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che la via e la piazza allora dette

d'Italia

fossero distinte col nome

di

via

c

piazza Milano,

e che

la

Commissione incaricata della scelta

del sito ove erigere il monumento fosse composta dei cons. Tecchio,

Mosca, Cavalli, Ferrati e Cerruti.

Alle significantissime deliberazioni si diede la maggiore pubbli–

cità e comparvero perfino stampate nella

Gazzella Ufficiale

del 16

gennaio 1857.

La statua "non si potè inaugurare che il

IO

aprile del 1859, pochi

giorni prima che l'esercito piemontese capitanato da re Vittorio

, Emanuele movesse, colle truppe di Francia, al .riscatto delle terre

lombarde.

E narrasi che di tale manifestazione, che venne in punto da pa–

rere fatta quasi a dileggio del nemico che rumoreggiava alle nostre

porte, grandemente si offendessero i capi delle truppe austriache

invadenti e che da loro si promettesse alle ciurme che, fra poco

tempo, sfilando a parata nella piazza Castello di Torino occupata

e domata, avrebbero fatta nuova festa per la distruzione del mo–

numento provocatore. Di questa, come di tante altre spavalderie

del Giulay, molte delle quali furono raccomandate alla diplomazia

minuta e cincischiosa, non si preoccupò più che tanto il Governo,

onde, senza tener conto di note, di rimostranze e di troppo pru–

denti consigli, si deliberò che, fossevi o non fossevi provocazione,

si avesse ad inaugurare il monumento in uffiziale e solenne modo.

Il

IO

aprile, alle

IO

112

antimeridiane, coll'intervento delle truppe

di presidio, della guardia nazionale, d'immensa folla di cittadini di

ogni classe e d'ogni provincia, fu compiuto l'atto solennissimo, af–

fermante la solidarietà de' popoli italiani e la fiducia loro nella ma–

gnanimità de' piemontesi.

Achille Mauri, in nome dei milanesi, con eloquenza sgorgata

da

nobil cuore espresse il concetto ispiratore del monumento, il pen–

siero di patriottismo e d'unione, di affetto e di riconoscenza per

l'esercito piemontese e pel suo valoroso Capo, da cui solo l'Italia

sperava salvezza.

Il generale De Sonnaz a nome dell'esercito, ed il sindaco Notta

a nome del Municipio, risposero con calde e nobili parole al Mauri,

mentre la folla assiepata prorompeva in entusiastiche dimostrazioni,

alle quali le circostanze davano carattere speciale e spiccatissimo di

opportunità e colle quali

vieppiù

si affermava l'incrollabjle propo–

sito di tentare ad ogni costo la rivincita di Novara e di dare all'I-