Vittorio Emanuele I di Savoia (Torino, 1759 - Moncalieri, Torino, 1824)
Nato a Torino il 24 luglio 1759, secondo figlio maschio del re Vittorio Amedeo III di Savoia, sposò il 23 aprile 1788 Maria Teresa di Asburgo Lorena, figlia di Ferdinando, governatore di Milano e fratello dell’Imperatore d’Austria, Giuseppe II. Dopo la perdita del Piemonte il 9 dicembre 1798 a causa della rivoluzione giacobina e dell’occupazione francese, seguì i familiari nell’esilio di Cagliari. Salì al trono il 4 giugno 1802, a Roma, per l’abdicazione del fratello Carlo Emanuele IV. Rientrato a Torino il 21 maggio 1814, dopo la sconfitta di Napoleone, cercò di restaurare il vecchio sistema di governo, annullò tutte le precedenti istituzioni e rimise in vigore le antiche “Regie Costituzioni”. La restaurazione da lui imposta, ebbe l’effetto di frenare lo sviluppo civile, sociale ed economico del Piemonte e provocò un forte malcontento. Questo sfociò nella rivoluzione del marzo 1821 in cui gruppi di carbonari, per lo più studenti, giovani borghesi e militari nobili insorsero, inalberarono il tricolore e occuparono le cittadelle di Alessandria e di Torino per chiedere la guerra all’Austria e la fine del potere assoluto, mediante la concessione di una Costituzione. Non volendo aderire alle loro richieste, Vittorio Emanuele I abdicò, nella notte del 13 marzo 1821, in favore del fratello Carlo Felice, nominando reggente il cugino Carlo Alberto di Savoia Carignano.