

I L 4 C E N T E N A R I O D E L L A N A S C I T A
D I S . C A R L O B O R R O M E O
Ricorrendo quest'anno il / ('caten ario della na
scita ile i granile Arcivescovo (li M ilano San d arlo
liorrom eo, la diocesi Ambrosiana Ita indetto una
serie di celebrazioni per ricordare il fausto a rl en i
mento. onde far rivive re questa eccezionale figura
ili I escavo, a cui sono ledati si può d ire tu tti fili
avvenim enti che interessarono in quel periodo la
C.hiesa Cattolica e gran parte della nostra Ita lia .
A lle celebrazioni d i M ilano hanno fatto eco altre
Città e Rorglti. che godettero della m ultiform e a tti
vità del Santo. Torino non poteva rim anere estra
nea. avendo essa molti m otivi per ricordare il lior-
romeo: basterà dare uno sguardo alla bella piazza
S. Carlo, dove la Chiesa omonima e il monumento
al Duca Em anuele Filib e rto ci parlano delle re la
zioni dell'A rcivescovo di M ilano a n i la nostra ('.ittà
c con F Augusta Casa Saltatala.
//iniziativa /pertanto di un c ic li> di celebrazioni
anche a Torino venne presa d all'A rch id u u vsi in
collaborazione colla Podesteria ed una prim a con
ferenza fu tenuta nel salone del R . Conservatorio
« Ciusep/te V e rd i» il ’M marzo p. p. d all'on . Ezio
Maria C ray sul tema: u I I Santo di Fe rro ». alla
presenza d ell;’ massime Autorità cittadine e di pub
blico eletto. L'esim io O ratore sintetizzò la fifiura
>lorica del Horromeo e la m eravigliosa sua fermezza
l>er l'attuazione della R iform a T ridentina, della
<piale era stato invitto assertore e inipareggiabile
iiuxieralore come Cardinale Segretario di Stato.
Il 22 ap rile fece seguito una seconda conferenza
svolta d a ll'a rv . Quaglia. Preside della Pro vin cia,
sui rapporti d i S. Carlo Horromeo con la Casa di
Savoia e col Piem onte. Culm inarono le feste il
I maggio con la venuta a Torino di S. E . il ('.ardi-
naie A. Ildefonso Schuster. Arcivescovo d i M ilano
• successore d i S. Carlo sulla Catteilra di S. Am
brogio. che accolse benevolmente l ’invito rivoltogli
ili commemorare il /pellegrinaggio compiuto da San
( 'irlo nella nostra città /ter venerare la SS. Sindone.
Ricevuto solennemente presso la romana Po rta P a
latina da A utorità, Clero e Popolo. T E.n io P a r a
fato si recò alla Chiesa Metrofpolitana. dove rivolse
la sua parola alla fo lla che grem iva il Tempio, rie-
tin ondo il viaggio d i S. C arlo e la sua jtieiù t erso
l insigne R eliq uia. I
m
giornata si chiuse con un
ricevimento offerto dal M unicipio nelle artistiche
utle di Palazzo Madama e a cui /presero parte le
Autorità cittadine ed i M ilanesi venuti a Torino
con il loro Arcivescovo.
Facciamo seguire a onesta breve cronaca degli av
venimenti celebrativi i particolari storici dei viaggi
di S. Carlo Horromeo a Torino fa vo ritici da S. E .
Ree.mail Cardinale Arcivescovo M au rilio Fossati,
che ha benevolmente voluto onorare la R ivista con
questo Suo scritto.
« Torino lia ilei licitili ili riconoM'euza verso San
darlo,
e
m iiio
ohe io voglio richiamare. R i
cordando que.-ti doveri ili gratitudine. si coi.
tlerà anche perchè i nostri m a^ io ri ahliiano dedi
calo chicM* a S. darlo in città e fuori, e non vi sia
for.-e in Diocesi una parrocchia, che non po>>segga
un aliare o almeno un quadro del Santo. Questo
fallo prova come la fi»nra ili S. darlo fosse hen co
nosciuta dai no-tri padri, i quali in se^no della loro
venerazione vollero que-tc rhie.-e. questi altari, que
lle immagini.
« S.
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— I re volte noi troviamo S. (iarlo a Torino,
e la sua prima visita nel I57K recò alla nostra città
il possesso ine.'timahile della S. Sindone. Il fatto è
troppo noto, ma conviene ricordarlo, perchè la
pietà del Santo Arcivescovo verso la preziosa R e
liquia valga a ravvivare in noi pure la devozione.
« ('essala la pestilenza che nel 1576 aveva devastato
Milano e nella quale rifulse la carità del Borromeo,
S. darlo fece conoscere al Duca di Savoia il voto
da lui fatto durante la pe^te. e quindi l'obbligo che
intendeva adempiere, di recarsi a piedi da M ilano
a dhamhérv. per venerarvi la S. Sindone. E ra an
cora vivo in M ilano il ricordo dell'ostensione delia
S. Sindone che anni innanzi, il 7 maggio 1536, si
era avuta dal dastello Sforzesco, quando fuggendo
dalle incursioni delTesercito francese la Famiglia
Ducale aveva portato con >è da Vercelli la preziosa
Reliquia. S. darlo adunque a sciogliere il voto fatto
pensava di recarsi a piedi fino a dhamhérv, dove
la S. Sindone era custodita dopo le peregrinazioni
da Milano a Nizza a Vercelli.
« li Duca Kmanuele Filiberto, che tanta venera
zione aveva per il Santo Arcivescovo, gli spedì un
corriere ad annunciargli che ritardato? il suo prò
posito. perchè a risparmiargli troppo gravi disagi
ed abbreviargli il v iaggio egli intendeva far traspor
tare la S. Sindone da Chambéry a Torino. Così av
venne: la S. Reliquia giunse al Castello di Lucento,
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