potevano prevedere anche installazioni di elementi accessori quali cerchi in lega di raggio superiore, molle ribassate, freni maggiorati ed elementi estetici quali sedili sportivi, copri-pedali specifici, poggia-piedi in alluminio e altro. Un sistema semplice, innovativo, che diede ai suoi prodotti un chiaro vantaggio prestazionale e un sound dell’autoveicolo sordo e pieno, del tutto inconfondibile e caro agli amatori.
L’innovazione, la “riuscita” commerciale e la qualità dei prodotti determinarono il successo della piccola fabbrica torinese, trasportandola nei mercati di tutto il mondo.
3. Il logo
Il logo Abarth (3) raffigura uno scorpione stilizzato, quintessenza della filosofia del marchio: un qualcosa di dimensioni contenute pronto ad esprimere tutta la sua aggressività e… potenza. Inoltre, lo scorpione è niente meno che il segno zodiacale del fondatore stesso. Nello scudo, originariamente non presente, sono impiegati i colori rosso e giallo che rievocano il mondo dell’automobilismo sportivo.
La collezione storica aziendale dell'Abarth è conservata presso l'Heritage Hub di Mirafiori (4). Una selezione di veicoli è inoltre in mostra al Museo dell’Automobile di Torino (5).
Note
- https://www.fcaheritage.com/it-it/brand/abarth-azienda consultato in data 13/07/2021
- https://www.fcaheritage.com/it-it/brand/abarth-automobili consultato in data 16/02/2021
- https://www.fcaheritage.com/it-it/brand/abarth-logo consultato in data 29/02/2021
- https://www.fcaheritage.com/it-it/heritage/luoghi/heritage-hub consultato in data 13/09/2021
- Museo dell’automobile, Corso Unità d'Italia, 40, 10126 Torino TO
Bibliografia
- Fagiuoli, Gianfranco - Gerosa, Guido, Carlo Abarth, Automobile club d'Italia - L'editrice dell'automobile, Roma 1967
- Greggio, Luciano, Abarth: l'uomo, le macchine, Nada, Vimodrone 2002
- Deganello, Elvio - Rizzoli, Arturo, Tutte le Abarth, Nada, Vimodrone 2008
- Donati, Renato, Abarth Gran Turismo "da corsa": 1949-1971, Nada, Vimondrone 2017
Sitografia
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Ente Responsabile
- CSSD (Centro Studi Storia del Design in Piemonte)