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stallo di rocca, ottenendone lusinghiero plauso dal celebre Lavoisier;

fece esperimenti sulla elettricità animale e sovr'essa scrisse memorie,

una delle quali fu dal Buffon fatta propria ed inserta nelle sue

opere. Col Cigna e col Beccari trattò in pubbliche scritture della

meccanica del fuoco elettrico. Intanto continuava a far da precettore

ai principi reali,

benchè

angustiato da continui e gravissimi malanni.

Stava lavorando intorno ad un'opera importante sulle meteore

quando fu colto da morte

il

27 maggio 1781, dopo lunga e do–

lorosa malattia, durante la quale ebbe splendidi attestati di pubblica

estimazione dalla R. Corte, dai più illustri personaggi della città,

fra i quali primissimo il conte Bogino.

La vita del Beccaria fu contristata non solo da mali fisici, ma

da invidie e da persecuzioni, alle quali talvolta diede origine e causa

il suo propendere a sarcastiche e sprezzanti risposte. Ebbe ingegno

poderoso, dottrina vera e grandissima, acuità e potenza di mente,

costanza più unica che rara nella ricerca ardua di nuovi veri. Delle

sue opere molte rimasero inedite; le raccolse la biblioteca del conte

Prospero Balbo, donde poi passarono a quelle dell' Accademia delle

Scienze e del Re.

*

* *

Quando nel 1759 Beccaria fu incaricato della misura dell'arco di

meridiano che attraversa il Piemonte da Mondovì ad Andrate, una

delle sue prime operazioni

fu

necessariamente quella della ricerca

di una conveniente

base

ai successivi calcoli trigonometrici.

Scelse per ciò lo stradone che da Torino mena a Rivoli, e mi–

suratane la lunghezza con ogni matematica precisione nel giugno

1760, ne fissò gli estremi nelle vicinanze delle due città, con due

pietre di marmo fisse al suolo, una ad un estremo, l'altra all'altro

della retta misurata.

Coll'andar del tempo quei due punti rimasero sepolti dai suc–

cessivi strati di terra sovrappostivi, e di essi non rimase alcuna

traccia sopra il suolo. Il Beccaria aveva bensì nel suo

Gradus Tau–

rinensis

indicati tra quali degli alberi, ch'erano ai lati della strada,

le due pietre si trovavano e a quale distanza; ma anche quegli

alberi si erano distrutti,

sicchè

in definitiva non si seppe più ove

toccavano gli estremi della

base.

Nel

1808,

durante cioè la dominazione francese, il generale