Club Scherma Torino
Nato nel 1879 da una costola della Società Ginnastica, il Club Scherma Torino è il punto di riferimento cittadino del fioretto e ha sede nella palazzina dei Glicini nel parco del Valentino.
La prima scuola di scherma depurata da fini bellici viene aperta dalla Società Ginnastica. Nel 1845 Felice Romani propone l’istituzione di un corso; l’anno successivo Ricardi di Netro ne studia il progetto, cercando al tempo stesso i locali. Nel gennaio del 1848 viene aperta la scuola: la Società prende in affitto un locale dei magazzini Caffarel, nel cortile del Caffè della Lega Italiana1 in regione Valdocco.
Nel 1877 il numero di iscritti al corso di scherma indetto dalla Società Ginnastica cresce ben oltre le cento unità: così, nel 1879, «per opera di un gruppo di gentiluomini del tempo»2 tra cui il futuro presidente, il generale conte Colli di Felizzano, viene fondato il Club di scherma, forte anche della partecipazione del Duca d’Aosta, che ne acquista quattro azioni – una per sé, le altre intestate ai propri figli.
La sede è nel palazzo Thaon di Revel in via dell’Ospedale 24. Attraverso un ampio portale, si accede alla sala di scherma, di forma rettangolare e molto luminosa, dove spiccano sei colonne3. Il palazzo viene distrutto dai bombardamenti aerei durante la Seconda guerra mondiale: il Club rimane senza sede e nel 1950 si fonde con il CUS Torino. Con questa denominazione partecipa al Campionato di Società serie A del 19504. Dal 1954 la sede è nella Palazzina dei Glicini nel parco del Valentino.
Nel 1967 il Club Scherma Torino è stato insignito della Stella d’Oro al Merito Sportivo del coni e il 17 dicembre 2008 del Collare d’Oro al Merito Sportivo.
Note
1. È il nome con cui i «patrioti» avevano ribattezzato il Caffè Calosso. È noto perché una sera dell'inverno 1847 vi irruppe il maestro Michele Novaro (1822-1855), secondo tenore e maestro dei cori dei teatri Regio e Carignano, gridando: «Ho scritto l’inno, l’inno a cui pensavo da tempo, è qui. Volete sentirlo?» Si tratta della partitura con cui musicò le parole di Goffredo Mameli (www.comune.torino.it/cultura/teatro/gobetti/cennistorici.htm).
2. Pubblicazione del Club di Scherma Torino del 1933, ripresa in «Flash», numero speciale per il centenario, Torino 1979, pp. 4-5.
3. «Flash», n. 2, Torino 1976.
4. «Bollettino Federazione Italiana Scherma», aprile 1950.