

quella specifica città, capace di portare all'evidenza
le connotazioni e i caratteri tipizzanti validi nella
lunga durata.
Se la realtà
è
spesso opaca esistono dunque
strumenti, che noi riteniamo essere preminentemen-
te di tipo storico, atti ad indagarla e ad esprimerla.
Esistono spie, indizi, che permettono di riconnettere
nella ricerca storica fila e tessuti spesso smagliati o
apparentemente illeggibili. La conoscenza storica è
del resto sempre indiretta, indiziaria, congetturale.
Per questo la conoscenza autentica della città
esistente non si può esaurire con le descrizioni, per
quanto analitiche ed esatte, capillari, intelligenti
esse siano. Come è stato da più parti suggerito, la
città ha bisogno oggi, non tanto del cartografo
quanto dello storico; indagarne ilprocesso di struttura-
zione, coglierne e portarne all'evidenza i segni ed i
loro valori nella realtà attuale, è compito dello
storico; interpretarliprogettualmente
è
comito
dell'architetto.
Decisivo per il futuro della città è un rapporto
autentico, con un linguaggio comprensibile, tra i
due processi. Noi riteniamo nell'attuale
confronto aperto su scala europea tra rinnovamento e con-
servazione — che questo rapporto tra i due processi
debba guardare soprattutto alle ragioni della realtà
esistente, intesa come irrinunciabile presenza. Rite-
niamo anche che l'adesione (alternativa?) all'uno o
all'altro dei due modelli interpretativi del rapporto
storia-progetto, non possa comunque fare a meno di
una precisa consapevolezza e della più ampia e
storicamente corretta conoscenza dei terreni operativi.
Alle pagine seguenti cartografie essenziali per la definizione della mutazione di rapporto tra la città ed il territorio storico.
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