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che sostanzia anche il legame tra la città e il suo

territorio formandone un corpo inseparabile, del

quale la storia ha dimostrato e dimostra — molto più

chiaramente a fronte di altre istituzioni amministra-

tive — il carattere di permanenza e di continuità

anche nel senso della delimitazione storico geografi-

ca dei confini territoriali.

La limitazione dell'indagine entro i confini

amministrativi del Comune si

è

rivelata infatti uno

spazio operabile correttamente anche sotto il profilo

del significato storico, col superamento di alcune

perplessità iniziali che derivavano dalla riconosciuta

continuità del territorio comunale con il territorio

esterno.

Ancora una volta il principio caro a Cattaneo

della « permanenza del Municipio » come un « fatto

fondamentale e quasi comune a tutte le istorie italia-

ne »

è

risultato vincente: anche a Torino il territorio

storico cittadino non smentisce sostanzialmente

l'ambito dell'antico confine comunale, permettendo

di formulare una risposta critica sul patrimonio

storico-culturale relativo all'architettura e all'ambiente;

in essa appaiono evidenziate anche le principali

connessioni con il territorio storico esterno all'abita-

to, nel rapporto città e collina, centro e periferie.

Altro tipo di osservazione storico-critica sulla

città occorre produrre a fronte della connotazione di

Torino quale capitale sabauda; sotto questa luce la

riverberazione dei fenomeni

è

certamente più ampia

e va commisurata con vicende e con territori che

includono l'organizzazione strategica dell'antico

regime risolta dagli ingegneri ed architetti militari,

la periferia produttiva sei-settecentesca, il giro delle

«

maisons de plaisance» ducali (e poi reali), i grandi

centri religiosi (dalle certose ai santuari di protezio-

ne regia), i nuovi assetti organizzativi dell'Ottocento

con una inedita infrastrutturazione del territorio

dovuta alla ferrovia, alle nuove tecnologie, alla

nuova concezione di centralità.

La sovrapposizione di capitale storica regionale

alle funzioni municipali ha dunque richiesto una

chiave di lettura più complessa, con cui confrontare

entro la delimitazione del territorio comunale —

le risultanze « locali » con i fenomeni e le connessio-

ni derivanti da una vicenda storica di dimensione e

di significato più ampi.

Per la costruzione di una storia correttamente

delineata occorre certamente recuperare la potenzia-

lità spesso inespressa di molte fonti documentarie,

inserendole in una analisi dei fenomeni che ribalti le

vecchie e inaccettabili letture formali (tra l'altro

inutili). Ilmaterialedocumentario rappresenta infatti

per questa ricerca uno degli strumenti insostituibili

ed ha permesso quasi dovunque di cogliere i nessi

tra i vari frammenti di realtà diverse, nella coscienza

che ora occorra anche, per fare storia, servirsi degli

strumenti e delle conquiste di diverse e più diramate

discipline.

Per identificare e qualificare il patrimonio cultu-

rale non si è dunque aderito al criterio di evidenziar-

ne la consistenza e i caratteri separando gli elementi

giudicati « beni culturali » dalle parti della città e del

territorio « non storici ». Si sono studiati invece la

città e il territorio nella loro struttura, leggendo i

beni culturali come prodotto del processo di una

vicenda storica complessa, cercando le ragioni di un

essere nella storia di un essere stato.

L'analisi storica ha consentito di esplicitare le

relazioni tra motivazioni culturali, sociali, economi-

che, giuridico-normative, e la conformazione fisica

del territorio indagato, con l'individuazione degli

elementi ritenuti tipizzanti e di quelli costitutivi del-

le specifiche identità. Sono così state evidenziate le

implicite rigidezze alla trasformazione, secondo

parametri sufficientemente oggettivi ed aperti ad

un'operabilità di gestione, ed anche di trasformazio-

ne, mediante procedure progettuali appropriate; per

queste sono stati profilati anche suggerimenti e indi-

cazioni di carattere normativo-disciplinare, in fun-

zione di obiettivi di salvaguardia e di tutela. Rimane

comunque aperto il problema della definizione di

protocolli procedurali come strumento di confronto

operativo.

L'intero territorio comunale è stato dunque inte-

so come luogo di beni culturali ambientali

riconducibili alle tre categorie individuate dalla legge

regionalen. 56/77 e suemodificazioni e integrazioni,

cioè « insediamenti ed ambiti urbani », « nuclei mi-

nori, edifici e manufatti», «aree di interesse

paesistico-ambientale » .

Con questa griglia di sistematizzazione

organizzativa sono state condotte leoperazionidi saldatura

tra le analisi storico critiche e i rilievi diretti. I

risultati delle analisi sono stati descritti in relazioni e

schede e visualizzati in cartografie.

Relazioni e schede da un lato e cartografia dal-

l'altro, costituiscono un corpo inseparabile della ri-

cerca; se ogni elemento individuato possiede auto-

nomia e finitezza per quanto concerne la categoria e

la classe di valore, va sottolineato per contro che

questi aspetti non sono esaustivi per la

comprensionedel fenomeno complesso di cui l'elemento stesso

è portatore.

La schedatura architettonica costituisce, per

esempio, non solo un repertorio di beni da tutelare e

da salvaguardare, ma si riconnette inscindibilmente

alle risultanze generali di ogni altro specifico settore

della ricerca, individuando elementi necessari ma

non sufficienti per la qualità dell'ambiente e dei

tessuti urbanisticinel sistema territoriale e insediativo.

Al proposito pare utile sottolineare che questa pro-

posta di individuazione e classificazione non

costituisce la « scrematura » di tutti gli elementi

architettonici «migliori »presenti sul territorio enon è

quindi confrontabile con quella in atto presso le So-

printendenze per i Beni Ambientali e Architettonici,

e con quella dell'Ufficio Centrale del Catalogo, ma

va considerata all'interno del processo di pianifica-

zione e di progettazione come elemento di confronto

dialettico con le altre categorie di beni culturali indi-

viduati.

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