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leggiero cui apparteneva in qualità di tenente, ma fu tratte–
nuto a Vittoria dal governatore che gli affidò il comando di una
scelta colonna
mobile
mandata
:.1
combattere i
guerillos
ed a pro–
teggere le comunicazioni verso Baiona e
la
Francia. In questa im–
presa il Bava s'insignorì per sorpresa del borgo di Tequeytio, pic–
colo porto del litorale di Biscaglia tenuto dalla banda di Pastor, a
protezione della quale vegliava una fregata inglese.
L'ingegno ed
il
valore dimostrato dal Bava in quell'impresa gli
valse d'esser proposto a cavaliere della Legione d'Onore, ma non
ottenne l'onorificenza ed invece fu nominato nel 181
I
capitano del
suo reggimento, a cui era tornato dopo aver tenuto per sei mesi
il comando della colonna mobile.
Stette in Ispagna fino al 1814, in cui le cose francesi andarono
a rovina: dopo l'abdicazione di Napoleone il Bava recassi dal ma–
resciallo Suchet a domandare, a nome di tutti i piemontesi del
3
l°
leggiero, facoltà di poter tornare a casa loro con armi e bagagli.
La prima risposta fu una ripulsa formale, ma tanto valse l'insistenza
del Bava, che la facoltà fu concessa da Re Luigi XVIII. Nel lu–
glio 18 I 4 un battaglione di 800 uomini, con Regis a maggiore e
Bava fra i capitani, faceva ingresso in Torino e veniva incorporato
nell' esercito di Vittorio Emanuele I col nome di Battaglione dei
Cacciatori Piemontesi.
Al
l°
marzo del 1815 Napoleone sbarcava nel golfo di Juan e
s'avviava a Parigi per riprendervi la deposta corona. A Grenoble,
come quasi dappertutto,
il
presidio, composto di parecchie migliaia
di veterani, tenne per l'antico e valoroso suo duce anche dopo la
seconda e fatale sua caduta.
Al
6'
di luglio due battaglioni, uno dei quali quello dei Caccia–
tori Piemontesi, ed alcuni cavalli, sotto il comando del conte di
Giffiengo, assalirono Grenoble, con tanto impeto da forzare i fran–
cesi a cedere e quindi arrendersi alle armi di Sardegna:
In questo fatto il capitano Bava dimostrò tanto valore e sì grande
perizia, che il maggior generale Giffiengo sul campo stesso di bat–
taglia lo insigniva della croce dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Ristabilitasi
la
pace, il Bava tornò in patria, e nel 18
I
9, tro–
vandosi col suo battaglione (che allora aveva nome di Cacciatori
di Nizza) di presidio in Sardegna, fu promosso al grado di mag–
giore in premio delle sue numerose e fortunate spedizioni contro
i
banditi,
che allora infestavano numerosissimi la Galliara.