Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Maddalena Secco (Airasca, Torino, 1902 - Austria, 1956)

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Operaia al Cotonificio Valle di Susa, partecipa agli scioperi del 1917 e del 1929. Negli anni Trenta emigra in Francia ed entra nel Pci. Arrestata nel 1937 viene liberata il 9 settembre 1943. Ricopre cariche importanti nel Pci e nella Cgil. Nel giugno 1945 è a Torino dove entra nel comitato federale del Pci.

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  • politico

Biografia

1902  nascita
1914  assunzione al Cotonificio Valle di Susa
1917  partecipa alle manifestazioni contro la guerra
1920  partecipa agli scioperi per l’aumento salariale e la giornata lavorativa di 8 ore
1926  entra nel movimento clandestino
1930  emigra in Francia, si iscrive al Pci
1933-1935  in Unione Sovietica alla scuola leninista
1937  arresto a Genova
1938  condanna a 10 anni e 8 mesi
1943 il 9 settembre viene liberata, diventa membro del comitato direttivo del Pci di Cerignola e responsabile del lavoro femminile regionale
1944  membro della segreteria e del comitato federale provinciale del Pci di Napoli
1945  a gennaio è eletta nel comitato direttivo della Cgil di Napoli, a giugno è a Torino, entra nel comitato federale e assume la responsabilità del lavoro femminile del Pci
1947  segretaria regionale del Centro di solidarietà democratica
1949  lascia Torino
1956  morte

Nasce ad Airasca il 18 luglio 1902, figlia di braccianti, entrambi iscritti al Partito comunista. Nel 1908 la famiglia si trasferisce a Torino in seguito dell’assunzione del padre alla Superga. A partire dal 1914 Maddalena Secco lavora al Cotonificio Valle di Susa, nel 1917 partecipa alle manifestazioni contro la guerra e nel 1920 agli scioperi per l’aumento salariale e la giornata lavorativa di 8 ore. Nel 1926 entra nel movimento clandestino. Nel 1930 espatria in Francia dove si iscrive al Pci e fino al 1933 lavora tra Francia e Italia. Dal 1933 al 1935 viene inviata in Unione Sovietica alla scuola leninista di Partito. Torna in Italia nel 1935, nel 1937 è arrestata a Genova insieme al marito Luigi Grassi e il 18 gennaio 1938 è condannata dal Tribunale speciale a dieci anni e otto mesi di reclusione, trascorsi in gran parte nel carcere femminile di Trani. Liberata il 9 settembre 1943, si trattiene in Puglia dove entra nel comitato direttivo del Pci di Cerignola e viene nominata responsabile del lavoro femminile regionale.
Nel 1944 è chiamata a Napoli da Togliatti, dove è nominata membro della segreteria e del comitato federale provinciale. Nel gennaio del 1945 al primo Congresso di Napoli della Cgil è eletta nel comitato direttivo. A giugno dello stesso anno torna a Torino, entrando nel comitato federale e assumendo la responsabilità del lavoro femminile. Il 10 luglio, al primo convegno provinciale delle donne comuniste, denuncia le discriminazioni salariali e relative alle condizioni lavorative subite dalle donne. Negli anni successivi si batte per ottenere l’equiparazione salariale fra uomini e donne e l’indennità di maternità. Nel 1947 è segretaria regionale del Centro di solidarietà democratica, organismo di difesa e di assistenza, presieduto a livello nazionale da Umberto Terracini. Nel 1949 lascia Torino; muore il 29 novembre del 1956 in seguito a un incidente aereo in Austria.