Palazzina di Caccia di Stupinigi
L’edificazione della palazzina venatoria extraurbana si basa sulla commessa di Vittorio Amedeo II, nel 1729, al Primo Architetto Regio, Filippo Juvarra, per un ridotto casino di caccia, da collocarsi sui terreni del Castelvecchio di Stupinigi, già di possesso, dal 1573, dell’Ordine Mauriziano. Nonostante i completamenti e gli ampliamenti successivi, il raffinato impianto juvarriano è mantenuto nella scelta di assecondare, con il disegno, il tracciato delle rotte di caccia.
Il terreno su cui sorge la residenza venatoria, già appartenuto all’abbazia di Novalesa e a diverse famiglie nobiliari, è dal 1573 di proprietà della Sacra Religione dei Santi Lazzaro e Maurizio (Ordine Mauriziano), di cui Vittorio Amedeo II (1666-1732), come sovrano sabaudo, è Gran Maestro. Su quest’area – forse su richiesta del principe ereditario Carlo Emanuele, futuro re Carlo Emanuele III (1701-1773) – Vittorio Amedeo II commissiona a Juvarra una piccola residenza nella quale l’attività venatoria si coniughi con la complessa “epifania” della corte. L’architetto coglie appieno il senso della commessa, ordendo un sistema che si innesta sulle rotte di caccia e se ne appropria, facendole convergere nel fulcro rappresentato dal grande salone centrale, mentre il treno di caccia, con la sua rigorosa gerarchia – ben rappresentata nelle vedute del pittore Vittorio Amedeo Cignaroli (1730-1800) – si snoda lungo il viale rettilineo che congiunge il casino alla Porta Nuova della città. Il progetto juvarriano sceglie un modello per «masse edilizie minime: un pavillon-système senza magnificenza, fondato su snodi, aperture e relazioni tra interno ed esterno» (Defabiani, in Comoli 2001, p. 136), ben esemplificato dagli schizzi conservati ai Musei Civici di Torino, poi completato e in parte modificato sotto Carlo Emanuele III per ampliare le scuderie (dal 1731) e soprattutto con l’intervento del nuovo Primo Architetto di S.M, Benedetto Alfieri (1699-1767) per ospitare una corte in crescita. Tra il 1730 e il 1736, iniziano i lavori sotto la direzione dell’architetto Giovanni Tommaso Prunotto (data nascita ignota -1775), attestati nel 1732-34 soprattutto sul salone centrale, poi sopraelevato da Alfieri (1736), che aggiungerà, dal 1739, le due ali per il duca del Chiablese a est e per il duca di Savoia a ovest, nel nodo delle torrette juvarriane, modificando in modo evidentissimo l’originario disegno, che da aperto si fa serrato, mentre la sopraelevazione delle scuderie e dei canili e la chiusura delle gallerie (1761), fanno passare la dimensione del casino a quella di una residenza a tutti gli effetti.
A partire dal 1741, undici cascine rurali sono realizzate lungo l’asse di collegamento con la capitale, poi ampliate e ridefinite nel 1759, mentre sin dal 1738 l’architetto Prunotto è coinvolto nella progettazione ed esecuzione della chiesa che diventa uno degli elementi principali dell’esedra di coronamento del complesso.
Ulteriori interventi, nuovi canili su progetto dell’architetto Ignazio Birago di Borgaro (1721-1783), realizzati a partire dal 1771, la costruzione delle nuove scuderie, i due lunghi fabbricati rettilinei, compiuti tra il 1789 e il 1792, cui si associa la ridefinizione degli alloggi per il personale di caccia (1790) per mano dell’architetto Ludovico Bo (1721-1800), costantemente impegnato nel cantiere dal 1755 al 1790, definiscono l’attuale conformazione del complesso, da leggersi tuttavia in stretta relazione con la definizione dell’esedra d’arrivo, della chiesa parrocchiale e soprattutto del sistema di cascinali allineati lungo il vialone di collegamento con la capitale. Il Plan de Stupinis et de ses environs (Archivio Ordine Mauriziano in Torino), della fine del XVIII secolo mostra appieno il sistema integrato vialone-esedra-palazzina-giardino-rotte nella sua conformazione finale definita dal profilo, lungo la via e il viale anulare, dei pioppi cipressini e, sul retro della residenza, del grande giardino formale ridisegnato dal giardiniere paesaggista Michel Benard nel 1740.
Nel 1919 la palazzina è dismessa e ceduta al Demanio dello Stato, per essere consegnata nel 1926 all’Ordine Mauriziano. Nello stesso anno vi è fondato il Museo dell’Ammobiliamento, riallestito nella sua logica attuale, nel 1966, sotto la direzione di Noemi Gabrielli.
Cronologia
1573, concessione dei terreni di Stupinigi e Vinovo alla Sacra Religione dei Santi Maurizio e Lazzaro (Ordine Mauriziano);
1729, incarico al Primo Architetto di S.M Filippo Juvarra dal sovrano Vittorio Amedeo II del disegno della palazzina;
1732-34, lavori al salone centrale;
1736 il Primo Architetto di S.M Benedetto Alfieri innalza il tetto del salone e realizza le due maniche laterali;
1738, progettazione ed esecuzione della chiesa da parte di Prunotto
1740, progettazione del giardino da parte dell’architetto paesaggista Michel Benard;
1741, undici cascine rurali sono realizzate lungo l’asse di collegamento con la capitale;
1754, progettazione del vialone di collegamento alla città, già prefigurato, ma fino a questo momento non ancora eseguito;
1759, Benedetto Alfieri amplia il complesso delle cascine e delle scuderie;
1755-1790, si occupa costantemente del cantiere l’architetto Ludovico Bo;
1771, realizzazione dei canili a croce greca su progetto dell’architetto Birago di Borgaro;
1789-92, progettazione e realizzazione dei due lunghi fabbricati rettilinei;
1790, lavori agli alloggi del personale di caccia;
1919, dismissione della palazzina e cessione al Demanio dello Stato;
1926, consegna della Palazzina all’Ordine Mauriziano e fondazione del Museo dell’Ammobiliamento;
1966, riallestimento, sotto la direzione di Noemi Gabrielli, delle sale del Museo.
