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- 212 -

erano, oltre

il

Ministro,

il

generale Petitti ,

il

colonnello Ignazio

Di Genova Pettinengo ed altri uffiziali superiori, incaricò l'egregio

scultore cav. Giovanni Albertoni, già meritatamente noto per altri

pregevoli lavori statuari , di eseguire

il

monumento, previa pre–

sentazione ed accettazione del relativo bozzetto.

Stipulatasi regolare convenzione,

il

28 marzo 1855

il

predetto

artista ebbe il definitivo incarico di eseguire il monumento, il quale

doveva consistere in una statua grande al vero in marmo perlino,

raffigurante il generale Bava, con piedestallo in granito di Baveno

lucidato,

il

tutto messo a sito a spese dello scultore, pel corrispet–

tivo totale di lire novemila.

Il monumento fu pronto ed inaugurato senza cerimonia ufficiale

nel 1856. Lo si era eretto nel Camposanto di Torino sotto ap–

posita arcata che il Municipio fin dall'8 giugno 1854 aveva in per–

petuo concessa a titolo di pubblica riconoscenza alla famiglia del

barone Eusebio Bava.

La proposta di tale gratuita concessione, che il Consiglio Co–

munale approvava unanime, veniva fatta dal consigliere avv. Luigi

Ferraris, al quale con non meno generoso sentimento s'univa lo

Sclopis, proponendo che sul fronte dell' arcata si scrivesse:

Locus

datus decreto Decurionum.

L'onoranza decretata a così eletto campione dell'esercito sardo

era compiuta;

ma .

tenuta là, nel cimitero, lungi dagli occhi di

tutti, parve non rispondesse completamente al concetto degli ini–

ziatori, che avevano avuto in animo di pubblicamente, solenne–

mente testimoniare la loro ammirazione al valente soldato.

Di queste ragioni si fece interprete lo stesso generale Alfonso

Della Marmora, ministro della guerra, chiedendo al Municipio fa–

coltà di far trasportare

il

monumento Bava dal cimitero in qualche

piazza o pubblico giardino nell'interno della città.

Annuente la famiglia Bava,

il

Consiglio Comunale, il 2 giugno

1857, concedeva la chiesta autorizzazione mercè la quale e per cura

del Ministero suddetto

il

monumento venne trasportato (agosto 1857)

nel giardino detto dei

Ripari

ed eretto poco lungi da quello che

l'anno prima erasi innalzato al generale Pepe.

Demoliti i

Ripari,

il

monumento Bava tornò necessariamente ad

essere smosso e di nuovo rialzato nell'aiuola che è tra le vie del–

l'Accademia Albertina e S. Massimo, da dove sperasi non verrà

altrimenti traslocato.