Case della Società anonima cooperativa Fratellanza mutilati edile, vie Balme e Saluggia
Costruito nel 1930 per la cooperativa sorta fra mutilati e invalidi di guerra, lo stabile era formato da quarantasette alloggi, accessibili tramite due scale in via Saluggia e una, in via Balme, dotata di ascensore, elemento senza dubbio molto utile se si considerano le esigenze dell’utenza.
La costituzione della Società anonima cooperativa Fratellanza mutilati edile avvenne nel 1924, mentre due anni dopo fu rielaborato lo statuto in conformità alle norme sancite dal r.d.l. 17 gennaio 1926, n. 179, riguardante il contributo dello stato per la costruzione di case popolari da assegnare a invalidi di guerra. Un provvedimento, quest’ultimo, che attesta chiaramente l’interesse del regime a ottenere e consolidare il consenso di tali categorie, piegando a tale scopo la politica delle abitazioni, cosa che avvenne anche con altre fasce sociali. Finalizzata a promuovere la costruzione e l’acquisto di case economiche da cedere in proprietà o affitto ai soci, la società stabilì di non operare unicamente in ambito cittadino, organizzando allo stesso tempo le succursali di Carmagnola e Ciriè. La possibilità di diventare soci era infatti riservata a tutti i residenti nella provincia di Torino iscritti alla Sezione provinciale dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. Oltre all’edificazione di villini presso l’attuale corso Unione Sovietica, nel 1930 fu avviato uno stabile sociale a quattro e cinque piani fuori terra, formato da quarantasette alloggi, accessibili tramite due scale in via Saluggia e una in via Balme dotata di ascensore, opportunità senza dubbio utile in considerazione delle esigenze dell’utenza. Sebbene risultassero prevalenti gli alloggi di due e tre camere, non si trattava affatto di un caseggiato modesto, bensì di un contesto signorile intriso nei prospetti esterni di geometrico decorativismo in armonia con il rigoroso ritorno alla classicità della vulgata razionalista. L’assegnazione delle abitazioni fu però agitata dalle polemiche dei soci, intenzionati a non versare le somme fissate ritenute eccessive, tanto da rendere necessario l’intervento di un commissario governativo. Così, anche alla luce delle differenti istanze emerse fra coloro che occupavano i villini e quanti si erano insediati in condominio, nel 1940 furono create due sezioni distinte che mantennero l’amministrazione dei fabbricati sino al 1954, anno in cui la cooperativa fu sciolta.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
EDIFICI PER LA "SOC. COOP. FRATELLANZA MUTILATI EDILE"
Via Saluggia 15, 17, 19, Via Balme 48
Casa da cooperativa.
Segnalazione di edificio civile, di interesse documentario significativo esempio di casa da cooperativa anni '20.
Su progetto del 1929-30 edificazione di complesso di civile abitazione per conto della Società Cooperativa Fratellanza Mutilati Edile.
D. GOSIO, M. MENZIO, 1979.
Tavola: 32
Bibliografia
- D. Gosio, M. Menzio, Contributo alla storia della cooperazione edilizia a Torino, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 1978-1979, relatore R. Gabetti , pp. 211-219
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 407 Vai alla pagina digitalizzata