Trinceramenti di Valdocco
La difesa dei mulini e degli opifici ubicati nel sobborgo del Pallone, tra cui quelli destinati alla fabbricazione della polvere nera, è affidata nel 1706 a varie opere campali realizzate lungo la Dora e nella “bassa” di Valdocco, fra via Salerno, lungodora Napoli, corso Giulio Cesare, corso Regina Margherita.
Nel progetto di aggiornamento della piazzaforte sotto minaccia d’assedio, Antonio Bertola (1647-1719) non tralascia di difendere le installazioni produttive site nel “faubourg du Palon” sfruttando la presenza dell’ostacolo fluviale rappresentato dal corso della Dora. Dopo l’avanzamento verso ovest del fronte difensivo di Porta Susina ottenuto con la costruzione dell’Opera a Corno, l’ingegnere progetta un robusto trinceramento lineare rinforzato da ridotti per collegare quest’ultima al canale dei Mulini e sbarrare il corridoio di Valdocco.
Egli organizza quindi la difesa del borgo collocando un trinceramento a salienti sull’ “isola” formata dalla Dora e dal canale derivato per il funzionamento dei mulini, collocando due teste di ponte, la ridotta del Ponte e la ridotta del Parco, in corrispondenza dei ponti che consentono di superare i due corsi d’acqua (in corrispondenza delle attuali via Cigna e corso Regio Parco). In questo modo risulta chiusa ogni via d’accesso alla Porta di Palazzo da nord e da ovest e al tempo stesso è garantito un passaggio protetto per le sortite della guarnigione, come in effetti avviene il giorno della battaglia risolutiva.
La posizione del trinceramento principale offre inoltre al presidio la possibilità di schierare, dinanzi al suo fronte, una batteria di cannoni in grado di fulminare il fianco sinistro degli approcci francesi all’Opera a Corno, con notevoli risultati.
Delle vecchie opere verso la Dora permane la memoria nel nome della strada del Fortino, nei pressi dell’attuale ponte lungo via Francesco Cigna.
Bibliografia
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