Opere campali
Intorno alle fortificazioni della piazzaforte sono edificate nel corso del tempo diverse opere campali, di carattere temporaneo o semi-permanente. Alcune sono destinate ad accrescerne le difese, altre sono realizzate da parte nemica, per assediarla.
Per ampliare il perimetro difensivo della piazzaforte e per proteggere determinate aree o punti sensibili, alle fortificazioni principali sono associate, in vista dell’assedio del 1706, articolate strutture difensive esterne di tipo campale. Queste si presentano come ridotte isolate oppure solide linee di trinceramenti irrobustiti da ridotte o fortini disposti ad intervalli lungo il loro tracciato, costruite per lo più in terra e legno, elevate sul piano di campagna e dotate di un fossato rinforzato da una palizzata. Le tipologie d’impiego di questo tipo di fortificazione vanno dal campo trincerato, alla linea continua di sbarramento, fino all’impiego di opere isolate in funzione di piccole teste di ponte.
La successione di queste opere campali forma un perimetro difensivo che dall’Opera a Corno giunge fino alle ridotte del Valentino, facendo sistema con le difese avanzate della piazza. Al trinceramento di Valdocco seguono le opere a nord del sobborgo del Pallone, o Ballone, trinceramenti e ridotte isolate in funzione di testa di ponte, posti sul corso della Dora alla quale si appoggiano le successive lunette avanzate di Vanchiglia.
La linea prosegue con il campo trincerato sulle alture alla destra del Po, disposto intorno al vallone della “Vigna della Regina”, realizzato nel 1705-1706 e in seguito riattivato negli anni 1745-46 e 1793. Le basi del campo si appoggiano al fiume, coperte dalle opere di Vanchiglia e dalle ridotte del Valentino. Il ponte del borgo Po, protetto da un’opera a corona in funzione di testa di ponte, costituisce la comunicazione con la piazza.
Un altro complesso di fortificazioni campali è dato dall’insieme delle opere costruite per l’impianto del campo d’assedio del 1706. La necessità di bloccare completamente le forze assediate e prevenirne le sortite o gli eventuali tentativi di soccorso dall’esterno, determinano la formazione di estesissime linee di trinceramenti e ridotte. La difesa verso l’esterno è praticata per mezzo della linea di circonvallazione, costruita tutto intorno alla piazza, in pianura e in collina, con l’eccezione del tratto compreso fra la Dora e la Stura, impostato ma non ultimato nei giorni precedenti la battaglia del 7 settembre. Verso l’interno un’altra linea che raddoppia la prima, chiamata controvallazione, difende il campo dalle sortite della guarnigione della piazza. Fra le due linee sono collocati campi, magazzini, quartieri e in generale la base materiale per il sostegno delle operazioni ossidionali (relative all'assedio). I due settori delle linee d’assedio, in pianura e in collina, comunicavano per mezzo di ponti di barche sul Po e sulla Dora nelle zone di Cavoretto e della Madonna del Pilone.
Le opere campali erette nel corso di un assedio – di queste esiste la mappa di Alessandro Luigi Emanuelle datata al 1708 – sono del tutto temporanee e scompaiono in poco tempo. Tracce della linea di circonvallazione del 1706 sono tuttavia ancora osservabili sulle colline della città.
Bibliografia
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