La tomba, scoperta casualmente nel maggio 1906 durante lavori di sistemazione della rete idrica, doveva far parte di un tratto di una necropoli posta lungo la strada che usciva dalla città attraverso la porta meridionale. Poco sappiamo del rinvenimento, se non che si trattava di una tomba “a cappuccina” (una struttura coperta da un tetto a doppio spiovente di tegoloni) in cui era deposto un inumato. Accanto a questa sepoltura è venuta alla luce anche una tomba a cassetta che ha restituito un corredo molto meno ricco.

Il corredo, probabilmente femminile per la presenza di uno specchio e di alcuni strumenti da toeletta, ha restituito un numero consistente di oggetti in vetro, tra i quali in particolare diversi balsamari (boccette per olii profumati). È da notare la presenza di uno skyphos (tazza con due piccoli manici orizzontali) in vetro giallo, databile entro la metà del I secolo d.C.; si tratta di un oggetto poco diffuso che doveva imitare più costosi modelli di vasellame metallico. Diversi oggetti rimandano al mondo femminile: due vasetti miniaturistici forse destinati a contenere creme e unguenti, uno specchio frammentario, uno strumento da toeletta e un pezzo di pietra pomice; due bastoncini per mescolare gli unguenti, presenti al momento della scoperta, sono oggi perduti.

L’intero corredo, di recente esposto alla mostra Luxus, è conservato al Museo di Antichità di Torino.