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XXIII.

LA

MADONNA DELLA CONSOLATA.

~

ell'estate del 1835, quando l'epidemia colerosa già mieteva

~

tante vittime nei dintorni e nelle vicinanze di Torino, ed

era imminente il propagarsi del contagio anche nell' in–

terno della città, il conte Pallio di Rinco, allora Sindaco di

Torino, e con esso il

Corpo Decurionale,

oltre ai provvedi–

menti emanati ed alle disposizioni prese perchè le funeste

conseguenze del morbo riuscissero meno fatali

«

riconosciuto che

il primo dovere degli amministratori era quello di seguitare i re–

ligiosi esempi dati dalla città nostra nei tempi delle pubbliche ca–

lamità

»

deliberarono rivolgersi

«

con umile preghiera al sommo

Iddio, onde impetrare la grazia, perchè la città andar potesse esente

dal terribile flagello che la minacciava» ; ed a tale effetto un triduo

erasi celebrato nella chiesa del Corpus Domini, un secondo nel

Santuario della B. V. della Consolata ed un altro a S. Rocco, pro–

tettore speciale di Torino.

Al manifestarsi dei primi casi del morbo nell'interno della città,

i Decurioni invocarono di bel nuovo

«

la divina protezione perchè

meno tristi ne fossero i dolorosi effetti

»,

ed intanto, a

«

secon-