Alessandro Antonelli (Ghemme, Novara, 1798 - Torino, 1888)
Architetto. Innovatore nell'ambito dell'eclettismo, è noto per la Mole Antonelliana (1863, alta metri 168) di Torino e per la Cupola di San Gaudenzio a Novara (1841), opere in cui sperimentò una tecnica costruttiva con tiranti in ferro nella tessitura laterizia.
Architetto tra i più influenti della seconda metà dell’Ottocento in Italia, dopo gli studi a Torino (ma anche a Milano e Roma, dove conosce sul campo l’architettura classica) inizia a lavorare presso lo studio di Ferdinando Bonsignore. Nella capitale sabauda Antonelli conferma la committenza (già acquisita nella natia Novara) della borghesia delle professioni e degli affari: a questo ambito sono riferiti alcuni edifici residenziali posti ai limiti del centro urbano, di cui il maggiore esempio è la casa del 1853 detta “delle Colonne” per l’orditura di colonne doriche sui cinque piani della facciata. Proprio in questo edificio giunge a estrema raffinatezza la struttura portante a fulcri isolati (il cosiddetto “sistema antonelliano”) che consente la sostituzione dei muri portanti con un reticolo strutturale laterizio; le tecnologie tradizionali della pietra e soprattutto del mattone, cui Antonelli rimarrà sempre fedele, saranno poi piegate, nel pieno dell’età del ferro, a soluzioni di estremo virtuosismo, culminate, dopo l’esperienza della Cupola di San Gaudenzio a Novara, nella spinta verticale della Mole Antonelliana. L’adesione al liberalismo moderato (fu Consigliere comunale dal 1848 fino alla morte, oltre che deputato al Parlamento subalpino), congiunta all’applicazione delle conoscenze di cantiere e alle capacità imprenditoriali, trovano piena manifestazione nell’impegno in campo urbanistico, con la redazione di piani per la città di Torino, e in particolare per l’allora periferico borgo di Vanchiglia, “luogo antonelliano” per eccellenza: successivi piani, fino al definitivo del 1846, oltre a numerose case “da reddito” di grande compostezza nelle facciate e di altrettanto ricercata flessibilità interna, compreso il sapiente sfruttamento intensivo degli spazi commerciali a livello stradale. Proprio nell’area, lungo il corso San Maurizio, sorge la casa Antonelli (1846), ardita dissimulazione di livelli sovrapposti in un prospetto apparentemente tradizionale; poco oltre, è la notissima “Fetta di Polenta” (1881). Al figlio Costanzo (e in parte all’allievo prediletto Crescentino Caselli) il compito di seguire i cantieri ancora ttivi dopo la morte del padre.
Bibliografia
- Gabetti, Roberto, Alessandro Antonelli, Clup, Milano 1989
- Rosso, Franco (a cura di), Alessandro Antonelli: 1798-1888, Electa, Milano 1989
- Dardanello, Giuseppe - Tamborrino, Rosa (a cura di), Guarini, Juvarra, Antonelli. Segni e simboli per Torino, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2008
- Caterino, Roberto - Perniola, Giusi Andreino - Piccoli, Edoardo (a cura di), Tra Guarini e la scuola antonelliana. Il fondo Franco Rosso all'Archivio di Stato di Torino, Sagep, Genova 2019
Sitografia
- Enciclopedia Treccani, nota biografica di Paolo Portoghesi: http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-antonelli_%28Dizionario-Biografico%29/
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