Aula del Parlamento subalpino
Con la concessione dello Statuto albertino, accanto ad un Senato di nomina regia, venne istituita una Camera elettiva. I 204 deputati poterono riunirsi dal maggio 1848 nell’emiciclo allestito da Carlo Sada nel salone del Guarini di palazzo Carignano.
All’articolo 3 dello Statuto albertino, la costituzione concessa da re Carlo Alberto (1798-1849) il 4 marzo 1848, si stabiliva che il potere legislativo fosse collettivamente esercitato dal sovrano, dal Senato e da una Camera dei Deputati. Con tale provvedimento, che archiviava definitivamente il potere assoluto del monarca, ci si trovava nella necessità di determinare in breve tempo luoghi consoni che potessero degnamente ospitare le attività parlamentari. Già in una relazione di fine marzo del 1848 il ministro dell’Interno Vincenzo Ricci (1803-1868) aveva individuato per la Camera alta di nomina regia l’aula di Palazzo Madama in piazza Castello, mentre per la Camera elettiva l’ampio salone del Guarini in Palazzo Carignano, nell’omonima piazza. Per l’allestimento di quest’ultimo vennero incaricati l’architetto Carlo Sada (1809-1873) assieme ai pittori Francesco Gonin (1808-1889), Angelo Capisani, Angelo Moja e Giovanni Rusca. Stabilita la legge elettorale con il regio editto numero 680 del 17 marzo 1848, le prime votazioni del regno di Sardegna si tennero il 27 aprile 1848. Il 9 maggio successivo, tra ali di folla festante, i 204 deputati eletti poterono fare il loro solenne ingresso nel nuovo emiciclo dagli scanni rossi, con i democratici che si posizionarono a sinistra e i liberali a destra. Ad essere eletto primo presidente della Camera fu l’abate Vincenzo Gioberti (1801-1852). L’aula restò in funzione fino alla seduta del 18 ottobre 1860 allorché, a seguito delle annessioni, fu necessario trovare una soluzione al primo parlamento italiano.
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