Villa dei Padri Gesuiti, già Perrucca della Torre, il Villaregia
Il Villaregia gode di una splendida posizione. Dal giardino, pur ridotto dalla cremagliera che porta a Superga e dai parchi delle ville vicine costruite in epoche più recenti, gode d'una prospettiva su Torino unica e ineguagliabile focalizzata sulla Mole Antonelliana, sulle Alpi, sul Monte dei Cappuccini e su un'interessante ansa del Po.
Nelle mappe di fine '600 e in quelle dell'assedio del 1706 questa vigna è indicata di proprietà del presidente del Senato Conte Ferraris, uomo retto che, per meriti personali, da semplice lettore specializzato in diritto feudale all'Università di Torino era salito ad alte cariche pubbliche.
Il Grossi incontra in vigna Carlo Gaetano Perrucca della Torre, figlio di Gian Antonio che, nel 1742, raggiunse l'apice della carriera come intendente generale della Regia Camera e consigliere effettivo delle Finanze.
Nell'800 la vigna continuò a chiamarsi Perrucca, anche se proprietaria era la famiglia Cattaneo; la proprietà passò poi a Gabriella Nomis di Cossilla ed infine nel Novecento, per dono della signora Musso, il cui figlio Maurizio Costa era entrato nell'Ordine, ai Gesuiti.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA DEI PADRI GESUITI, GIÀ PERUCCA DELLA TORRE, IL VILLAREGIA
Strada Comunale di Superga 70
Villa, rustico e cappella.
Edificio di valore ambientale in quanto concorre alla definizione del profilo ambientale del crinale basso di Superga. L'edificio è già presente nella mappa della fine Seicento. Il manufatto è il risultato di almeno tre fasi edilizie susseguenti. La prima, legata alla sua fondazione del XVII sec., è ancora riconoscibile nella struttura delle scale, e in alcuni ambienti al piano nobile con soffitti lignei. La seconda, «settecentesca», nella ristrutturazione della zona a ponente con il salone e la saletta del primo piano, la terza, recente, con l'aggiunta di un avancorpo terrazzato a ponente e forse la sopraelevazione dell'intero edificio. Il Grossi la descrive come « villa e vigna dell'Ill.mo sig. Conte Perucca della Torre con civile e rustico separati in bella esposizione, e con comodi, ed ameni passeggi».
BR., VI. 80, Collina di Torino (fine XVII-inizio XVIII sec.); A. GROSSI, 1791, pp. 210-211; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XIX: E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 47-48.
Tavola: 36