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urgeva adunque raddoppiare vigoria ond e occupare la città prima
che nuove forze s'aggiungessero allo stremato difensore.
Non lasciando d'intentato alcun mezzo per giungere alloro scopo,
la notte del 29 agosto un centinaio di granatieri francesi, malgrado .
la vigilanza degli assediati, era giunto a calarsi nel fosso, ed ac–
costarsi inosservato alla porticina d'una galleria sotterranea il cui
possesso avrebbe loro facilitato l'ingresso nella città.
Il luogo era stato minato, ma mancava ancora dell'artifizio che
desse tempo all'accenditore di salvarsi. Già i francesi stavano per
abbattere quell'ultimo ostacolo alla loro vittoria, quando, fatto ac–
corto il minatore Pietro Micca dell'imminente pericolo della sua
patria, accesa una miccia, allontanato ogni altro che con lui era,
pose .senz'alrro fuoco alla mina. Lo scoppio tremendo rovinò gran
parte del bastione e con esso sfracellossi il corpo del generoso sol–
dato a quell 'insieme dei coraggiosi ma imprudenti francesi.
L'atto eroico che per quella volta salvò Torino, non mancò di
esser e svisato dai francesi stessi che si studiarono ascrivere al caso
il sacrificio di Pietro Micca e non da lui stesso procurato. Fa fede
della verità del fatto il giornale di quell'assedio scritto dal generale
come Solaro della Mar gh erita che registrò ogni particolare in pro–
posito raccogliendolo da un compagno d'arme del Micca, che pure
trovavasi presso la mina e s'era ritirato per di lui consiglio.
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La magnanima azione fruttò alla famiglia dell' eroe due razioni
di pane al giorno che Vittorio Amedeo II statuI le fossero concesse
in perpetuo. La scarsa mercede, che molto ritrae però della sem–
plicità dei tempi, venne poi mutata nello stipendio stabilito allora
per gli arti glieri e che durò fin quando non fu
il
Piemonte occu–
pato dai francesi.
Quando Casa Savoia rivenne al possesso dei suoi Stati, trovò
di onorare ancora il valoroso minatore nell'ultimo rampollo di sua
famiglia, cui impartì grado, insegne e stipendio di sergente arti–
gliere ; il corpo d'artiglieria fe' omaggio al pronipote del forte biel–
lese di una sciabola d'onore che cinse, altero delle glorie del suo
antenato.
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Spenta la discendenza maschile dei Micca, con la morte del pro–
nipote Gio vanni Antonio, Re Carlo Alberto volle che in modo