Villa Marenco, già Vigna Boas
La villa, dimenticata dal Grossi sulla sua Corografia, dà una testimonianza di quanto fosse forte l'attaccamento dei proprietari alle proprie vigne collinari. Essa appartenne a Vittorio Lisimacus, che per debiti dovette cederla al Regio Patrimonio e, a debito saldato, ne riprese possesso nel 1785.
Vittorio Lisimacus, citato dal Grossi come proprietario della vigna, era figlio di Giuseppe Varetto Lisimacus, aiutante di camera e piccolo scudiero della seconda Madama Reale morto nel 1745. Gravato dai debiti con le Regie Finanze, dovette cedere questa vigna al Regio Patrimonio e riuscì a riprenderne possesso solo dopo aver saldato il debito nel 1785.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA MARENCO, GIA VIGNA BOAS
Strada Comunale dei Calleri 54
Vigna.
Segnalazione di edificio con elementi di interesse culturale e documentario; appartiene alla sequenza delle vigne della strada dei Calleri.
Il Grossi la cita solo nel testo ricordandola come «vigna del Sig. Vittorio Lisimacus». Rimase a questa famiglia sino al 1845, quindi passò ai Suaut e per via ereditaria ai Marenco. L'edificio conserva elementi dell'impianto settecentesco ed è stato riplasmato nell'Ottocento.
Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, p. 96; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866. fol. XXIV; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, p. 211.
Tavola: 61
Bibliografia
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 608 Vai alla pagina digitalizzata
- Lodari, Renata (a cura di), Atlante dei giardini del Piemonte, Libreria geografica, Novara 2017 , p. 169