Mostra "Vista dall'alto"
Una città inedita raccontata attraverso le fotografie aeree di Michele D’Ottavio e dell’Archivio Storico della Città di Torino
01. Mostra: "Vista dall'alto"
Quest’anno il tema al centro della riflessione proposta da Biennale Democrazia è il mondo “ad altissima visibilità”, dove il flusso continuo di immagini e dati è diventato, come nota Gustavo Zagrebelsky, il corredo delle nostre esistenze.
In questo mondo dove tutto è visibile, come appare la città? Immagini ricorrenti di luoghi canonici costellano i social network e le campagne pubblicitarie, e costituiscono spesso la rappresentazione mainstream degli spazi urbani.
Occorre forse allenare lo sguardo a cercare angolature differenti, alzare il punto di osservazione per sollevare interrogativi e mostrare viste finora inesplorate. Guardare da altri punti di vista per indagare rapporti e articolazioni inedite tra centro e periferie, natura e costruito, alto e basso, infrastrutture e territorio: Vista dall’alto propone dunque un esercizio di osservazione del paesaggio urbano per immaginare e sperimentare nuove possibili narrazioni e pratiche di progetto.
Al centro della mostra vi è l’esperienza di Torino guardata dall’alto, ritratta nel 2018 dal fotografo Michele D’Ottavio eseguendo numerosi voli sulla città e sul territorio circostante. Nuove e inattese immagini da confrontare con le viste scattate dalla Città di Torino con voli aerofotogrammetrici dal 1936 fino a oggi, per rintracciare storie individuali e condivise di sviluppo urbano attraverso il XX e il XXI secolo.
La ricognizione ad alta quota ha prodotto accostamenti diversi, tradotti in cinque sezioni: bordi, trame, pieni/vuoti, natura, industria. Ogni sezione mette in fila una serie di immagini di un luogo dato in anni diversi, selezionate tra le riprese aerofotogrammetriche messe a disposizione dalla Città di Torino. L’analisi diacronica è conclusa dalla vista dello stesso ambito territoriale effettuata nel 2018 da Michele D’Ottavio. Sotto i portici della piazza, invece, la successione delle fotografie di D’Ottavio invita a un breve viaggio aereo sulla città e i suoi dintorni per ri-scoprire la bellezza di paesaggi inattesi (1).
02. Le sezioni della mostra
Le sezioni della mostra a cura di Giulietta Fassino, attività culturali Urban Lab
Bordi: Quali sono i confini della città? Come sono i bordi tra suolo costruito, coltivato, e boschivo? Sono limiti duri, netti, o frastagliati, spontanei? Quanto sono permeabili?
Questa sezione indaga i territori di margine del tessuto urbano e naturale, e i loro cambiamenti. Un tema che ha a che fare con la crescita della città, con il rapporto tra natura e costruito, e di conseguenza con gli usi dei territori di transito.
Trame: Il territorio torinese è qui osservato come un telaio, struttura portante costituita da vari elementi lineari e i tessuti che prendono forma al suo interno. Grandi arterie di comunicazione, ferrovie, fiumi, la rete viaria primaria e secondaria, la trama dei terreni agricoli. Reticoli più o meno fitti, regolari o frammentati, sui quali la città si costruisce, si muove e sviluppa.
Torino nel corso dei secoli ha impostato la costruzione delle sue trame appoggiandosi sui grandi assi barocchi che connettono il centro con le varie residenze reali. Dagli anni ’90 del Novecento la spina dorsale della trasformazione e della (ri)costruzione di nuovi tasselli è stata il tracciato della linea ferroviaria, da sud a nord. Da Lingotto fino a Spina 4, parco Sempione.
Pieni/vuoti: Cosa succede se osserviamo le trame in negativo? Emergono volumi, cambiano le consistenze dei tessuti, i rapporti tra pieni e vuoti. In alcune zone della città le volumetrie, la serialità degli edifici, dicono della storia di quei quartieri: dalle villette della città diffusa a Collegno alle alte barre parallele per l’edilizia economica e popolare di Mirafiori Sud, fino alla compattezza del centro storico. Torino annovera anche diversi vuoti nel suo tessuto, diversi dei quali riempiti oggi di nuovi volumi o funzioni: i grandi recinti industriali dismessi, che alterano densità e regolarità del tessuto urbano torinese, e che una volta aperti modificano percorsi e usi anche degli spazi adiacenti. Come le OGR a cavallo della ferrovia e il Politecnico, o l’ex Italgas tra la Dora e corso Regina Margherita.
Natura: Il verde a Torino rivela una consistenza quasi inaspettata. Risalendo i fiumi, guardando la città da fuori, si avvicendano paesaggi naturali che definiscono un contesto territoriale di alta valenza ambientale, che nell’immaginario canonico della città non è così diffuso. È utile allargare l’osservazione alla scala metropolitana, per cogliere la rilevanza dell’elemento naturale nella struttura territoriale e rileggere le possibili connessioni tra spazi urbani e periurbani, a partire da luoghi intermedi come l’isola di Bertolla, cuneo verde immerso nel Po tra Torino e San Mauro.
Industria: Nell’osservare Torino dall’alto la storia industriale della città emerge potente: i grandi tasselli produttivi del Novecento incuneati nel tessuto urbano restano a testimoniare un’eredità complessa da gestire anche nella costruzione di una visione per la città futura. Grandi strutture che in molti casi appaiono impermeabili e difficili da metabolizzare, ma che allo stesso tempo offrono opportunità di sperimentazione per nuove pratiche di progetto (2).
INFO UTILI
Vista dall’alto
portici di piazza Palazzo di Città e sede di Urban Lab, piazza Palazzo di Città 8/f
dal 21 marzo al 15 settembre 2019
dal martedì al sabato dalle 11 alle 18
Ingresso libero
Note
(1) da http://www.urbancenter.to.it/vista-dallalto-2/
(2) da Città di Torino – Informazioni per la Stampa
Sitografia
Fototeca
Ente Responsabile
- MuseoTorino