Cascina Spinetta, già Taschero
La cascina è di origine ottocentesca, denominata dapprima Taschero, dal nome dei proprietari, e in seguito Spinetta. Attualmente è adibita a uso residenziale privato, a seguito di ristrutturazioni.
La Cascina Spinetta, sita in via Cuorgnè 38, compare per la prima volta nelle mappe ottocentesche del periodo napoleonico, nel 1804, con la denominazione di “Ferme Taschero”, dal nome dei proprietari.
I Taschero, affittavoli del Castello di Lucento, a partire dagli anni venti del Settecento, ampliano i loro possedimenti nell’Oltrestura, avviando un’attività di prestito e compravendita di beni immobili che accrescerà le ricchezze della famiglia.
All’inizio dell’Ottocento i Taschero consolidano le loro proprietà nella zona e costruiscono la cascina Taschera di fronte alla cascina Falchera e la cascina Taschero, che verrà in seguito denominata La Spinetta, nell’area antistante la cascina Barberina.
La Mappa Napoleonica rileva una struttura a “L” al termine di una strada di campagna di fronte all’ingresso della cascina Barberina. È inoltre già presente un piccolo edificio verso sud, forse già utilizzato come forno, come risulta dal successivo Catasto Gatti del 1820.
Il “Colonnario dei proprietari..”, relativo al suddetto catasto, registra infatti la casa rustica, l’aia e il forno, nonché un orto, un prato e un bosco, come proprietà del Signor Matteo Storero.
L’ “Elenco dei proprietari..”, allegato al Catasto Rabbini del 1840, attribuisce la cascina a “proprietari diversi”, per via di matrimoni e successioni tra gli Storero e i Protto.
Nel 1858 cominciano le successive alienazioni di porzioni della proprietà per la costruzione della ferrovia per Milano, acquisiti dapprima dalla Compagnia Vittorio Emanuele, poi dal Demanio dello Stato e in ultimo dalla Società Ferroviaria dell’Alta Italia.
Il Catasto Rabbini del 1866 fa emergere l’abbattimento della manica corta della struttura, che originariamente era a “L” e diventa a manica unica, nonché la costruzione di un secondo piccolo edificio isolato verso sud.
Negli anni ottanta dell’Ottocento la proprietà è frazionata fra i fratelli Ferrero e la ditta dei fratelli Momigliano, mentre la cascina passa ai Beraudo e, dopo una serie di passaggi di proprietà, viene unificata ai possedimenti dei Momigliano.
Nel 1901 Francone Giacomo e consorte, affittuari di parte della vicina cascina Barberina, acquistano la cascina Spinetta. Con la numerosa prole ampliano le attività agricole orientate all’allevamento di bestiame, alla produzione di foraggi e ortaggi.
Nel secondo dopoguerra l’edificio verso sud è ampliato con una manica più ribassata, usata come magazzino.
La pianta non ha subito successive modifiche, ma le ristrutturazioni hanno alterato l’aspetto originario della cascina nell’alzato.
Negli anni 60 del ‘900 la tumultuosa espansione urbanistica della Città sottrae parte dei terreni coltivati e innesca un lento declino. Ogni attività agricola cessa definitivamente negli anni 80.
Attualmente la cascina Spinetta è adibita ad uso residenziale privato.
Bibliografia
- Rabbini, Antonio, Elenco dei nomi dei proprietari delle cascine, ville e fabbriche designate sulla carta topografica della città, territorio di Torino e suoi contorni, G.B. Maggi, Torino 1840 , n.o. 264 B4 Vai al testo digitalizzato
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- Laboratorio di ricerca storica sulla periferia urbana della zona nord-ovest di Torino (a cura di), Economia e società nell'Oltredora torinese da fine Cinquecento a fine Settecento, Università degli studi di Torino. Facoltà di Scienze della formazione, Torino 1998 , pp.48-61
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Fonti Archivistiche
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- Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11
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- MuseoTorino