Chiesa di Sant’Uberto
La chiesa sorge all’interno del grandioso complesso della Reggia di Venaria Reale, non lontana da Torino. Voluta da Vittorio Amedeo II di Savoia, venne edificata dall’architetto messinese Filippo Juvarra, tra il 1716 e il 1729.
All’interno del complesso della Reggia di Venaria Reale sorge la chiesa di Sant’Uberto, santo vissuto nel medioevo e protettore dei cacciatori. Tale dedicazione richiama la destinazione venatoria della residenza. La chiesa è edificata, tra il 1716 e il 1729, per volere di Vittorio Amedeo II di Savoia (1666-1732), su progetto dell’architetto messinese Filippo Juvarra (1678-1736). La committenza regia chiede al progettista una grande cappella annessa al palazzo ma allo stesso tempo aperta sulla piazza della città. La scelta di Juvarra di arretrare la facciata in mattoni a vista, rispetto al filo di fabbricazione della Grande Galleria, gli consente di ottenere uno spiazzo antistante, piccolo ma adeguato, che assume la funzione di sagrato. La chiesa a pianta centrale con un nucleo di forma ottagonale, accoglie al suo interno un grande altare maggiore, due altari ai lati del transetto e quattro cappelle laterali collocate sulle diagonali, di forma circolare all’interno e poligonale all’esterno.
Trovandosi quasi protetta dalla corte dei palazzi, non fu possibile realizzare nella chiesa una vera e propria cupola, ottenuta invece con un espediente artistico particolarmente scenografico che ne simula la presenza: un trompe l'oeil affrescato al di sopra del tamburo, opera del pittore Giovanni Antonio Galliari (1714-1783). La trabeazione è sorretta da alte lesene con capitelli corinzi. L’apparato scultoreo realizzato tra il 1724 e il 1729, opera di Giovanni Baratta (1670-1747) e del nipote Giovanni Antonio Cybei (1706-1784), contempla il grande e composito altare maggiore, con angeli in volo che sorreggono un ciborio a forma di tempietto, e le quattro statue dei dottori della chiesa: sant’Agostino, sant’Ambrogio, sant’Atanasio e san Giovanni Crisostomo. L’apparato pittorico, tutto imperniato sulla figura della Vergine Maria e dei santi ad essa legati, si palesa nelle tele collocate sugli altari laterali e nelle cappelle, realizzate da Francesco Trevisani, Sebastiano Ricci e Sebastiano Conca. Nella cappella posta a sinistra dell’ingresso si trova il fonte battesimale. I collegamenti della chiesa con la Reggia vengono portati a termine, sotto Carlo Emanuele III (1701-1773), da Benedetto Alfieri (1699-1767) che realizza, intorno alla metà del Settecento, il bellissimo scalone monumentale per l’accesso alle tribune e la galleria di collegamento con la Citroniera.
La chiesa fu oggetto di una prima importante risistemazione nel 1961 in occasione dell’Expo, ma i recenti interventi legati al complesso restauro che hanno riguardato la Reggia di Venaria nella sua totalità, hanno restituito una regia cappella, dove architettura, scultura e pittura hanno ritrovato lo splendore ideato dal progettista. L’inaugurazione dei restauri fu festeggiata il 3 settembre 2006 con un concerto del Festival torinese settembre musica.
Cronologia
1724-1729, altare maggiore barocco e statue dei Dottori della Chiesa ad opera di Giovanni Baratta;
metà del Settecento, opere di completamento di Benedetto Alfieri;
1961, prima fase di restauri;
1995-Anni 2000, seconda fase di restauri; 3 Settembre 2006, inaugurazione della chiesa dopo il restauro.
Bibliografia
- Pernice, Francesco, La Chiesa di Sant’Uberto a Venaria Reale. Storia e restauri, Celid, Torino 2003
- Paolo Cornaglia, Mirella Macera, Francesco Pernice, Carlenrica Spantigati, La Reggia di Venaria, Umberto Allemandi, Torino 2007
- Castelnuovo, Enrico (a cura di), La Reggia di Venaria e i Savoia: arte, magnificenza e storia di una corte europea, U. Allemandi, Torino 2007
- Francesco Pernice (a cura di), La Reggia di Venaria Reale. Oltre il tempo e lo spazio, Celid, Torino 2008
- Mauro Volpiano, La reggia di Venaria. Architettura: il Seicento, in Costanza Roggero Bardelli, Alberto Vanelli (a cura di), Le Residenze Sabaude, 1, Umberto Allemandi, Torino 2009
- Carlo Merlini, Ambienti e Figure di Torino Vecchia, Stamperia Rattero, Torino s.d.
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Per l’iconografia sulla cappella di riferimento i documenti conservati presso i Musei Civici (MCT, vol. II).
Soggetti correlati
Temi correlati
Luoghi correlati
Ente Responsabile
- Mostra Torino: storia di una città