Martino Spanzotti (Casale Monferrato 1455 ? - Chivasso 1523/1528)
Giovanni Martino Spanzotti, pittore attivo in Piemonte dal 1475 circa al 1523 circa. Vi sono ancora incertezze sulle date. E’ menzionato per la prima volta a Casale Monferrato nel 1480 come “Martino de Spanzoto Mediolani pinctore filio magistri Petri pinctoris” e l’anno successivo a Vercelli “Magistro Martino de Casali pinctore filio magistri Petri cive et habitatore Vercellarum,”, l’ultimo documento vercellese che lo riguarda porta la data 1485. Nel periodo vercellese si colloca il praticantato presso la sua bottega del pittore vercellese Giovanni Antonio Bazzi, poi detto il Sodoma. Di questi anni è la sua prima ricchissima attività pittorica. Sono ormai riconosciute la sua formazione giovanile su opere bolognesi di Francesco del Cossa e la sua conoscenza di opere di Piero della Francesca. Testimonianza palese è la Madonna Tucker (Torino, Museo Civico d’Arte Antica e Palazzo Madama, inv. 0476/D) databile intorno al 1475-1480. Altre opere giovanili: la Madonna del gatto di Filadelfia (collezione Johnson), la tavole con Santi e Sante (Torino, Galleria Sabauda, già a Stresa e poi in collezione Contini Bonacossi), l’affresco con l’Adorazione dei Magi in San Francesco a Rivarolo Canavese. Questo nucleo è antecedente alle prime scene con le Storie di Cristo, affrescate da Spanzotti in San Bernardino di Ivrea. La grande opera viene conclusa entro il 1486 (inizio dei lavori al Sacro Monte di Varallo) e il 1491. In questo periodo si scalano le opere, caratterizzate da una luminosità studiata che avvolge e definisce i volumi, quali: la Madonna in trono tra Santi (trittico, unica opera firmata. Torino, Galleria Sabauda), le tre Pietà (Sommariva Perno, Budapest, Roma Castel Sant’Angelo), l’Assunzione della parrocchiale di Conzano e la Madonna dell’Accademia Albertina di Torino. Nel 1498 Spanzotti si trasferisce a Casale e dal 1502 a Chivasso, è di questi anni il polittico già in San Francesco a Casale ora smembrato tra Torino (Accademia Albertina), Milano (Brera) e Londra (National Gallery). Il periodo chivassese è caratterizzato dall’attività della sua bottega presso la quale lavora anche Defendente Ferrari (compresenza dei due artisti nel Battesimo di Cristo, commissionato nel 1508 e non ancora terminato nel 1511, Torino, Duomo). Di questo momento si cita ancora la Santa Caterina da Siena (Verona, Castelvecchio) e le ancone perdute di Foglizzo e di Santa Maria di Piazza a Casale (commissionata nel 1511. Nel 1513 Martino Spanzotti è a Torino, l’ultima opera nota è l’Elemosina di Sant’Antonio Pierozzi (vescovo domenicano di Firenze) in San Domenico a Torino che, per motivi di culto, non può essere anteriore al 1523.
Nel 1528 risulta ormai deceduto in Chivasso. La sua opera costituì un importante punto di riferimento per tutta l'arte piemontese dell'epoca. Oltre all'alunnato ed alla collaborazione con Defendente Ferrari, ebbe un'influenza diretta sulla formazione di Gerolamo Giovenone e sulla produzione artistica di Gaudenzio Ferrari.
Note
* Motivazione dell'Ufficio Toponomastica per l'intitolazione della via.
Bibliografia
- Venturoli, Paolo, Martino Spanzotti e alcune Assunzioni della Vergine in Piemonte e in Lombardia in Ricerche sulla pittura del Quattrocento in Piemonte, Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, Torino 1985, pp. 91-101
- Romano, Giovanni, Fortuna critica di Martino Spanzotti a Ivrea in Ricerche sulla pittura del Quattrocento in Piemonte, Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, Torino 1985, pp. 81-89
- La pittura in Italia. Il Quattrocento, Vol. 2, Electa, Milano 1987 , p. 755 (voce di Elena Rossetti Brezzi)
- Castelnuovo, Enrico - Toscano, Bruno (a cura di), Dizionario della pittura e dei pittori. S-T, Vol. 5, Larousse Einaudi, Torino 1994 , pp. 303-305 (voce di Valentina Castellani)
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