Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Antonino Di Matteo (Palermo, 1961)

Nino di Matteo è un magistrato. Pubblico Ministero della Direzione Distrettuale Antimafia dal 1999, ha indagato in particolare sull’omicidio di alcuni magistrati. Nel 2015 il Comune di Torino gli ha conferito la cittadinanza onoraria.


Nascita: 26 Aprile 1961

Attività: 08 Giugno 2015
Conferimento della cittadinanza onoraria di Torino

Categorie

  • magistrato

1. Cenni biografici

Nato a Palermo nel 1961, è entrato in magistratura nel 1991 come sostituto procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta. Divenuto pubblico ministero a Palermo nel 1999, ha iniziato a indagare sulle stragi di mafia in cui sono stati uccisi Giovanni Falcone (1939-1992) e Paolo Borsellino (1940-1992) e gli agenti delle rispettive scorte, oltre che sugli omicidi di Rocco Chinnici (1925-1983) e Antonino Saetta (1922-1988). Nel corso della sua carriera si è più volte occupato dei rapporti tra cosa nostra e alti esponenti delle istituzioni. A causa del suo impegno ha ricevuto gravi minacce e, dal 1995, vive sotto scorta (1).

Cittadini appartenenti ad associazioni antimafia, in particolare il gruppo Agende Rosse (2), che si batte per la legalità nel nome di Paolo Borsellino (1940-1992), hanno organizzato, negli anni, iniziative e manifestazioni per sensibilizzare l'opinione pubblica sui gravi rischi che corrono quotidianamente i magistrati come Nino Di Matteo e per sostenere il loro impegno.

2. Cittadinanza onoraria

Su proposta di alcuni cittadini, al magistrato Antonino Di Matteo sono state conferite alcune cittadinanze onorarie. Fra di esse è quella torinese, a titolo di riconoscimento e sostegno del suo impegno contro la criminalità organizzata e con l’intento di legare simbolicamente un servitore dello Stato a una comunità che si impegna perché la legalità sia un valore condiviso.

“Il contrasto alla mafia passa soprattutto dall’educazione delle nuove generazioni, facendo loro comprendere come soltanto il rispetto delle regole e della res publica permetta di garantire libertà e diritti. Contrastare l’illegalità è compito non solo delle forze dell’ordine, della magistratura e delle istituzioni, ma dell’intera società”. Così si è pronunciato Gianguido Passoni (1970) in Sala Rossa in occasione del conferimento (3).

Nella stessa occasione, il magistrato Di Matteo ha concluso il proprio intervento dicendosi onorato di aver ricevuto la cittadinanza di Torino, città medaglia d’oro per la Resistenza al nazifascismo: “Oggi è prioritaria una nuova forma di resistenza per vincere una guerra di liberazione contro le mafie, contro una mentalità mafiosa che si diffonde anche nell’esercizio del potere, contro la corruzione e l’illegalità diffusa, contro la rassegnazione ai fenomeni criminali, per coltivare il sogno di una rivoluzione culturale che restituisca al nostro Paese il fresco profumo della libertà”.

Note

(1) https://it.wikipedia.org/wiki/Nino_Di_Matteo

(2) http://www.19luglio1992.com/

(3) http://www.comune.torino.it/ucstampa/2015/article_399.shtml

Ente Responsabile

  • MuseoTorino