Bibliografia
- Telluccini, Augusto, Le decorazioni della già Reale Palazzina di caccia di Stupinigi, Itala ars, Torino 1924 Vai al testo digitalizzato
- Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, La Palazzina di Stupinigi e il Museo di arte e di ammobiliamento, Fedetto, Torino 1931 Vai al testo digitalizzato
- Mario Passanti, La Palazzina di Caccia di Stupinigi, in «L’architettura, cronache e storia», n. 22, agosto, 1957
- Gabrielli, Noemi (a cura di), Museo dell'arredamento, Stupinigi. La Palazzina di caccia: catalogo , Musolini, Torino 1966
- Cavallari Murat, Augusto (a cura di), Forma urbana e architettura nella Torino Barocca. Dalle premesse classiche alle conclusioni neoclassiche, Vol. I, tomo II, Unione tipografico-editrice torinese, Torino 1968
- Mallé, Luigi, Stupinigi: un capolavoro del Settecento europeo tra barocchetto e classicismo. Architettura, pittura, scultura, arredamento, Tipografia torinese, Torino 1968
- Griseri, Andreina, La Palazzina di Stupinigi, Istituto geografico De Agostini, Novara 1982
- Gritella, Gianfranco, Stupinigi. Dal progetto di Juvarra alle premesse neoclassiche, Panini, Modena 1987
- Defabiani, Vittorio, Stupinigi. Palazzina di caccia, in Roggero Bardelli, Costanza - Vinardi, Maria Grazia - Defabiani, Vittorio (a cura di), Ville sabaude, Vol. 2. Piemonte, Rusconi, Milano 1990
- Defabiani, Vittorio, La Palazzina di Caccia di Stupinigi, in Comoli Mandracci, Vera (a cura di), Itinerari juvarriani, Celid, Torino 1995, pp. 135-143
- Gabetti, Roberto - Griseri, Andreina (a cura di), Stupinigi: luogo d'Europa, U. Allemandi, Torino 1996
- Poletto, Sandra, Palazzina di caccia di Stupinigi, in Comoli Mandracci, Vera - Olmo, Carlo (a cura di), Guida di Torino. Architettura, U. Allemandi, Torino 1999, p. 127, scheda 88
- Pommer, Richard, Architettura del Settecento in Piemonte. Le strutture aperte di Juvarra, Alfieri e Vittone, U. Allemandi, Torino 2003 , pp. 47-60
- Carla Enrica Spantigati (a cura di), La Palazzina di Caccia di Stupinigi, in Costanza Roggero Bardelli, Alberto Vanelli (a cura di), Le Residenze Sabaude, Umberto Allemandi, Torino 2009, pp. 227-250
- Beck, Willy - Quarzo, Guido - Terranera, Lorenzo, I bambini alla scoperta di Torino, Lapis, Roma 2011 , pp. 126-130
- Griseri, Angela - Verdun di Cantogno, Mario (a cura di), Il Settecento a Stupinigi. Nuovi orizzonti europei, Sagep, Genova 2016 Vai al testo digitalizzato
Sitografia
Fonti Archivistiche
- b. I “pensieri” di Juvarra per la palazzina sono presso Museo Civico di Torino, MCT, vol. I e vol. II, mentre alcune sezioni si trovano anche presso la Biblioteca Reale di Torino, Fondo Promis.
- Collaboratore di Filippo Juvarra, Pianta di Stupinigi di Don Filippo Juvarra, 1729 circa. Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet des Estampes, Topografie de l’Italie, VB 132 Y2, pubblicato da Vittorio Defabiani, Pianta di Stupinigi, in La Reggia di Venaria e i Savoia: arte, magnificenza e storia di una corte europea, a cura di Enrico Castelnuovo [et al.], Catalogo della mostra (Reggia di Venaria Reale, 12 ottobre 2007 - 30 marzo 2008), 2 voll., Allemandi, Torino 2007, scheda n. 11.17, II, p. 200.
- Felix Bernardi, Plan de Stupinis et de ses environs, 1789 ca. Torino, Archivio Ordine Mauriziano, Stupinigi, Mazzo 48, cart. 1607, pubblicato da Vittorio Defabiani, Plan de Stupinis et de ses environs, in La Reggia di Venaria e i Savoia: arte, magnificenza e storia di una corte europea, a cura di Enrico Castelnuovo [et al.], Catalogo della mostra (Reggia di Venaria Reale, 12 ottobre 2007 - 30 marzo 2008), 2 voll., Allemandi, Torino 2007, scheda n. 11.18, II, p. 200 sg.
- Carta Topografica della Caccia, 1760-1766 circa. Archivio di Stato di Torino, Corte, Carte Topografiche Segrete, 15 A VI rosso.
- Ignazio Sclopis di Borgostura, Veduta di Stupinigi dal lato del parco e Veduta di Stupinigi dal lato di Torino, 1773-83, pubblicate in Walter Canavesio, Vedute di Stupinigi, in La Reggia di Venaria e i Savoia: arte, magnificenza e storia di una corte europea, a cura di Enrico Castelnuovo [et al.], Catalogo della mostra (Reggia di Venaria Reale, 12 ottobre 2007 - 30 marzo 2008), 2 voll., Allemandi, Torino 2007, scheda n. 11.18, II, p. 199.
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