Stabilimento Cromodora, Venaria Reale
Si tratta di uno degli stabilimenti Fiat divenuti «modello di qualità totale» tra il 1972 e il 1981, dove svaniscono «impostazioni tayloristiche» e il «controllo del Capo all’orologio degli operai durante l’entrata e l’uscita fu abolito».
Lo stabilimento Cromo, destinato alla costruzione di attrezzature per fonderia, è progettato e costruito tra la tangenziale ovest e il fiume Ceronda, su un lotto di 150.000 mq, all’inizio degli anni Sessanta. A partire dal 1968 esso viene ampliato per la Cromodora spa, sorta dalla fusione dell’industria Cromo con le fonderie Dora.
Progetto e costruzione del fabbricato originale dello stabilimento si devono a Pierluigi Nervi e alla sua impresa: un lato principale a sud di 256.84 m, i fronti laterali a sud est di 160.24 m, a sud ovest di 176.29 m, e una corte di 64.24 m. In uno dei due corpi di fabbrica paralleli è sistemato il reparto fonderia, nell’altro il reparto processi galvanici; nel corpo trasversale hanno sede il magazzino generale e i servizi per le maestranze, nella corte interna gli uffici d’officina.
Essendo necessario poter disporre dello stabilimento in breve tempo e con una spesa contenuta, il Servizio Costruzioni Impianti FIAT ne affida la progettazione all’impresa Nervi e Bartoli, che contemporaneamente lavora al completamento del serbatoio pensile dello stabilimento Fiat di Mirafiori, e a cui era già stata affidata la realizzazione di alcune parti dell’ampliamento delle officine principali del medesimo complesso industriale, alla metà degli anni cinquanta. L’ingegnere affina un sistema di prefabbricazione in opera e montaggio con elementi in ferrocemento: strutture principali, in buona parte reticolari a shed, tavelloni di copertura e perimetrali di parete. Grazie anche all’esperienza del Servizio Costruzioni e Impianti Fiat, per la produzione e il montaggio degli elementi costruttivi che costituiscono questo stabilimento, si sperimenta uno dei primi cantieri meccanizzati. Si utilizzano ad esempio una centrale di betonaggio per il trasporto pneumatico del calcestruzzo, un impianto “vacuum concrete” e una caldaia marina a vapore per la stagionatura degli elementi prefabbricati.
Gli elementi prefabbricati dello stabilimento nel 1963 (anno dell’avvio di produzione) erano 8.942, suddivisi in 82 forme diverse. Nel 1968, per l’ampliamento dello stabilimento (25.000 mq), viene consultato Pier Luigi Nervi, che ritiene di dover «scartare la soluzione in ferrocemento» sia sotto il profilo esecutivo che per ragioni economiche.
Bibliografia
- Comba, Michela (a cura di), Maire Tecnimont. I progetti Fiat Engineering 1931-1979. Fiat Engineering projects, Silvana editoriale, Milano 2011 , pp. 206-7
- Comba, Michela, Effetti costruttivi di una company town. Pier Luigi Nervi e il Servizio Costruzioni Fiat (1947-1966), in Pace, Sergio (a cura di), Pier Luigi Nervi. Torino, la committenza industriale, le culture architettoniche e politecniche italiane, Silvana editoriale - PLN Project, Cinisello Balsamo - Bruxelles 2011, pp. 25-33
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Ente Responsabile
- Associazione Pier Luigi Nervi Project