Scheda: Tema - Tipo: Cultura e istruzione

Il banco scolastico torinese

Alla fine dell’Ottocento il banco è progettato e disegnato dall’Ufficio tecnico dei Lavori Pubblici del Comune di Torino. Può essere singolo o doppio, con leggio fisso o scorrevole, con suppedaneo fisso o sollevabile, e deve essere adattabile anche agli alunni delle scuole serali.


Periodo di riferimento: XIX secolo

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A metà dell’Ottocento i banchi delle scuole elementari sono a posti multipli, con leggio inclinato e sedile unico e possono contenere fino a dieci alunni. Sono costruiti in due sole grandezze e non tengono in considerazione gli aspetti ergonomici. Scomodi e pesanti, vengono sostituiti nel 1860 da banchi da dieci a sei posti, che saranno ridotti a tre dieci anni dopo, sul modello di un prototipo tedesco adattabile a lezioni sia diurne che serali.

Nel 1877 il Municipio ordina la costruzione di nuovi banchi con leggio scorrevole e con sedile mobile individuale. Negli anni seguenti, sulla base di uno studio francese del 1880, il Sindaco di Torino nomina una Commissione di igiene scolastica col compito di dare suggerimenti anche sui banchi, e in particolare con l'obiettivo di progettare un banco a due posti. La maggiore difficoltà è rappresentata dalla necessità di progettare la seduta per stature tanto diverse quali quelle degli alunni delle scuole diurne e serali.Gli esperimenti del 1882 prevedono di utilizzare legno di noce per le parti principali e legno di pioppo per quelle secondarie, e di realizzare un sedile leggermente concavo e suppedaneo ribaltabile, affinché il banco possa adattarsi alle necessità delle scuole serali. La Commissione di igiene dispone di affiggere in ogni aula un metro fisso a muro per stabilire l’altezza degli alunni e, di conseguenza, assegnare a ognuno di essi il banco dalle dimensioni più adatte. A partire dal 1888 il Ministero stesso stabilisce le norme per la realizzazione di banchi scolastici, a cui devono attenersi tutti i Comuni che intendono ricorrere a prestiti statali per la realizzazione di edifici scolastici.Tali norme stabiliscono che i banchi dell’asilo e delle elementari siano a due posti mentre quelli delle scuole secondarie e tecniche a non più di tre. Agli inizi del Novecento il modello di banco ottocentesco non appare più adatto e viene introdotto il “banco a catena” (1936), fornito dalla ditta Palma della provincia di Brescia, con sedia ribaltabile e senza pedana. Il banco a catena viene sperimentato presso la scuola Duca degli Abruzzi, ma solo due anni dopo il modello è sostituito da un prodotto analogo realizzato dalla ditta torinese ITAS (Industria Torinese Arredamenti Scolastici). Il vero successo di questa ditta sarà il banco-tavolo, struttura individuale col piano orizzontale e seggiola indipendente, sperimentato nel 1941-1942 presso la Scuola Medico Pedagogica. Si tratta di un tavolino monoposto, affiancato da una tasca laterale verticale per riporvi la cartella. Riscontrato un grande successo, il banco-tavolo viene proposto a tutte le scuole del Municipio e all’inizio dell’anno scolastico 1951-1952 sono duemilacinquecento i banco-tavolo in dotazione in tre scuole torinesi.
A poco a poco il banco singolo, con piano orizzontale e senza lo spazio per il calamaio, prende il posto dei rigidi banchi a più posti e consente l’avvio di sperimentazioni di nuove disposizioni in aula, da ferro di cavallo a file, da coppie a lezioni a gruppo.

Fonti Archivistiche

  • Archivio della Fondazione Tancredi di Barolo, Fondo Cataloghi storici di materiali didattici.

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Ente Responsabile

  • Fondazione Tancredi di Barolo